Tra i tanti tennisti che hanno annunciato il ritiro al termine di questa bellissima stagione – soprattutto per l’Italia – uno in particolare ha fatto storcere il naso a più di un appassionato. Rafael Nadal? No. Cioè sì, ma non solo. D’altronde ce lo si poteva immaginare che prima o poi Rafa avrebbe appeso la racchetta al chiodo, a fronte anche delle difficoltà fisiche che ha dovuto affrontare negli ultimi mesi. Andy Murray? Idem, come sopra. Dominic Thiem? Forse: per l’età ha fatto più ‘scalpore’ degli altri due.
Per chi segue assiduamente il doppio, però, la vera ‘sorpresa’ è stata Wesley Koolhof. Sì, è vero, lo aveva già annunciato da diverso tempo e tutti erano preparati, ma dopo quello che ha mostrato di saper ancora fare un ripensamento sarebbe stato legittimo. E invece dice addio alle competizioni in uno dei punti più alti della carriera, come pochi tra i grandi hanno il coraggio di fare. E proprio al neerlandese è dedicata questa puntata speciale di ‘Doppia Coppia’, sotto forma di lettera aperta.
Lettera aperta a Wesley Koolhof: il tennis ha ancora bisogno di te
Caro Wesley,
So che la tua scelta, come spesso hai spiegato, è dovuta alla volontà di aprire un nuovo capitolo della tua vita. E la rispetto, chi sarei io per permettermi di criticarti? Ma da appassionato di tennis e del doppio non posso ignorare quell’istinto che avverto di farti una richiesta.
Non dire addio, concediti e concedici un altro anno di tennis ad alti livelli. Certo, non per sancire un altro fine carriera come con Rafael Nadal, in quel doppio decisivo di Spagna-Olanda di cui sei stato l’MVP. Deliziaci ancora con i tuoi colpi, trascina i tuoi tifosi con la grinta che ti contraddistingue.
Il resto, forse, può ancora aspettare, ma il tennis perde un’ex n° 1 in doppio. Lasci al top, avendo portato la tua Olanda al miglior risultato in Coppa Davis nella storia e avendo espresso, tu personalmente, probabilmente il miglior tennis della tua carriera. O poco ci manca. Se mai dovessi leggere questa lettera sappi che, comunque, hai un tifoso italiano in più. Perché lo sport va oltre le rivalità“.