[7] N. Djokovic b. [26] T. Machac 6-1 6-4 6-4
Versione Hulk! Significa che l’aria da Slam continua a far bene a Djokovic. In molti prevedevano una sua uscita anticipata o quantomeno una partita molto complicata dopo i primi due turni in cui ha lasciato un set a giocatori di rango inferiore come Basavareddy e Faria. Ma Nole è questo qui: si esalta laddove la difficoltà aumenta, migliora con l’avanzare del torneo. Ormai lo conosciamo “vecchio“, come si suol dire, ma attenzione: di vecchio ha la solita grande voglia di vincere. Chiude 6-1 6-4 6-4 perdendo una sola volta il servizio. Strapazza Tomas Machac arrivato a questa sfida con grandi e giustificate velleità dopo la buona United Cup disputata e la vittoria su Opelka. Niente dare fare: rimandato al mittente. Eloquente quanto accade nel corso del terzo set: non sfrutta due palle break e la racchetta ne risente a morire. Aveva voglia di mandare un messaggio ai rivali, oltre che di risparmiare energie e di concentrarsi sul prossimo appuntamento. Ora se la vedrà con Jiri Lehecka, ancora Repubblica Ceca sulla sua strada.
Primo set: Il ceco non trova il feeling desiderato. Novak lo travolge rapidamente
Falsa partenza di Machac, in difficoltà con i colpi da fondo, che spesso terminano a metà rete. Nole in palla sin dal primo scambio, affonda perfettamente col rovescio lungolinea, e viene a rete con facilità disarmante. La difficoltà del ceco si tramuta in palla break avversaria, che Djokovic, ovviamente, non spreca. Avvio eccessivamente in salita per la testa di serie numero 26 del tabellone, che tenta di sopperire all’assenza momentanea del gioco con l’atleticità, ma Novak è chirurgico, e chiude il primo set con un crudele 6-1.
Secondo set: Machac si iscrive al match, ma non sovrasta il serbo
La battaglia prende forma, culminando in varie sfide di pittino, nelle quali Machac ha quasi sempre la meglio. Il ceco abbandona lo scarso rendimento del dritto, passando a un gioco molto più aggressivo e dinamico, optando anche delle discese a rete. Il serbo lascia trapelare, con una smorfia, un fastidio fisico, e nel contempo cede il primo servizio dell’incontro. Machac aumenta l’aggressività, e di conseguenza il rischio, esponendosi parecchio. La leggenda di Belgrado è scaltro a muoverlo nella diagonale di dritto per poi spalancarsi il campo, e rimettere in pari il punteggio del secondo parziale. Il rovescio di nole geometrizza la Rod Laver Arena, fiaccando il povero Tomas, che nonostante il grande spirito di abnegazione, inizia a vederci appannato. Risultato? Altro break, Djokovic al comando delle operazioni. Ad un passo dalla conquista del secondo set, l’avversario preme sull’acceleratore levando la polvere dalla riga di fondo, e conquistando palla break. La reazione di Nole è esemplare, e con un ace, mette la firma anche su questo parziale, conclusosi 6-4.
Terzo set: Nole si snerva perché non riesce a chiudere rapidamente
La partenza del ceco non promette nulla di buono, e il break subito al primo gioco indirizza Nole verso il suo ennesimo ottavo di finale Slam. Palla break nel quinto annullata dal dritto di Machac, palla break anche nel settimo questa volta cancellata dall’ace del ceco. A questo punto vola la racchetta, segnale di quanto il serbo voglia chiudere rapidamente i giochi e non spendere eccessivamente energia. Un rovescio lungolinea sancisce il suo dominio e chiude la pratica Machac: avanti il prossimo che è già avvisato! Per la 66esima volta in carriera Djokovic sarà presente nella seconda settimana di uno Slam: -3 dal record di Federer.
(con la collaborazione di Paolo Pinto)