Tutto è pronto per i quarti. La prima manche dei match dei migliori otto avverrà nella giornata di martedì 21 gennaio. All’Australian Open 2025, nel singolare maschile, sarà la parte bassa del tabellone ad aprire le danze sulla Rod Laver Arena. Prima ci sarà la sfida tra Alexander Zverev e Tommy Paul in sessione diurna, attorno alle 4 di notte italiane. Nel serale, invece, ecco il big match tra Carlos Alcaraz e Novak Djokovic, che scenderanno in campo alle 10:30 italiane per darsi battaglia nel quarto di finale più interessante in programma. Entrambe le sfide si potranno godere in tv su Eurosport, detentore dei diritti, e Sky Sport (canali 210 e 211). In streaming, invece, verranno mandate in onda su Discovery+ e NOW.
[3] C. Alcaraz – [7] N. Djokovic
L’incontro che tutti aspettavano. Appena è uscito il tabellone di questa edizione dell’Australian Open gli appassionati sono andati ad analizzare i sorteggi dei top player presenti. Primo tra tutti Jannik Sinner, numero 1 al mondo, finito (grazie al cielo) dalla parte di Taylor Fritz, quarta testa di serie. Dopo il ghiaccio, si pensa al fuoco. Carlos Alcaraz sorteggiato nel quarto di finale di Novak Djokovic, dieci volte campione di questo evento e assoluta – per quanto faccia abbastanza ridere dirlo – mina vagante in quanto ‘solo’ testa di serie numero 7. Sarà l’ottavo testa a testa ufficiale tra Alcaraz e Djokovic – che conduce per 4-3 -, il primo dalla strepitosa finale delle Olimpiadi 2024, il secondo su cemento dopo l’altrettanto entusiasmante finale del 1000 di Cincinnati 2023 e il quarto in uno Slam dopo la semi del Roland Garros 2023 e le due finali di Wimbledon 2023 e 2024. Curiosamente, per la prima volta i due si troveranno faccia a faccia prima del turno dei migliori 4.
Per quanto esperto, solido e determinato possa essere Djokovic, il favore del pronostico pende dalla parte di Alcaraz, voglioso come non mai di conquistare il titolo per diventare il più giovane tennista della storia a compiere il Career Grand Slam. Il percorso del 37enne di Belgrado è stato come ogni suo classico da Slam, in crescendo. Prima un po’ di ruggine da togliere contro i giovani sconosciuti (da lui) Basavareddy e Faria, contro cui ha lasciato per strada un set, e poi ecco la discesa travolgendo le due verdi speranze ceche, entrambe teste di serie, Machac e Lehecka. Tre set a zero e a casa. Per il 21enne murciano, invece, solo un inciampino contro Borges al terzo turno, dove ha smarrito una frazione. Per il resto, Shevchenko e Nishioka liquidati quasi scherzando e Draper agli ottavi che non era un Draper competitivo, ma distrutto dalle maratone giocate nei primi tre turni.
“Non ho paura di Djokovic, so come affrontarlo”, ha detto lo spagnolo in vista del match. “Se pensassi a tutto quello che ha raggiunto lui nel tennis non potrei giocarci contro. Penso alle armi che ho, so che sono in grado di batterlo”. Con grande probabilità, se i due dovessero calcare il rettangolo da gioco portando l’ultima versione vista, verrebbe fuori un’autentica lotta e Nole ne è consapevole. “Mi aspetto una gran battaglia, come nella maggior parte degli incontri in cui ci siamo affrontati”, le parole del serbo durante la sua ultima conferenza stampa. “Gli ultimi match mi incoraggiano a credere che, se sono in buona giornata, posso ancora battere chiunque”. Questo può anche essere vero, però ci vorrebbe una prestazione di Djokovic degna del suo nome, di ciò che è stato capace di fare nella sua carriera e soprattutto su quel campo. Una versione simil finale delle Olimpiadi per intenderci, non un 5% in meno. E a quel livello Nole, recentemente, non ci ha abituati molto. Altrimenti, potrebbe risultare quasi un’impresa superare Alcaraz, che farà di tutto per indirizzare il match come ha fatto ad esempio durante l’ultima finale di Wimbledon.
Il numero 3 ATP vorrà dettare lui le regole del gioco, sperando di trovare dal lato opposto della rete un Djokovic non al suo picco di rendimento. Al contrario, il serbo proverà a imporsi magari cercando di allungare lo scambio, obbligando lo spagnolo a dover giocare sempre un colpo in più e magari da posizioni piuttosto scomode. Cercasse di giocare a chi tira più forte diagonale su diagonale, difficilmente uscirebbe con una vittoria in tasca. Fondamentale sarà quindi anche il servizio. Novak dovrà variare quanto più possibile per mandare in confusione Carlos e quest’ultimo, con il nuovo movimento, dovrà concentrarsi sulla fluidità e come detto sulla capacità di metterne quanti più possibili in campo, così da non permettere al serbo di far partire lo scambio con un 50 e 50, se non con uno 60 a 40 in suo favore. Per il resto, sia il campo a parlare.
