Finisce al secondo turno l’Australian Open di Matteo Berrettini. Finisce dopo una partita intensa e spettacolare contro Holger Rune, che il romano avrebbe potuto anche vincere (set point nel primo e nel quarto) ma che oltre a lasciare rammarico lascia consapevolezza: Matteo c’è, sta tornando al livello che gli compete. Qualche partita in più nelle gambe, e come ammonisce lui stesso in conferenza stampa, ci sarà da divertirsi.
D: “(inaudibile)“
Berrettini: “Quando giochi credi sempre di essere sfortunato, ma non penso il motivo sia questo. Non ho saputo sfruttare le occasioni che mi ero creato, a partire dai due set point nel primo set, gli altri due nel quarto: avrei dovuto essere più aggressivo, lui è un gran combattente, un gran giocatore. Avrei dovuto avere un approccio diverso in alcuni momenti, avrei potuto vincere ma lui è stato bravo, quindi complimenti“
D: “C’è rammarico?“
Berrettini: “Sì, rammarico c’è perché ho perso. Ma più che per gli errori per il modo: mi viene in mente il 5-2 al tie-break, ho tirato due dritti di cui uno in rete e sull’altro ho fatto un buon attacco ma lui ha preso il net con lo slice. Ho giocato aggressivo con le cose che mi piace fare. I due set point con rammarico sono quelli del primo set a servizio, dove sono stato un po’ passivo. Anche nel quarto però…uno ho giocato bene ma poi ho steccato di rovescio, l’altro ha giocato due slice ed è andata così. Questo è il tennis, lui si è fatto trovare più pronto di me, ho avuto una bellissima reazione nel quarto, ma la cosa buona è che sono molto arrabbiato, quindi arriveranno cose buone“
Vanni Gibertini: “Tu vinci le partite per alcuni punti, perdi le partite per alcuni punti, il tuo tennis è così. Quindi come si fa ad ottenere il margine giusto? Come si fa ad allenarsi dicendo “vinco il punto sul 6-5 nel tie-break”? Non è come fare 100 rovesci“
Berrettini: “Osservazione molto acuta, mi ha fatto venire in mente il mio mental coach Stefano Massari. Mi ha sempre ricordato che da quando ho iniziato a giocare nel professionismo, a qualsiasi livello, ho sempre vinto le partite 7-5 7-6 (ride). Per il mio tipo di gioco si verificano spesso tie-break, 5-5, punti importanti. Credo che l’allenamento perfetto sia quello di fare la cosa come dicevo prima che ti fa vincere punti, quindi spingere. Nel tie-break secondo me mi è girata male, perché le cose le avevo fatte giuste. Sui set point avrei però dovuto fare meglio. Stanotte quando non riuscirò a dormire mi rigirerò e penserò a quello“
D: “Ti sentivi bene per il quinto?“
Berrettini: “Sì, mi sentivo bene, mi sentivo pronto. E questa già è una nota positiva visto che non gioco un quinto set da tantissimo tempo. Però era una partita tutta da giocare, poi ci sono dei momenti. Sono riuscito a rigirare una partita che sembrava andata, e poi sarebbe stata una bella lotta come piace a me. Mi dispiace per l’atteggiamento nei primi tre set che mi ha portato a prendere scelte un po’ così“
D: “Fai bene ad incazzarti, avevi il tennis per andare avanti“
Berrettini: “Infatti è la prima cosa che ho detto ai ragazzi quando stavo sulla bicicletta a fare defaticamento. Alcune volte mi voglio un po’ troppo male, mi sono insultato parecchio, ma tendo a non scordarmi tutto il lavoro che ho fatto per tornare fin qua. Non è semplice, cerco di ricordarmelo e quindi di fare un passo alla volta. Ci sono dinamiche che soprattutto a certi livelli non sono facili, come l’abitudine a giocare certe partite, ma ce ne saranno altre. Sono felice, so che posso migliorare, ma ora anche un po’ incazzato“
Gibertini: “Prossimi tornei?“
Berrettini: “Sono iscritto a Rotterdam, non sono ancora sicuro ma credo che giocherò Doha e Dubai. Poi Indian Wells e Miami e tutto quello che verrà con la densità del calendario. Il sorriso però c’è perché sto bene, giocherò tornei“