Per la seconda volta in carriera ai quarti dell’Australian Open Tommy Paul, autore di un’ottima partita contro l’uomo del torneo Alejandro Davidovich Fokina, terminata in appena 1h 27’ con il punteggio di 6-1 6-1 6-1, è intervenuto in conferenza stampa dove ha parlato dello stato attuale del tennis a stelle e strisce e del suo prossimo match
D: Tommy, di nuovo ai quarti di finale qui a Melbourne. Ti senti di migliorare a ogni turno?
TOMMY PAUL: Sì, assolutamente. Oggi è stato un po’ diverso. Lui ovviamente aveva giocato partite lunghe. Lo sapevo quando sono entrato in campo, volevo provare a giocare scambi più lunghi. Non me lo ha permesso nel primo set, voleva chiudere velocemente.
E’ sempre difficile giocare contro giocatori come lui perché possono cambiare ritmo in ogni momento e trasformare completamente la partita. Questi sono i match in cui devi rimanere concentrato per tutto il tempo.
D: Dopo le ultime due partite di Alejandro, nei tornei del Grande Slam non ci si può mai rilassare sul 2-0. Considerando la situazione, eri più consapevole di una possibile rimonta?
TOMMY PAUL: Sì, essere avanti di due set solitamente è il top, ma sapevo che aveva già rimontato da 0-2 due volte in questo torneo. Questo rende i primi game del terzo set ancora più importanti. Anche dopo essere andato avanti 2-0 con un break, cercavo di spingere per ottenere un altro break e aumentare il margine.
Agli US Open, quando abbiamo giocato, ero avanti 2-0, poi ha iniziato a giocare molto bene nel terzo set e lo ha vinto. Sapevo che sarebbe potuto accadere di nuovo, quindi volevo continuare a giocare un tennis aggressivo.
D: Di solito, in questa fase del torneo, hai Frances e Taylor con te. Hai avuto contatti con loro negli ultimi dieci giorni o durante l’ultimo anno? Hai rapporti con Learner (Tien, prossimo avversario di Sonego) e Alex (Michelsen)?
TOMMY PAUL: Ho giocato con Michelsen un paio di volte, forse ci siamo scaldati insieme. Non ci siamo mai allenati più di tanto insieme. Negli spogliatoi parliamo spesso di football o basket. Sono molto amico del suo coach, Robby.
Con Learner, non ho passato molto tempo. Ci salutiamo e scambiamo due parole. È la prima volta che lo guardo giocare abbastanza spesso. Ricordo che ha ricevuto una wild card agli US Open qualche anno fa contro Frances. L’anno scorso ha dominato nei Futures e nei Challenger. Ha scalato rapidamente il ranking, sono sicuro che vedremo spesso nel tour.
D: Vedi qualcosa nel loro gioco che spiega il loro successo precoce?
TOMMY PAUL: Parte del merito va al gruppo di cui fanno parte. È simile al nostro gruppo, ma forse lo stanno facendo a un’età più giovane. Si spingono a vicenda. Michelsen è un grande agonista. Non vedo molte lacune nel suo gioco; forse nei movimenti, ma è migliorato molto. Ha una personalità che lo porterà a lavorare e migliorarsi sempre. Sarà una forza nel tour.
Anche Learner ha molto potenziale. Non l’ho visto giocare abbastanza per spiegare bene il suo stile, ma vincere 28 partite di fila come ha fatto lui l’anno scorso è impressionante a qualsiasi livello.
D: Cosa hai imparato dalle esperienze precedenti nei quarti o semifinali degli Slam?
TOMMY PAUL: Prendersi cura del fisico è fondamentale. Devi essere disposto e in grado di giocare cinque set. Mi concentro molto sul terzo set, che è sempre cruciale. Inoltre, mantenere l’intensità fisica dall’inizio alla fine è fondamentale; è questo che mi dà un vantaggio.
D: È stato importante non dover giocare troppo a lungo oggi?
TOMMY PAUL: Sì, chiedilo a qualsiasi giocatore: tutti vogliono vincere velocemente nei tre su cinque. Questa settimana non mi sono allenato nei giorni tra le partite, nemmeno un minuto in campo, perché ho iniziato con una partita lunga di cinque set e il mio corpo era stanco. Ogni partita da allora è stata più breve e oggi è stata davvero veloce. Questo aiuta molto andando avanti nel torneo.
D: Top 10 o no, stai giocando il miglior tennis della tua carriera, su ogni superficie. Cosa è cambiato nella tua vita per ottenere questi risultati?
TOMMY PAUL: Ora c’è molta più regolarità nella mia vita. Ho un grande team intorno a me, e questo è fondamentale. Mantenere il corpo in salute è essenziale per tutto l’anno. L’anno scorso, dopo una distorsione alla caviglia, ero di nuovo in campo dopo due settimane, cosa che prima non sarebbe successa. Ora siamo più attenti a tutto e lavoriamo duramente.
D: Per una settimana, dopo il Queen’s sei stato il numero 1 d’America.
TOMMY PAUL: Sì, per una settimana (ride). Non mi interessa essere il miglior americano se sono 11° o 12°. Conta di più essere nella top 5 del mondo o arrivare alle fasi finali di uno Slam. È molto più importante per me rispetto al titolo di numero 1 americano.
D: Cosa pensi della tradizione di scrivere qualcosa sull’obiettivo della telecamera?
TOMMY PAUL: Se piace, continuerò a farlo. Non penso a cosa scrivere, firmo semplicemente con il mio nome ogni volta.
Niccolò Moretti