Niente poker azzurro. Ma nemmeno tris. Speravo proprio di poter scrivere che per la prima volta in Australia, e per la seconda volta negli Slam, avevamo tre tennisti negli ottavi.
Invece… ha tradito Musetti con Shelton. Ha perso in 4 set un match equilibratissimo, incerto fino alla fine, perché sul 5 pari del tiebreak del quarto set c’è stato un punto bellissimo che Musetti è stato vicinissimo a vincere e se ci fosse riuscito sarebbe salito al setpoint per andare al quinto. Shelton ha una potenza impressionante ma ancora tanti regali. Anche nel tiebreak ne ha fatti almeno un paio, uno sul primo punto, un altro sul nono, ma purtroppo anche Lorenzo ha sbagliato dei dritti proprio gratuiti. Era una partita alla sua portata, come del resto i due precedenti a lui favorevoli lasciavano intuire. Troppe volte ancora Lorenzo si… addormenta. Nel senso che invece di spingere come saprebbe e potrebbe rallenta talmente i suoi colpi, soprattutto con il rovescio slice, che la palla quasi si ferma e diventa un gioco da ragazzi per l’avversario di turno o mettere subito a segno un vincente oppure prendere l’iniziativa.
Tre italiani negli ottavi d’uno Slam li avevamo avuti una sola volta, nel 2021 al Roland Garros (Sinner, Berrettini e Musetti).
Che Sinner arrivasse agli ottavi dell’Australian Open per la quarta volta in sei partecipazioni lo davo per scontato. L’americano Giron non aveva davvero le armi per impensierirlo.
Non era per nulla scontato invece che Lorenzo Sonego, pur brillante vincitore di Wawrinka e dell’enfant prodige Fonseca, si imponesse sull’ungherese Marozsan.
E anche se ha vinto in quattro set, dominando letteralmente gli ultimi due (6-1 6-2, dopo i due tiebreak iniziali dall’esito opposto), beh è stato molto vicino a una probabile sconfitta quando, perduto il primo set al tiebreak, si è trovato sotto 6-3 anche nel tiebreak del secondo set. Se andava sotto due set a zero la rimonta sarebbe stata durissima se non impossibile. Invece lì ha messo due belle prime sui primi due setpoint e sul terzo è stato l’ungherese a giocare con un po’ di braccino quando ha avuto l’occasione per tirare uno dei suoi bellissimi dritti a tutto braccio e invece ha giocato un crossettino un po’ lezioso che gli è costato caro. Persa quella grande occasione in quel modo l’ungherese si è visibilmente demoralizzato, non ha più creduto in se stesso e ha cominciato il terzo set andando subito sotto nel punteggio.
Ora Sonego, giunto agli ottavi per la prima volta qui ma per la quarta volta negli Slam, ha una grande opportunità per centrare per la primissima volta i quarti di finale: affronterà infatti l’americanino di 19 anni Learner Tien (n.123 ATP) che aveva battuto Medvedev l’altra notte (alle 3 del mattino) e che ha dato tre set a zero al francese Moutet.
Insomma a livello di ottavi di finale non si può incontrare di meglio, anche se Tien – lo scorso finalista nell’ATP NextGen sconfitto da Fonseca – è destinato a salire parecchio in classifica. E’ sicuramente un ragazzo super promettente anche se è piuttosto basso e non riesce a dare grande velocità al servizio (soprattutto la seconda), pur piazzandolo benissimo e con notevoli variazioni.
Ho intervistato Fabio Colangelo subito dopo la fine della partita e qui potrete riascoltare quello che mi ha detto.
Intanto Sonego è il 13esimo italiano a raggiungere gli ottavi in almeno 4 Slam. Più di tutti ne aveva raggiunti Pietrangeli, 16, ma Jannik è già a quota 15…, Berrettini 10, Merlo 9, Fognini e Panatta 8, De Stefani 7, Cucelli e Seppi 6, Gardini 5, Barazzutti, Sirola e ora anche Sonego 4. A Sonego questo risultato significherà anche risalire un po’ in classifica, dall’attuale n.55 a n.48 virtuale per il momento, ma se batterà anche Tien arriverà intorno alla 35esima posizione.
Perderà probabilmente una posizione, a favore della Rybakina, la nostra Jasmine Paolini, battuta 2-6 6-4 6-0 dalla Svitolina che avrà festeggiato alla grande questa giornata con Gael Monfils che, a 38 anni, si è preso il lusso di sorprendere Taylor Fritz, n.4 del mondo e del seeding.
Avevo scritto ieri che non ero per nulla tranquillo sull’esito del duello Paolini-Svitolina, memore della grande esperienza della giocatrice ucraina che anche se oggi è solo n.28 del mondo è stata n.3, ha vinto fior di tornei (17, mica uno solo…e fra quelli 2 volte di fila gli Internazionali d’Italia, una le Finali WTA, ha giocato due semifinali Slam a Wimbledon e una terza allo US open, prima di dare un figlio a Gael Monfils).
