Sinner ancora più forte (Federica Cocchi, La Gazzetta dello Sport)
E cosa gli vuoi dire ancora? Due giorni prima è riuscito a conquistare il suo “Flu game” con Holger Rune quando era a un passo dal ritiro, ieri è tornato in campo contro la sua vittima sacrificale, l`australiano Alex De Minaur, e lo ha spazzato via in meno di due ore lasciandogli la miseria di sei game. Tutto perfetto, movimento, tattica tecnica, il suono della palla inconfondibile che schioccava ancora di più nella notte della Rod Laver Arena. Jannik Sinner continua la sua corsa verso la conferma del titolo: domani in semifinale, alle 9.30 del mattino italiano, ci sarà dall`altra parte Ben Shelton. Tipo tosto, lo statunitense: gran battitore e un po` showman, mancino insidioso che nel 2023 nel Master 1000 di Shanghai è stato l`ultimo a sbattere fuori Jannik da un torneo prima dei quarti di finale.
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E invece Sinner ringrazia: “Un po` di appunti mi servono proprio… Con Shelton sono state sempre belle battaglie, ci siamo affrontati un po` di volte l`anno scorso“. Sono state tre, per la precisione, e ha sempre vinto il numero 1 del mondo: Indian Wells, Wimbledon e Shanghai, e sempre senza lasciare nemmeno un set: “Sì ma con lui bisogna stare sempre pronti perché sa fare tante cose, non solo servire: gioca bene da fondo, scende a rete spesso e con facilità, è cresciuto in questi anni. È una partita in cui è importante sempre tenere alta l`attenzione”. Per non rischiare di fare la fine di Carlos Alcaraz, ridimensionato da Novak Djokovic. La tanto attesa finale Slam tra i due rappresentanti della nuova era non ci sarà: “È stata una bella partita, straordinaria. L`ho vista tutta perché sapevo di non dovermi alzare presto il giorno dopo. Peccato che Carlos e Noie si siano incontrati così presto, per me la loro è la migliore rivalità del tennis ed era un match che valeva la finale. Il pubblico l`ha resa ancora più speciale”.
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“Poi, quando si è giovani ci si riprende più velocemente”, conclude con una stilettata nei confronti degli “anziani”: “Scherzo… Mi riferivo al mio team prosegue sorridendo -. Ho una squadra molto esperta che capisce bene ogni situazione, più di quanto possa fare io. In fin dei conti gioco a tennis da un po` di tempo, ma non da tantissimo: ci sono molte cose su cui migliorare, il loro apporto è fenomenale” . Riposo Negli ultimi due giorni, seguendo le indicazioni di coach Cahill, ha ripreso ad allenarsi gradualmente, e sempre nei campi al coperto, a porte chiuse. Una scelta dovuta principalmente al clima e alla necessità di non essere distratto da troppe persone o variabili esterne:
“All`inizio volevamo giocare un po` fuori, ma era abbastanza caldo quindi abbiamo ritenuto che fosse meglio stare indoor, con meno casino. Prima del match contro De Minaur, invece, c`era tanto vento e abbiamo optato per stare al chiuso, con la palla ferma e non mossa dalle folate. Nel riscaldamento preferisco sentire bene la palla perché è quella la sensazione che porto in campo“. La medicina, come sempre, è stata il riposo, il tanto amato sonno, il modo migliore per recuperare dalle fatiche e dal malessere: “Sì, ho dormito. Quando mi sono alzato mi sentivo davvero bene, e infatti il risultato è stato eccellente”. Jannik dieci e lode.
“Jannik in modalità mostro. L’addio di Cahill? Sarà sostituito” (Gaia Piccardi, Il Corriere delle Sera)
Dopo la schiacciante vittoria su De Minaur, blindata la qualificazione alla semifinale dell’Australian Open, coach Simone Vagnozzi si è affacciato in sala stampa. L`occasione per chiarire gli eventi degli ultimi giorni. Nei quarti Jannik è stato devastante. Sta di nuovo bene? “Già martedì si era svegliato in migliore forma. La partita in serata e il meteo fresco, rispetto al caldo umido con Rune, hanno aiutato. Ha decisamente recuperato da quel piccolo fastidio”. Può chiarire la natura del piccolo fastidio? Sono fioccate le congetture. “Si è svegliato sentendosi stanco. Aveva un po` di mal di testa, un po` di mal di pancia. L`umidità e il sovrasforzo con Rune hanno leggermente allargato il problema. Cose che possono succedere in uno Slam, quando l`impegno dura 14 giorni. Niente di cui preoccuparsi”.
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La notizia dell`addio di Cahill a fine anno. Verrà sostituito? “Sapete quanto mi trovi bene con Darren come partner e supervisore. Sono dispiaciuto ma lo capisco: dopo tanti anni desidera riposare. Ci vorrà qualcuno che lo rimpiazzi: da solo, per 5o settimane in viaggio sul tour, è impossibile. Poi mia moglie chi la sente… Al momento non ci stiamo pensando, però: siamo concentrati sul torneo”.
