Australian Open, finale: Sinner b. Medvedev 3-6 3-6 6-4 6-4 6-3
La seconda delle cinque partite scelte è proprio quella guadagnata da Jannik con la vittoria su Djokovic. La prima finale Slam della sua carriera non poteva infatti mancare da questa rassegna, a maggior ragione per il suo andamento. È il 28 gennaio e se per Sinner si tratta di una prima volta, il ruolo dell’esperto viene giocato da Medvedev che ha già conquistato uno Slam (US Open 2021) e giocato in tutto cinque finali. Daniil, che è sopravvissuto a Zverev in semifinale rimontando due set di svantaggio, però non è il favorito. Per due motivi: Jannik arriva alla finale con quasi 7 ore in meno passate in campo durante il torneo e, soprattutto, ha vinto gli ultimi tre confronti con il russo – tutti durante lo scorso autunno – dopo aver perso i primi sei.
I pronostici, però, lasciano il tempo che trovano dinanzi a occasioni così importanti e infatti il match inizia in maniera del tutto imprevedibile sia da un punto di vista tattico che di punteggio. Medvedev, subito efficace al servizio, è molto più aggressivo rispetto ai suoi standard anche in risposta. Il combinato di sorpresa per l’atteggiamento dell’avversario e di tensione rende innocuo il tennis di Sinner che non trova l’aiuto della prima di servizio e si fa brekkare due volte. Dopo meno di 40 minuti il primo set va quindi in archivio con il punteggio di 6-3 in favore del russo. La palla del numero 3 del mondo è sempre ficcante e non dà quasi mai la possibilità a Jannik di effettuare le sue classiche accelerazioni in lungolinea. Così anche nel secondo parziale Daniil scappa via con due break portandosi rapidamente sul 5-1. Qui l’azzurro, spronato da coach Vagnozzi a cambiare qualcosa (un incitamento che, rappresentato come svolta della partita, diventerà virale), trova la forza per reagire ma il vantaggio di Medvedev non permette comunque di ribaltare l’esito del set.
Qualcosa però sta cambiando per davvero e lo si nota a inizio terzo parziale: i colpi di Daniil non sono più così penetranti e Sinner riesce finalmente a tenere tranquillamente i suoi turni di battuta. Gli errori di dritto del moscovita aumentano e Jannik, nonostante si dica “morto” sul 4-4, nel game successivo coglie al volo la prima opportunità di break del parziale che equivale a un set point: c’è ancora partita. Nel quarto l’andamento è molto simile ma c’è un elemento che si fa sempre più evidente: le gambe di Medvedev non girano più come prima. Entrambi hanno delle occasioni ma la più ghiotta è quella per il russo le cui speranze di avvicinarsi sensibilmente al traguardo sono però spezzate da un ace provvidenziale di Sinner. Come nel terzo, allora, Daniil batte sul 4-5 e l’azzurro produce il massimo sforzo in risposta per prendersi con enorme cinismo la possibilità di giocarsela al quinto.
L’inerzia, adesso, è tutta dalla parte di Jannik che ha più energie sia da un punto di vista fisico che mentale (nella testa di Medvedev si fanno largo gli spettri della finale persa esattamente due anni fa con Nadal dopo essere stato in vantaggio di due set) e infatti gioca meglio dell’avversario. L’equilibrio, allora, si spezza già nel sesto gioco e così sul 5-3 il talento azzurro va al servizio per laurearsi campione Slam. Un po’ di tensione è inevitabile ma Jan ne viene fuori alla grande lasciando andare un tracciante di dritto lungolinea dei suoi sul match point. La rimonta è completata: Jannik Sinner, 22 anni, da Sesto Pusteria in provincia di Bolzano, è campione dell’Australian Open 2024. È il primo italiano nell’albo di questo storico torneo che negli ultimi 18 anni solo una volta aveva visto alzare il suo trofeo da un giocatore che non fosse Djokovic, Nadal o Federer.
Tra le parole del neo-campione Slam quelle più commoventi sono per i genitori: “Un pensiero per tutti quelli che mi hanno sostenuto da casa, in primis i miei genitori che mi hanno sempre permesso di scegliere e non mi hanno mai messo pressione. Auguro a tutti i bambini di avere la stessa libertà”. Sul match invece: “Sono davvero felice di come ho gestito le cose oggi. La partita è stata estremamente difficile. Devo ancora rendermi conto di quello che ho fatto”.