Testa a testa tra Carlos Alcaraz e Novak Djokovic (3-4)
- ATP Madrid 2022, semifinale: C. Alcaraz b. N. Djokovic 6-7(5) 7-5 7-6(5)
- Roland Garros 2023, semifinale: N. Djokovic b. C. Alcaraz 6-3 5-7 6-1 6-1
- Wimbledon 2023, finale: C. Alcaraz b. N. Djokovic 1-6 7-6(6) 6-1 3-6 6-4
- ATP Cincinnati 2023, finale: N. Djokovic b. C. Alcaraz 5-7 7-6(7) 7-6(4)
- ATP Finals 2023, semifinale: N. Djokovic b. C. Alcaraz 6-3 6-2
- Wimbledon 2024, finale: C. Alcaraz b. N. Djokovic 6-2 6-2 7-6(4)
- Olimpiadi 2024, finale: N. Djokovic b. C. Alcaraz 7-6(3) 7-6(2)
[2] A. Zverev – [12] T. Paul
Il campione senza Slam contro il fresco e quasi anticonformista (per quanto riguarda il tennis) giocoliere americano. Alexander Zverev contro Tommy Paul, seconda e dodicesima testa di serie in tabellone. Un match che si è già visto due volte, ma che forse sarebbe quasi più sensato contare come primo testa a testa. Infatti, i due precedenti risalgono al 500 di Acapulco 2020 e al 1000 di Indian Wells 2022, momenti ‘storici’ in cui Sascha non era questo Sascha, costante e maturo allo stesso tempo, e Tommy non era questo Tommy, semplicemente un top player.
I due scontri li aveva sì portati a casa l’americano, ma contano davvero qualcosa? Molto probabilmente no. Il percorso di Zverev è stato piuttosto netto e si può dire che il tedesco abbia convinto. Pouille, Martinez e Fearnley sono stati spazzati via, e contro Humbert agli ottavi la prestazione è stata ugualmente ottima se non per quei quaranta minuti di secondo set in cui il francese ha giocato un tennis d’oro. Diverso e un po’ più accidentato, invece, il sentiero di Paul verso i quarti di finale. Esordio al cardiopalma contro l’idolo di casa O’Connell, superato dopo quattro ore e cinque set annullando nel parziale decisivo tre palle break consecutive per l’avversario. Poi un’oretta di tennis da popcorn contro Nishikori, le cui batterie si sono scaricate dopo aver conquistato la prima frazione; e infine le due passeggiate di salute contro gli spagnoli dal nome lungo: Carballes Baena e Davidovich Fokina.
“Mi sono allenato una volta con lui a Shanghai lo scorso anno”, ha fatto sapere il teutonico durante la sua conferenza stampa post-successo agli ottavi. “Paul è cresciuto molto come giocatore, ha un livello alto. Il match sarà molto diverso rispetto a quando ci siamo sfidati gli anni scorsi. Sarà una battaglia. È un giocatore molto intelligente: può cambiare tattica e variare spesso i colpi durante la partita. Può fare ciò che vuole in campo”. Lo statunitense ha invece speso più parole riguardo sé stesso e i suoi miglioramenti rispetto a quelle su un’analisi del suo prossimo avversario (semplicemente perché non gli hanno fatto una domanda specifica su Zverev). “Prendersi cura del proprio fisico è fondamentale: mantenere l’integrità fisica dall’inizio alla fine è la chiave. Questa settimana non mi sono allenato nei giorni tra un match e l’altro. Ora c’è molta più regolarità nella mia vita, sto più attento a tutto e lavoro ancora più duramente”.
Oltre al rendimento sulla lunga distanza, che sarà senza dubbio fondamentale, sarà importante capire su quali binari si svilupperà l’incontro. Zverev dovrà quanto più possibile verticalizzare il gioco, non facendo giocare l’avversario in risposta e cercando di manovrare gli scambi in suo favore non aspettando che sia l’altro a inventarsi qualcosa. Infatti, dovesse questa dinamica palesarsi, Paul metterebbe davvero in confusione il teutonico con le sue variazioni, il suo gioco irregolare e le sue discese a rete. La regolarità senza una direzione precisa dovrà quindi essere evitata dalla seconda testa di serie, che appunto potrebbe finire nella trappola messa in atto dallo statunitense. Quest’ultimo, poi, dovrà stare alla larga dagli scambi sulla diagonale del rovescio e semmai dirigere lui il punto quando avrà la possibilità di manovrare con il dritto. Insomma, un gioco di equilibri che vedrà uscire vincitore chi sarà in grado di mettere in atto il proprio tennis per più tempo, disinnescando al meglio i tentativi di sovversione dell’avversario.