Tutti qui in Australia, insieme ai bookmaker di tutto il mondo, danno favorito per la finale dell’Australian Open Jannik Sinner nei confronti di Sascha Zverev. Il tedesco è pagato addirittura tre volte. Avranno tutti ragione?
Effettivamente il bilancio dei confronti diretti, 4-2 per Zverev, lascia il tempo che trova, perché tutto quello che è accaduto in Sinner, prima della primavera del 2024, è troppo datato, non registra il vero Sinner e quindi mette fuori strada.
È certo probabile che il gioco di Zverev – che non avrebbe davvero bisogno di essere enfatizzato… è o non è il n. 2 del mondo? – quando Sinner non era ancora Sinner, creasse seri problemi alla Volpe Rossa che soffriva sulla diagonale dei rovesci la maggiore consistenza del tedesco. Jannik non era ancora sufficientemente esperto e smaliziato da sperimentare altre contromisure per sottrarvisi.
Inoltre fino a due anni fa – non dimentichiamolo – si diceva che il punto debole di Sinner fosse il servizio. Di conseguenza, ogni partita o quasi per lui era uno stress: se non gli entrava il servizio veniva attaccato sulla seconda e se si ritrovava più volte ai vantaggi nei propri game di battuta, poi finiva per giocare con troppa pressione anche i game di risposta.
Quel Sinner lì non esiste più. Strappargli il servizio è un’impresa. E ecco allora che adesso nei game di risposta lui può giocare sereno, sul velluto. La serenità è quella che gli consente di palleggiare a velocità e profondità crescente. Sono gli avversari, adesso, che sono sotto pressione, che avvertono come ogni loro game di servizio deve essere vincente perché altrimenti Sinner non li rimetterà mai in corsa.
Lui gioca come se non avesse nulla da perdere, loro no. E così quando un set si trascina al tie-break, lui che ha la forza dei nervi distesi (come diceva l’attore di una pubblicità… era Cynar?) lo porta regolarmente a casa. Zverev sarà più nervoso di Sinner, potete starne certi. E lo vedrete appena subirà il primo break.
Credo che Sinner vincerà in tre set, se non accuserà qualche problema fisico. Cosa purtroppo ricorrente. Contro Rune il problema fu allo stomaco, contro Shelton sono stati i crampi.
Ecco, a me non preoccupa il confronto tecnico fra i due, ma la condizione psicofisica. Come è possibile che di sera, in una serata fresca, e in una partita relativamente breve (tre set), Jannik abbia avvertito i crampi? Si dice che la forza di Sinner stia nella sua testa, la sua solidità mentale, però quel che gli sta nella testa quando accusa il primo sintomo spiacevole, è anche la sua debolezza.
Gli basta poco, pochissimo, per diventare la reincarnazione tennistica del Malato Immaginaio, di Moliére. Io sono convinto che Jannik sia oggi superiore a Zverev tecnicamente, purché si convinca di stare bene, di non avere alcun problema fisico-atletico. Con il ritmo che è in grado di imporre a Zverev, in particolare sul dritto, il tedesco soffrirà enormemente…
Ora, però, a Melbourne sono le 5 del mattino dopo che ho visto Sabalenka cedere a una Keys che non aveva mai vinto uno Slam, e poi la nostra coppia Bolelli-Vavassori soccombere di strettissima misura 6-7(18-16!), 7-6 (7-5) 6-3 contro Heliovaara e Patten, non mi va di riscrivere la solita storia di fuffa perché gioca Sinner. Sono le cinque del mattino e vado a letto.
Delle caratteristiche di Sinner ho scritto mille volte. Mi fermo qui… Scusate ma non ce la faccio proprio più.