L’Italia archivia il terzo turno dell’Australian Open con due sorrisi e un’amarezza. Il disappunto è sul volto di Lorenzo Musetti eliminato da Ben Shelton, mentre le due gioie arrivano da Jannik Sinner e dall’altro Lorenzo, con Sonego bravo a rimontare su Fabian Marozsan. I due superstiti della pattuglia azzurra hanno già nel mirino i prossimi avversari: sarà Holger Rune il prossimo avversario del numero uno del ranking mondiale, mentre Sonny dovrà vedersela con il ragazzino terribile Learner Tien. Sono gli ultimi verdetti di giornata con il danese che esce vittorioso dalla bagarre da cinque set con Miomir Kecmanovic con il punteggio di 6(5)-7 6-3 4-6 6-4 6-4 mentre l’americano regola in tre set Corentin Moutet con lo score di 7-6(10) 6-3 6-3.
L.Tien b. C.Moutet 7-6(10) 6-3 6-3
Un’ora e diciotto. Poco meno della canonica lunghezza di un film. Non stiamo parlando di una pellicola ma i settantotto minuti in questione sono serviti a Learner Tien per aggiudicarsi un estenuante primo set contro Corentin Moutet, con infinito tie break vinto che ha schiuso le porte ad un altro lieto fine di giornata per il teenager americano. Un’altra prova maiuscola che da seguito a quanto di buono espresso nelle ATP Next Gen Finals e alla sbalorditiva vittoria contro Medvedev nel turno precedente. 3-0 secco che non rende giustizia all’avversario francese che un parziale per allungare il match forse lo avrebbe meritato, se non altro per essere stato bravo a riprendere più volte lo statunitense smanioso di mettere il turbo.
Il primo round tra i due è un ottovolante, il diciannovenne è il primo a piazzare il break nel terzo game, con il transalpino che ricuce lo strappo portando il match sul 5-5. Il match al tie break ci va lo stesso, ma con una girandolo di break a suon di botta e risposta che aggiunge ancora più incertezza. Nonostante parta 3-0 sopra, Corentine ha solo un set point a disposizione mentre il californiano riuscirà a scrivere la parola fine sul parziale solo alla quinta occasione utile: 12-10. Un andamento strano e beffardo per il numero 69 del ranking, che anche nel secondo parziale avrebbe da recriminare. E’ il primo ad avere palle break, ma è il primo ad incassarlo, dando vita ad una danza di tre break consecutivi che premia il più giovane in gara, che tiene la testa avanti e chiude 6-3.
Tien sulle ali dell’entusiasmo e Moutet con il morale sotto i tacchi. Il francese viene brekkato in apertura di terzo set, e anche stavolta, avrebbe occasione di riaprire i giochi ma nessuna delle cinque palle break offerte dal tennista USA viene concretizzata, gridano vendetta le quattro non sfruttate sotto 5-3. Learner si dimostra bello e spietato e in due ore e quarantanove minuti non si lascia pregare per far calare il sipario sulla contesa con un altro 6-3. L’americano continua a sognare e si regala uno strepitoso e inedito ottavo di finale con Lorenzo Sonego.
[13]H.Rune b. M.Kecmanovic 6(5)-7 6-3 4-6 6-4 6-4
Forse con un pizzico di banalità, ma non c’è altra definizione per questa partita: folle. Il terzo turno dell’Australian Open che ha visto contrapposti Holger Rune e Miomir Kecmanovic ha regalato spettacolo nella cornice della Rod Laver Arena, con gli spettatori che si sono spellati le mani applaudendo per tre ore e mezza. Un match che ha vissuto andamenti a folate, con il danese e il serbo pronti a passarsi in continuazione l’inerzia dell’incontro. Tutti e cinque i parziali sono stati conditi minimo da due break, all’insegna di fughe e dei tentativi di stopparle.
Nel tie break del primo set è Kecmanovic a scappare via, portandosi su un 6-1 che non potrebbe essere più risolutivo, ma Rune concede solo un assaggio di quelle che sono le sue capacità di recuperare uno svantaggio. Ribaltone che al danese riesce a metà, perchè Miomir si riduce a sfruttare il quinto set point per andare avanti nel punteggio: 1-0. Holger è chiamato ad una pronta reazione che non tarda ad arrivare. Lo schiaffo al volo del serbo non è risolutivo e lo scandinavo, al tentativo numero 4, passa con un vincente e strappa il servizio all’avversario nel suo game inaugurale alla battuta. E’ un parziale che si preannuncia in discesa, e così sarà dato che Holger deve salvare “solo” una palla break sul 4-2, prima di chiudere sul 6-3 finale. Il match sembra essere girato quando agli albori del terzo set arriva un nuovo break firmato Danimarca. Niente affatto, con Kecmanovic senza concedere niente in risposta riporta il parziale on serve. Con i servizi a farla da padrone si arriva al decimo game dove la testa di serie numero 13 si distrae, concede palla break e con un sanguinoso doppio fallo, il quarto della sua partita, consegna nelle mani del balcanico il 2-1.
Questa volta il danese sembra subire il colpo ma prova a riordinare le idee, con fortune alterne. Nel sesto gioco si attiva la spia della riserva, Rune sembra stanco e concede tre palle break. Deve salvarsi con la seconda di servizio e, nonostante una risposta non al fulmicotone di Kecmanovic, fa spegnere in rete un dritto fiacco: 4-2 per il serbo. Sembra essere il capolinea per il classe 2003 ma mostrando una tempra da campione, che troppe volte si alterna a black out, trova le energie per rientrare in partita con l’immediato contro-break. Da qui sembra iniziare un’altra partita, l’ennesima. Il numero 51 del ranking perde sicurezza, quella che gli fa difetto nel secondo turno di battuta perso consecutivamente. Holger scrive 6-4 e mette a referto il 2-2 che rimanda il verdetto al quinto e decisivo set.
Ora il match è una battaglia senza esclusione di colpi, sono saltati tutti i tatticismi e, come spesso accade, il match lo porta a casa chi ha più tenuta mentale e chi riuscirà ad impadronirsi dei piccoli dettagli. E’ Rune a piazzare la zampata, ancora nel terzo game ma in un copione di giornata visto e rivisto, ma mai trito e ritrito, è ancora Kecmanovic a sbarrare la strada con l’ennesimo e immediato contro-break. Se i numeri ci dicono qualcosa, ci raccontano di come in questa sfida abbia trionfato chi ha osato di più: gli 81 vincenti di Rune sono un numero spaziale, quasi il doppio rispetto ai 43 del serbo. Le bordate di dritto in recupero dello scandinavo iniziano a far scricchiolare definitivamente Miomir, a cui sarà fatale di nuovo il decimo game: ancora 6-4 e game, set, match. Dopo il match con Zhang, ancora una maratona da cinque set per Holger Rune che non muore letteralmente mai. Ora lo attende la prova del nove, o meglio dell’uno. Il prossimo avversario è la testa del ranking mondiale, quel Jannik Sinner già affrontato quattro volte, per provare a ribadire azzurro e Carlos Alcaraz che per la corsa al futuro del tennis c’è anche lui.