“Ringrazio sempre mio padre dopo le vittorie, ma la mamma è sempre la mamma. Le devo e le dobbiamo tutto”. Corredate da un sorriso imbarazzato in una conferenza stampa gremita dopo la sua prima vittoria al Foro Italico, per capire le basi del 2024, e in generale della carriera di Flavio Cobolli, queste dichiarazioni sono un’ottima pista. Mostrano la genuinità e l’umiltà di un ragazzo semplice, dotato sicuramente di un talento non comune, ma coltivato con fame e lavoro. Sono il prologo ad un racconto sorprendente e che, senza che nessuno potesse lontanamente pronosticarlo, è stato uno dei best seller dell’annata tennistica. Perché le quasi 70 posizioni scalate tra il dicembre 2023 e il dicembre 2024 sono solo la copertina.
I passaggi chiave
Nel racconto di questa storia, non si può evitare di considerare il prezioso antefatto australiano. Cobolli inizia la stagione da n.101 ATP, rimanendo fuori giusto di un posto dall’Australian Open. Una bella beffa, specie considerando alcuni forfeit dell’ultima ora, che lo costringe a disputare le qualificazioni da tds n.1. Il romano (nato a Firenze ma di sangue giallorosso) si rimbocca le maniche senza fiatare e, dopo una grande vittoria in 5 set contro Jarry all’esordio, si spinge fino al terzo turno dove ha l’onore di calcare la Rod Laver Arena nell’arrendersi nettamente ad Alex De Minaur. Una sconfitta che farà da base per un futuro roseo. Dopo una primavera di assestamento, giocata a buoni livelli con il picco del match contro Korda a Roma, intenso e bello in campo, ma noto più per i battibecchi dell’americano con il pubblico, a Ginevra arriva la prima semifinale ATP, persa 7-6 al terzo contro Ruud. Risultati di per sé già ottimi (due quarti e una semifinale), ma quello che sarebbe arrivato dopo era imprevedibile al netto di equivoci.
Il secondo turno del Roland Garros contro Rune è stata una delle partite più belle dell’anno, una prova tecnica e fisica impressionante. Due set di gap ricuciti di forza, la vittoria al tie-break del quinto sfiorata e per certi versi sciupata sono rimpianti, ma soprattutto tracce: Flavio può competere con i migliori del mondo senza sfigurare. E su quest’onda lunga arriva il sogno di una notte di mezz’estate. Mentre il mondo è concentrato sulle Olimpiadi, su Djokovic e la rincorsa all’oro, sul magico doppio Errani/Paolini e Musetti, Cobolli ruba la scena agli americani nel torneo che apre la loro principale parte di stagione, l’ATP 500 di Washington. Le vittorie contro Michelsen e Shelton portano alla finale con Korda, persa dopo aver vinto il primo set per una mera questione di energia. Ma un cammino del genere è stato il preludio al primo Slam giocato da testa di serie. Allo US Open, da n.31, si spinge al terzo turno riuscendo a dare buon filo da torcere a Daniil Medvdev, contro cui avrebbe perso anche un mese dopo nei quarti dell’ATP 500 di Pechino. Ma queste sconfitte sono semi, indizi che contribuiscono alla fiducia e allo status di un giocatore sempre più a suo agio tra i migliori.
La Laver Cup e l’investitura
La Laver Cup, l’evento creato nel 2016 da Roger Federer e il suo manager Tony Godsick è tennis spettacolo, una ricca esibizione che è però sempre capace di coinvolgere i migliori giocatori al mondo. E all’annuncio, era stata leggermente a sorpresa la presenza di Flavio nel Team Europe al fianco di 5 top 10, tra cui Alcaraz e Zverev. Il campo però, per quanto lui presente solo in qualità di riserva non abbia giocato, ha fornito chiare prove della sua appartenenza a un gruppo d’élite. La clip in cui incita Alcaraz, il trasporto e l’esultanza dopo ogni punto della sua squadra, e il sincero e genuino entusiasmo nel sollevare il trofeo al fianco di una leggenda come Rod Laver o nel posare con uno dei suoi idoli come Federer sono fotogrammi di eccellenza. Raccontano nel dettaglio il salto in alto in neanche 12 mesi di Cobolli, da promessa ad habitué dei piani alti, da speranza azzurra a n.3 d’Italia. Ma riuscendo sempre a mantenere un’aria normale, da ragazzo che si diverte a giocare a tennis e si pone come obiettivo un miglioramento costante, senza far mai mancare dolcezza e gentilezza anche con gli addetti ai lavori. Sia nei confronti dei giornalisti, sia soprattutto dei tifosi, accorsi in massa per strappare un selfie o un autografo durante la sua presenza al fan village delle Nitto ATP Finals di Torino lo scorso novembre. Un bagno di folla, una lunga fila che ben dimostrano il definitivo passaggio ad un successivo gradino. Realizzato in un solo anno, o meglio in nove mesi. Che hanno posto basi solidissime per un 2025 dove la parte di Cobolli potrà essere quella di attore protagonista.
