Storia che, ovviamente, è destinata a non finire mai: la faccenda Sinner-doping ha smosso qualunque animo, risvegliato ogni polemica. Inutile la sentenza che lo prova innocente, inutili le parole della WADA che ribadiscono come il loro ricorso riguardi soltanto la responsabilità sul proprio team e non il pensiero che Jannik Sinner possa aver intenzionalmente assunto sostanze dopanti. Tutto è inutile agli occhi di chi non vuol vedere, ostinato a portar avanti una personale, e inutile, battaglia. D’innanzi alle accuse, impossibile non schierarsi: costretto a farlo ancora una volta il presidente della FITP Angelo Binaghi, in occasione della cerimonia dei Collari d’Oro a Roma.
“Non servono più commenti, – ha detto Binaghi – anche gli stessi accusatori della WADA sostengono la ricostruzione fatta da SInner. Rimane uno degli atleti più puliti ed esemplari dello sport mondiale. Questo incidente sta diventando un caso di scuola: cambieranno le regole e non è giusto lasciare un ragazzo incolpevole sulla graticola per così tanto tempo“. Il processo sembra non avere ancora una data precisa: sappiamo, per certo, che non potrà svolgersi sino a febbraio.
E poi? Nessuno lo sa. Sicuramente, qualsiasi sarà la sentenza, a NIck Kyrgios non piacerà. Sembra comico doverlo citare continuamente, ma l’australiano sembra far di tutto perchè questo continui ad accadere. Ogni occasione è giusta perchè l’ex finalista di Wimbledon possa sparare altro odio verso l’incolpevole numero 1 del mondo, mai resosi protagonista di un qualche tipo di risposta. A rispondere, ancora una volta, è Angelo Binaghi, che mai ha fatto segreto delle proprie antipatie nei confronti, quantomeno, delle parole del buon Nick: “Ho detto a Jannik che serve anche avere degli imbecilli che ti attacchino nella vita, così come succede a lui. Sono ulteriori onori, mi preoccuperei se uno come Kyrgios dicesse che stiamo facendo bene. Se si incontrassero in Australia, io ci sono e due risate me le farei“. Esaustivo a sufficienza.
Innegabilmente corretto che il presidente della Federazione si schieri apertamente, e con decisione, a difesa del proprio grande fuoriclasse. Se oggi i tornei in Italia fanno i numeri che fanno, è soprattutto grazie a Jannik Sinner. “Migliorare questo 2024 è impossibile, ora l’asticella si è alzata tantissimo. Ci sono ragazzi di 22-23 anni che il mondo ci invidia: hanno di fronte 10-15 anni di grandi successi. Che capitino tutti insieme come quest’anno è difficile“. Importante che questo 2024 non diventi standard abituale: i risultati hanno superato qualsiasi aspettativa, e il ripetersi di una stagione del genere è molto difficile. L’unica certezza, a oggi, resta Jannik Sinner. Ha già dimostrato di esser in grado di giocare con una forte pressione sulle spalle: la possibile sentenza non dovrebbe incidere più di tanto sui risultati dell’azzurro. Ma anche così non fosse, impossibile fargliene una colpa.