E’ stata una partita in cui né Jasmine né Renzo Furlan mi sono sembrati all’altezza della situazione. Dopo aver vinto il primo set con 6 game di fila dall’0-2 iniziale, Jasmine è rimasta sorpresa dalla reazione vigorosa della ragazza vestita di rosso da capo ai piedi: Svitolina ha giocato con grande anticipo alla Agassi, tutte pallate e Jasmine non ha capito che avrebbe dovuto sottrarsi a quella gragnuola di colpi, cercando qualche soluzione diversa, rallentando un po’, variando smorzate e topponi liftati. Invece per due set ha giocato a tirar sempre più forte, a scambiare colpi violentissimi che però Svitolina controllava senza retrocedere di un passo. Forse Jasmine avrebbe dovuto cercare di prendere tempo – magari andare perfino negli spogliatoi come fanno tutte – per spezzare il ritmo furibondo nel quale Elina andava a nozze.
Il 6-0 del terzo set dice che Jasmine a un certo punto ha anche perso la testa, continuava a lamentarsi di se stessa, a parlare fra sé e sé e con Furlan, ma ha subito una serie di una quindicina di punti consecutivi. Irriconoscibile. Ma chi mi ha letto ieri avrà visto che avevo segnalato in Jasmine una condizione meno serena del solito. Questo non sarà un anno facile per lei. Deve confermare un’annata straordinaria, talmente straordinaria che tutti l’hanno considerata – e lei anche – sorprendente. Da n.30 a fine anno a n.4 con le due finali fiore all’occhiello di Parigi e Wimbledon. Adesso è lei uno scalpo ambito per tutte – e sono tante – le tenniste che le stanno dietro in classifica.
Vabbè, è andata così. Speriamo che stanotte alle 15 australiane (e 5 del mattino italiane), lei e Sara Errani ripetano contro Shnaider e Andreeva il risultato della finale olimpica. Sara poi dovrà giocare anche il misto: lei e Vavassori sono teste di serie n.1. Sempre a proposito di doppio stanotte (per voi alle 1,30 del mattino) giocano Vavassori e Bolelli, reduci da una vittoria nel primo torneo giocato nel 2025 e quindi in testa nella race.
Per quanto riguarda il singolare maschile e la metà alta del tabellone cui appartiene Jannik Sinner pensavo che l’ostacolo più temibile per il raggiungimento della finale potesse essere Fritz, dopo che i vari Medvedev, Rublev, Tsitsipas erano stati schizzati fuori. Adesso, anche se naturalmente qui in Australia tutti sembrano credere molto in de Minaur (quasi che non avesse perso 9 volte su 9 con Jannik e vincendo un solo set), io penso che chi vincerà l’ottavo di finale fra Sinner e Rune (per quanto il danese abbia sofferto abbastanza con Berrettini e ancora di più con Kecmanovic che è stato avanti 2 set a uno ed era un break avanti, 4-2, nel quarto) dovrebbe andare in finale. Di sicuro Michelsen e de Minaur faranno il tifo per Rune contro Sinner perché contro il danese avrebbero più possibilità di vincere che non contro il nostro.
Per i due posti nei quarti in basso lotteranno Monfils e Shelton, match sicuramente divertente da vedere, e Sonego contro Tien. Dopo aver battuto Fonseca Lorenzo può battere anche Tien.
Intanto stanotte si giocano i primi ottavi del torneo, quelli della metà bassa: Draper è scampato miracolosamente a 3 sconfitte – ha vinto 3 match al quinto set, con Navone, Kokkinakis e Vukic – ma non credo che la sfangherà contro Alcaraz anche se Carlitos non è stato straordinario contro Borges cui ha concesso un set. Gli altri ottavi Zverev-Humbert, Paul-Davidovich Fokina e Djokovic-Lehecka sembrano aver dei favoriti abbastanza marcati (i primi di ogni duello che ho scritto).
Per Sinner e Sonego una giornatina di riposo che non guasta. Quasi quasi vorrei averla anch’io. Per seguire quasi contemporaneamente i 4 italiani che hanno giocato nel sabato australiano, cercando di andare a vederli tutti sui campi che distano fra loro parecchie centinaia di metri (forse quasi un km fra il campo 3 di Sonego-Marozsan e la John Cain Arena di Musetti-Shelton) sotto il sole e il caldo che faceva, il mio fisico non allenatissimo è stato messo a dura prova. Anche perché, dovete sapere, se andate a vedere una partita e poi abbandonate il posto vi danno una contromarca che vale per i 30 minuti (della pipì, del panino o del riempimento della bottiglia d’acqua) e quindi 3 volte ho corso da un campo all’altro rispettando i 30 minuti per il rientro con la contromarca dopo aver lasciato su due campi diversi una borsetta fermaposto. Vabbè, è sempre meglio che lavorare in miniera.