Claudio Zimaglia è uno dei fisioterapisti e osteopati più stimati del mondo del tennis. Formatosi fra Torino e la Francia, ha seguito alcuni dei più grandi campioni del tennis moderno: da Milos Raonic a Maria Sharapova, da Borna Coric a Jannik Sinner e ultimo, ma solo in ordine di tempo, Novak Djokovic. La tenuta fisica del serbo è stata uno dei grandi temi del pre-Australian Open. I dubbi però sono stati definitivamente fugati con l’inizio del torneo, Nole è in forma smagliante. Ma per mettere i puntini sulle i il dottor Zimaglia è intervenuto ai microfoni del format su YouTube Gonzo Tennis.
“Il 2024 è stato un anno di passaggio“. Ha dichiarato il fisioterapista, che ha poi continuato: “Aveva dichiarato che non avrebbe spinto tanto perché l’idea era capire cosa fare. Non è che avesse tutta questa motivazione per giocare, ma dopo l’infortunio al ginocchio l’ha trovata e grazie alla finale a Wimbledon ha capito che poteva provare a spingere per le Olimpiadi, che erano il suo obiettivo principale. Anche negli ultimi mesi non ha giocato, infatti dopo Shanghai ha smesso, perché non era al 100% fisicamente. La rinuncia alle Atp Finals è stata una scelta forzata. Dopo Shanghai aveva problemi alla spalla, perciò giocarle avrebbe significato mettere a rischio la preparazione. Sicuramente non era il suo obiettivo del 2024, ma non essendo una situazione risolta si è preso un po’ di giorni di riposo dal tennis. Ha usato quel tempo per recuperare, poi è andato in Argentina per l’esibizione con Del Potro e il 4 dicembre ha iniziato una preparazione seria per arrivare a questi eventi”.
Una programmazione maniacale, che ha portato il serbo a giocarsi un’altra semifinale Slam alla soglia delle 38 primavere. “Nole sta meglio adesso che nel 2023 a livello fisico. Durante la preparazione ma anche nei primi tornei dell’anno ha fatto tutto senza avere grosse situazioni di crisi. Ha lavorato fino all’ultima goccia di sudore e cercato di gestire la sua capacità fisica. Non so come starà tra due anni, ma ora è come se ne avesse 5-6 anni. L’alimentazione fa la differenza e lo stesso vale per l’acqua che beve o gli integratori che prende. Fino ai 40-42 anni ci può arrivare in questo momento: può giocare altri 4 anni a questo livello. Quello che ci mette lui rispetto ad altri atleti è diverso: riesce a recuperare, s’impegna al 100% quando ce n’è bisogno ma riesce anche a diversificare”.
Ma la stagione di Djokovic non si ferma certo a Melbourne: “È una situazione simile al 2023, quando vinse tutto tranne la finale di Wimbledon. Ha una motivazione diversa rispetto allo scorso anno, anche grazie all’introduzione del nuovo coach, ed ha trovato forti stimoli personali. La preparazione? Varia in basa agli obiettivi, quest’anno ha puntato sulla resistenza. L’obiettivo era migliorare anche sulla parte tecnica, capendo dove Murray voleva aiutarlo. L’obiettivo è spingere più forte di Sinner e Alcaraz per poter competere con loro: sono i due avversari che lo mettono più in difficoltà”.
L’arrivo di Andy Murray avrebbe quindi portato una ventata di aria fresca all’interno del team: : “Perché hanno la stessa età, si rispettano a vicenda, ma anche perché è arrivato preparato: sapeva tutto. Poi ha dichiarato di essere un po’ sotto stress, ma Novak è felicissimo ed Andy è decisamente all’altezza del compito. Poi fanno molte cose insieme, come palleggiare o correre, perché Andy ha ancora il fisico da atleta”. Ecco infine rivelata quella che sarebbe la routine dell’eterna giovinezza: “Incomincia la giornata con esercizi di respirazione, poi con me lavora sul lettino e facciamo 30 minuti di bilanciamento posturale mediante esercizi in tecnica pilates. Quindi fa riscaldamento muscolare con il preparatore e poi va in campo, giocando all’incirca un’ora e 50’. Nel pomeriggio sta con la famiglia, quindi un’altra ora e mezza di lavoro e poi dopo cena il lavoro di recupero giornaliero”.