Wimbledon, 2° turno: Sinner b. Berrettini 7-6 (3) 7-6 (4) 2-6 7-6 (4)
Per la terza partita facciamo un salto di oltre cinque mesi per arrivare a Wimbledon ricordando comunque che nel frattempo Jannik si era aggiudicato il 500 di Rotterdam, il 1000 di Miami ed era arrivato in semifinale al Roland Garros. Ma soprattutto l’azzurro è da poco diventato numero 1 del mondo e ha appena vinto uno dei tornei che segnano l’avvicinamento ai Championships, il 500 di Halle. Con Djokovic reduce da un’operazione al menisco e Alcaraz eliminato al secondo turno al Queen’s, Sinner è quindi tra i favoritissimi per la vittoria finale, se non addirittura il primo favorito.
Il sorteggio del tabellone, però, non è di grande aiuto. Anzi, gli mette davanti un cammino durissimo. Già al secondo turno il livello si alza molto perché dall’altra parte della rete, per volontà di un destino beffardo, c’è il connazionale e amico Matteo Berrettini, finalista nel 2021 e sempre temibile su erba. Oltretutto, lo si scoprirà solo più avanti, ma siamo nel periodo più complicato della vicenda doping iniziata in primavera ma non ancora resa pubblica. Sinner è infatti attesa del processo in cui l’ITIA rappresenta l’accusa e l’ansia dovuta all’incertezza della situazione si farà sentire in particolare alla vigilia del quarto di finale con Medvedev. Per il momento, però, Jannik dimostra di riuscire a lasciarsi tutto alle spalle quando scende in campo e così il derby con Berrettini sul Centre Court dell’All England Club diventa una delle partite più belle della stagione: uno spot fantastico per il tennis italiano.
Entrambi giocano su standard elevatissimi con ottime percentuali al servizio e così per la prima palla break della partita bisogna aspettare il 12esimo gioco del primo set. Sul 6-5 Sinner ha l’opportunità per prendersi il parziale senza ricorrere al tie-break ma Matteo risponde presente prendendosi il punto a rete. È quindi effettivamente tie-break e la solidità di Jannik fa la differenza, sia in fase propositiva che difensiva. Il dritto tradisce invece Berrettini che dopo poco meno di un’ora di gioco è quindi sotto di un set. Il giocatore romano si conferma in sofferenza anche in apertura di secondo parziale ma tiene botta e passa al contrattacco prendendosi rischi assurdi in risposta. La scelta paga portandolo avanti di un break ma Matteo non riesce a cogliere l’attimo e, dopo essere stato vicino al 5-2, si fa controbrekkare. Sinner rischia di chiudere il set in rimonta anche prima di arrivare al tie-break ma alla fine è nuovamente questo l’approdo del parziale. Il risultato non cambia perché il giocatore di Sesto Pusteria è ancora impeccabile tra passanti e rovesci vincenti.
Potrebbe sembrare una partita chiusa a questo punto ma Berrettini non è di questo parere. Anzi, alza ulteriormente il suo livello di gioco (comunque già ottimo) e con una serie di dritti vincenti, intervallati da rovesci in back insidiosissimi, si porta rapidamente sul 5-1. Questa volta non c’è margine per una rimonta ed è allora quarto set. Sull’onda dell’entusiasmo Matteo brekka ancora ma Jannik reagisce immediatamente salendo di colpi da fondocampo. Entrambi sono molto vicini alla massima espressione del loro potenziale e il pubblico non può che apprezzare lo spettacolo offerto. Sul 6-5 Sinner infila due risposte micidiali e si prende il match point ma Berrettini resta aggrappato al match e forza un altro tie-break. Jannik non fa sconti nemmeno in questo caso e dopo 3 ore e 45 minuti di gioco Matteo questa volta deve arrendersi definitivamente. Anche il romano però sorride, consapevole della prestazione fatta, e i due azzurri regalano un’ultima immagine bellissima con il loro abbraccio a rete.
A PAGINA 3 LE PARTITE CON ZVEREV E FRITZ