Ci si rivolge al team spagnolo. L’attenzione però è rivolta verso un solo elemento: Rafael Nadal. Il tennista maiorchino è prossimo al ritiro, che avverrà a Malaga in occasione della Coppa Davis. Ma, parole sue, lui non è lì per ritirarsi quanto più per aiutare la sua nazionale. “Non so ancora chi schiererò, deciderò martedì” – le parole di capitan David Ferrer – grandissimo amico del 22 volte campione Slam – che traghetterà la Spagna nella sfida contro l’Olanda, in programma martedì 19 alle ore 17.
Novak Djokovic ha già fatto sapere che ci sarà nel giorno del ritiro del maiorchino. Parlando invece del suo altro rivale (e amico) di una vita, Roger Federer, non si hanno notizie se sarà presente o meno al last dance di Nadal. “Non ho parlato con Roger. So che ha un’agenda molto fitta. In ogni caso, ci saranno anche altri momenti per gli addii” – ha detto il 14 volte campione al Roland Garros. La chiosa: “Riguardo il ritiro di Roger (avvenuto durante la Laver Cup del 2022, ndr) era diverso: eravamo compagni di squadra e io ero lì per giocare”. Di seguito, un estratto delle sue dichiarazioni nella conferenza stampa pre-torneo del team Spagna.
D: Ora che è arrivata la settimana del tuo ritiro, come ti senti?
Nadal: “Bene. È qualcosa che ho pensato per molto tempo. Ho avuto tanti alti e bassi durante questa stagione. Ho sempre cercato di darmi un’ulteriore chance. Alla fine, è una scelta che ho preso con il passare del tempo. Ora, mi godo la settimana. So che dopo il ritiro la mia vita cambierà, ma ci penserò la prossima settimana”.
D: Sarà una settimana emozionante. Come pensi che ti sentirai quando calcherai il campo per l’ultima volta? Credi che farai fatica a contenere le emozioni?
Nadal: “Non so (sorride, ndr). Non posso prevedere quello che succederà. Se sarò in campo spero che non accada, perché alla fine non sono qui per ritirarmi. Sono qui per aiutare la mia squadra. Poi sicuramente questa è la mia ultima settimana da tennista professionista, ma alla fine tutti sono qua perché questa è una competizione a squadre. La cosa più importante è rimanere concentrati su quello che dobbiamo fare, che è giocare bene a tennis. I rivali sono tosti e anche le condizioni di gioco lo sono. Le emozioni le terremo per quando non ci sarà più da giocare”.
D: Come ti stai sentendo in allenamento? Pensi di avere un livello sufficiente per poter giocare il singolo?
Nadal: “Questa è una domanda per il capitano, non per me (sorride, ndr). Io ho solo cercato di lavorare meglio che potevo nell’ultimo mese e mezzo, ogni singolo giorno. Certamente, quando non si compete per un po’ di tempo si fa fatica a mantenere costante il livello. È più facile che ci siano alti e bassi. In ogni caso, ho visto miglioramenti ogni giorno che passava e comunque la Spagna ha una squadra forte. Tutti loro stanno giocando bene e hanno avuto una buona stagione. Toccherà quindi al capitano scegliere chi schierare”.
D: Di cosa sei più felice e più triste riguardo la tua carriera?
Nadal: “Tutti sbagliano. Credo che ognuno a fine carriera si guardi indietro pensando a quello che avrebbe potuto fare meglio, ciò che avrebbe potuto integrare o magari evitare. Alla fine, però, ho raggiunto tutti i miei più grandi obiettivi. Sono in pace con me stesso perché so di aver dato tutto quello che avevo. È da quando avevo sette/otto anni che gioco e mi alleno con amore e con passione. Non voglio sembrare arrogante nel dire che non cambierei nulla di ciò che ho fatto. Nonostante questo, lascerò il tennis con la calma e la soddisfazione di aver fatto tutto quello che potevo in ogni singolo momento”.
D: Cosa ti mancherà di più della carriera da tennista professionista? E cosa invece ti farà piacere lasciarti alle spalle?
Nadal: “Non sono preoccupato per il prossimo capitolo della mia vita. Sono sempre riuscito a essere felice anche senza tennis. Ho avuto molti momenti in cui non potevo giocarci per colpa di infortuni e mi sono dedicato ad altro. Certamente è diversa come situazione ora, ma sono comunque disposto ad accettare e accogliere il fatto che la mia vita cambierà. Sarà difficile ma è parte di un processo che deve essere rispettato”.
“Comunque, credo che le emozioni della competizione, il fatto di entrare in campo, vedere i fan e l’atmosfera che c’è nelle grandi partite sia la cosa che mi mancherà di più. In sostanza, l’adrenalina che provi prima e durante l’incontro. È una sensazione che si fa fatica a trovare in altre situazioni al di fuori dello sport”.
D: È stato per caso un nuovo infortunio che ha fatto sì che tu prendessi la decisione in settembre di ritirarti in Coppa Davis? O più un fatto legato al tuo corpo, che non credi possa reggere fino all’anno prossimo, magari per la stagione su terra rossa?
Nadal: “Non c’è stato alcun nuovo infortunio. È più il fatto di cosa ho attraversato: l’operazione lo scorso anno e molte altre questioni che non starò qui a dire. Ho capito però di non poter essere più competitivo come volevo e non ero più in grado di godere della mia quotidianità mentre cercavo di allenarmi per poter essere ai massimi livelli. La domanda che mi sono fatto quindi è stata: ‘Perché andare avanti così per un altro anno?’ Non sono egocentrico a tal punto da andare a ogni singolo torneo per farmi dare un addio”.