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Shelton in semifinale incute timore? “Sarà un match opposto a quello con De Minaur. Shelton ha colpi che girano in modo molto diverso ma Jannik è bravissimo a adattarsi a chi ha davanti“. Con De Minaur è stato spietato. “Panichi dice: modalità mostro. È vero: ha giocato un tennis stellare”.
Senza Ostacoli (Stefano Semeraro, La Stampa)
Il Mostro ha un’aria gentile, non ti fa male ma ti smonta, ti impacchetta, ti smaltisce. “Oggi Jannik era “in modalità mostro”, spiega coach Vagnozzi, citando la definizione di Marco Panichi, il preparatore atletico che ha passato anni a fianco di Djokovic e quindi di creature simili se ne intende. Il malcapitato di turno, Alex De Minaur, adorabile vittima, numero 8 del mondo ed enfant du pays, ne esce masticato per la decima volta in dieci incontri, 6-3 6-2 6-1 in un`ora e 48 minuti. Neanche il tempo di far scaldare le mani dell`infreddolito pubblico della Rod Layer Arena, che Jan era già davanti al microfono di Jim Courier, decisissimo a tenerlo in campo almeno qualche minuto in più. “Jannik, hai fatto così in fretta che ora questa gente la devi intrattenere…”.
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Nel caso del Bardo di Sesto Pusteria, è il sonno la materia di cui sono fatti i sogni. “L`anno scorso prima del match con Baez non è suonata la sveglia”, racconta divertito Vagnozzi. “Ci toccò buttarlo giù dal letto e preparargli qualche panino in tutta fretta”. Un anno dopo la Volpe è di
nuovo in semifinale a Melbourne, la quinta in uno Slam (record di Pietrangeli eguagliato a soli 23 anni), domani ci trova dentro le prime mancine a 230 all`ora di Ben Shelton, che fino ad ora di italiani ne ha seccati due, Musetti al secondo turno e ieri nei quarti Sonego. “Ben è tosto, aggressivo, uno dei migliori servizi del circuito. Abbiamo giocato qualche partita l`anno scorso (quattro, le ha vinte tutte lui, Shelton si è preso solo il primo confronto nel 2023, ndr) stavolta spero di rispondere bene e restare concentrato. Meglio affrontarlo di giorno o di sera? Di solito preferisco il giorno, perché hai più tempo per riposare”.
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C`è da affrontare il ritiro di Cahill a fine anno, “una persona che mi ha dato tanto – chiosa Vagnozzi – grazie a lui sono un coach migliore. Da solo non posso fare 50 settimane all`anno, mia moglie non sarebbe d`accordo, ma ora la priorità è questo torneo”. In finale potrebbe spuntare Djokovic l`eterno, che in semifinale dovrà vedersela con Zverev. Jannik se l`è studiato in tv nei quarti contro Alcaraz: “Bellissima partita, con Nole e Alcaraz ci sono le rivalità più belle, quelle che fanno bene al tennis, ma stanno arrivando altri giocatori“. Alla Ferrari invece è arrivato Hamilton: “E’ bello, ma strano vederlo in Rosso, credo anche per Charles (Leclerc, ndr). Ma sono sicuro che sarà una grande stagione”. Sogni mostruosamente consentiti
Sonego: «Esco senza rimpianti» (Pietro Corso, Il Corriere dello Sport)
“Esco dal torneo senza rimpianti, il mio obiettivo era dare il massimo in ogni partita, fino alla fine. Lascio l`Australia con grande consapevolezza di cosa posso fare dentro al campo”. La lucidità di Lorenzo Sonego è la chiosa di un`avventura incredibile vissuta agli Australian Open. Un`avventura, a 29 anni, che può definitivamente sancire il secondo tempo della sua vita tennistica. Il torinese ha lottato al massimo delle sue potenzialità contro Ben Shelon, uscendo sconfitto per 6-4 7-5 46 7-6(4) dopo una partita molto divertente per protagonisti e spettatori In semifinale contro Jannik Sinner ci va il numero 20 ATP ma il patrimonio di informazioni che “Sonny” ha accumulato nelle due settimane a Melbourne è inestimabile. Dopo aver siglato il suo miglior risultato in uno Slam, il primo aspetto che tornerà a sorridergli, come non accadeva da 71 settimane, è il ranking. Da lunedì, Lorenzo tornerà in Top 40 alla posizione numero 35, proprio accanto ai connazionali Berrettini e Cobolli.
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È stato molto difficile rispondere al suo servizio perché arriva una palla molto pesante, però sono stato bravo a prendere in mano rincontro in diverse fasi per giocarmela a viso pieno in tutti i set. Il mio tennis non è ancora perfetto, ci sono ancora ampi margini per fare meglio”. In due settimane, l`allievo di coach Fabio Colangelo è stato una fabbrica di colpi da replay. Dalla giocata dietro la schiena contro Wawrinka, fino all`effetto di una super volée giocata all`inizio del secondo set nel quarto di finale.
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E prima di lasciare l`Australia, un piccolo spunto a Sinner: “Jannik sa meglio di me cosa deve fare. Credo che sarà importante provare a disinnescare subito il servizio di Shelton; lui che è eccezionale in risposta deve puntarci per portare il match sui suoi binari”