Come disse Ben Shelton quache giorno fa, se un giocatore ti batte per tre volte di fila poi si dice che sia il tuo “papà”, che ti abbia un po’ messo al guinzaglio. Mentre Ben era riuscito a scampare da questa evenienza contro Lorenzo Musetti, Alex de Minaur sta ancora cercando di disinnescare la potenza della bomba Sinner. Jannik è una macchina e gode di un tennis di potenza dinanzi a cui nemmeno la rapidità e l’agilità del classe ’99 australiano possono molto. Alex già dalla stagione passata ha mostrato i progressi grazie a un allenamento fisico piuttosto importante per poter trovare una maggior potenza nei suoi colpi, perché giocare passivo contro la nostra volpe è una missione suicida. Il quarto di finale tra Jannik e Alex sarà elettrizzante: sia il pubblico di casa che quello italiano nutrono grandi aspettative in questa partita valevole la semifinale dell’Australian Open.
D: Si è parlato molto del tuo servizio e di quanto tu ci abbia lavorato su. Credo che stasera tu abbia raggiunto i 215 km all’ora, ma la tua percentuale di prime palle di servizio è stata intorno al 40%. Come giudichi il tuo servizio ora e stai cercando di correre più rischi? C’è un numero che ti soddisfa?
“Credo che nelle ultime due partite il servizio abbia deciso di andare in vacanza, abbandonandomi per un po’. Sì, non penso che questi numeri siano qualcosa che voglio ogni giorno. Ovviamente è bello superare le partite e sopravvivere per combattere un altro giorno. Al momento sto ancora cercando di raggiungere il 60% di prime in campo e qualsiasi cosa intorno a questo numero è sicuramente buono. In ultima analisi, ho quel tocco in più sul servizio che mi permette di ottenere, ad esempio, quel 215 di stasera, ma non significa che debba usarlo sempre. Si tratta di giocare con varietà e di preparare il colpo successivo, di far provare a indovinare ai tuoi avversari se proverai ad andare forte alla T o se vuoi togliere un po’ di ritmo e giocare uno slice corto, o ancora se starai per servire al corpo. L’importante al servizio è mantenere la varietà“
D: Mi chiedevo se hai avuto molte conversazioni con Lleyton Hewitt, uno che ha giocato molto del suo miglior tennis a vent’anni, ha avuto una mobilità simile alla tua e, forse, ha faticato di più verso la fine avvicinandosi ai trenta. Hai parlato molto con lui della mortalità della vita nel tour e di quando è il momento di giocare al massimo?
“È stato il mio capitano di Coppa Davis per molto tempo e ho imparato molto grazie a lui. Mi ha dato una mano molte volte. In definitiva, uno dei miei obiettivi più importanti negli ultimi due anni è stato quello di ottenere risultati negli Slam. Più di ogni altra cosa, il suo consiglio è sempre stato quello di trovare un modo per superare la prima settimana. Non importa come lo fai, se bene o male, devi solo trovare un modo per arrivare alla seconda settimana, perché nella seconda settimana di uno Slam può succedere di tutto. Si inizia a giocare con più fiducia. Hai già giocato quattro partite, senti le condizioni, le palline, l’atmosfera, e poi non sei così lontano dal titolo. È questa la mentalità che ho avuto negli ultimi due Slam: superare la prima settimana e poi vedere cosa succede”
D: Ovviamente sei consapevole del tuo record contro Jannik Sinner. Senti che con il modo in cui stai giocando, forse stai colmando il divario e che questa sarà la tua migliore occasione?
“La cosa bella del tennis è che una volta scesi in campo, si parte entrambi da 0-0. È un giorno nuovo e tutto può accadere. È proprio questa la mentalità con cui affronterò la partita. Sarà il mio primo incontro in tutto il torneo in cui sarò lo sfavorito e non avrò addosso la pressione e le aspettative di dover vincere. Bisogna giocare la partita come se fosse la prima tra di noi in assoluto e dimenticare tutto quello che è successo in passato. L’unica cosa che voglio prendere dai nostri incontri precedenti sono le partite in cui mi è sembrato di giocare bene e in cui ho trovato diverse aree in cui potevo esprimermi. Molto dipende da quando giocheremo, se di giorno o di notte. Sono due partite completamente diverse e due modi diversi di giocare. Preparatevi a una battaglia dal primo all’ultimo punto“
D: Ti è già stato chiesto di Jannik, ma hai anche interrotto una lunga serie di partite contro Tsitsipas. Come può questa cosa riflettersi su come ti senti nell’affrontare Jannik?
“Guarda, Jannik è un giocatore straordinario, giusto? E credo che Taylor l’abbia detto molto bene quando gli è stato chiesto se fosse un brutto matchup per lui, e l’ha detto chiaramente: non si tratta solo del fatto che sia matchup negativo. Jannik è un pessimo abbinamento per molti giocatori del tour. Se considero questo aspetto, devo solo guardare alle cose che ho fatto bene contro di lui. Mi sono allenato con lui questa settimana, quindi devo basarmi su questo e sul match che ho giocato contro di lui a Rotterdam. Per me quello è stato probabilmente, tra gli ultimi incontri che abbiamo giocato, l’unico da cui posso trarre molto, perché ero fisicamente al 100% e penso che sia stata una bella battaglia. Da lì ne trarrò molto e, inoltre, non abbiamo mai giocato i quarti di finale di uno Slam. Questa è una novità“