Gli obiettivi per il 2025
“Una cosa che non mi piace è pormi obiettivi. Ci sono ovviamente, ma non voglio renderli importanti. Spero in un mio miglioramento continuo, di rimanere a questi livelli, di prendermi quello per cui gioco a tennis, e spero di meritarmi cose ancora più grandi di quelle che sto facendo ora”. Così mi confidava Flavio nella pancia della Mercedes Benz Arena nel venerdì di Laver Cup, con una consapevolezza e una sicurezza che facevano trasparire come non fossero parole da frase fatta ma dette con estrema sincerità. Con l’attitudine di chi ricorda da dove viene e la scintilla di chi non si pone freni, ma cerca con la via del lavoro duro e del sacrificio di arrivare il più in alto possibile. Al netto però della retorica dei sogni, è giusto anche mettere in fila guardando ai punti e al rendimento dell’azzurro sulle varie superfici per tracciare un percorso in vista del 2025 ipotizzando dove si può far meglio e in quali parti della stagione è possibile migliorare la classifica.
Rendimento per superficie
Sembra quasi un paradosso, vista la fama da “italianissimo” di Cobolli, ma non è stata la terra la superficie dove ha reso meglio nel 2024. Certo, il mattone tritato gli ha portato in dote la prima semifinale a livello ATP, ma il vero punto di svolta Flavio lo ha impresso sul cemento. I numeri e le percentuali di vittoria-sconfitta parlano chiaro:
- Cemento 22-15 (59,4%), 3 quarti di finale e 1 finale
- Terra 10-8 (55,5%), 1 semifinale
- Erba 3-4 (42,8%), 1 quarto di finale
Innanzitutto è fondamentale notare come, alla prima stagione completa nel circuito maggiore, l’azzurro abbia vinto 35 partite su 62 giocate, solo 21 tennisti hanno vinto più match di lui (per intenderci, per quanto con un diverso peso specifico, ha vinto solo 2 partite meno di Djokovic). Un dato interessante che testimonia costanza di rendimento e buona propensione a giocare il più possibile per racimolare punti importanti, con almeno un quarto di finale su tutte le superfici. E anche sull’erba, terreno tendenzialmente inesplorato, ha saputo ben figurare, forzando al quinto set Tabilo a Wimbledon. I margini di miglioramento sono chiaramente tanti, soprattutto perché, fatta eccezione per la finale a Washington, che vale 330 punti, non ci sono bottini chissà quanto pesanti da difendere.
Dove Cobolli può ottenere punti e migliorare
La prima montagnetta da scalare per Flavio sarà il terzo turno in Australia, risultato decisamente alla portata visto che potrà anche godere della testa di serie così da permettersi due turni teoricamente alla portata. Negli Slam l’altro bottino più succoso è il terzo turno allo US Open, mentre ci sono “solo” due secondi turni da difendere al Roland Garros e Wimbledon. Insomma nei Major, come nei 1000 (da segnalare solo un ottavo a Cincinnati), ci sono chance soprattutto per migliorare. Sia in termini di ranking che di prestigio. Per comodità, così da rendere più pratico il discorso, elenchiamo i migliori risultati con almeno 100 punti da difendere, ai quali Flavio dovrà prestare attenzione nel 2025:
- 3T Australian Open 100 pt
- SF Ginevra 100 pt
- F Washington 330 pt
- R16 Cincinnati 100 pt
- 3T US Open 100 pt
- QF Pechino 100 pt
La parte di stagione a cui prestare maggiore attenzione è chiaramente quella tra febbraio e maggio, dalla settimana post Australian Open alla settimana pre Roland Garros. Un arco di tempo in cui si giocheranno 9 ATP 500 (5 sul cemento, 4 sulla terra) e 5 Masters 1000 (il Sunshine Double sul cemento, lo swing europeo tra Montecarlo, Madrid e Roma sul rosso), dove ci saranno tante occasioni per scalare la classifica senza eccessive pressioni o e troppi punti da difendere. Il mese di febbraio in particolare, con i 500 sul cemento outdoor in preparazione a Indian Wells e Miami, potrebbe rappresentare un trampolino di lancio per arrivare con la maggior fiducia possibile all’appuntamento nordamericano. Va infatti ricordato che delle 5 vittorie ottenute da Cobolli contro i top 20, 4 sono arrivate su questa superficie, compresa la più importante in termini di ranking contro l’allora n.13 ATP Tommy Paul a Cincinnati.
Giocare bene nei primi 7-8 mesi dell’anno sarà dunque fondamentale per Flavio per arrivare con anche una certa tranquillità all’ultima parte di stagione, dall’estate americana in poi, dove difende ben 720 (il 48,91%) dei suoi attuali 1.472 punti. Non si dice ad alta voce, e lui per primo non lo farà, ma è chiaro che per il 2025 c’è un obiettivo concreto da perseguire, neanche così lontano: l’approdo in top 20. Sarebbe un premio meritato per il giocatore e la persona che è Cobolli, oltre ad essere non così improbabile, visto che ad oggi i punti che separano l’azzurro dalla ventesima posizione di Arthur Fils sono meno di 1000. E se il 2025 riproporrà le stimmate del 2024, specie in termini di presenza costante nei tornei e capacità di andare sempre oltre, di non porsi limiti, il sogno diventerà più facilmente realtà. Daje, Flavie’!