Alexander Zverev è arrivato per la terza volta in finale Slam dopo US Open 2020 e Roland Garros 2024. Questa volta la sconfitta è arrivata nell’ultimo atto dell’Australian Open contro Jannik Sinner: se nelle prime due finali Slam il tennista di Amburgo era ad un solo set dalla gloria eterna, stavolta è stato un ko senza attenuanti, un secco 6-3 7-6(4) 6-3.
Come se non bastasse, Zverev è stato anche preso di mira da una donna che ha urlato: “Australia believes Olya and Brenda! Australia believes Olya and Brenda! Australia believes Olya and Brenda!”, riferendosi alle accuse di violenza domestica a cui era legato il tedesco, decadute ormai da mesi. A proposito è intervenuto anche Sinner: “Ci sono cose che non si possono controllare, non credo sia stato un momento facile per Sasha”. La tifosa che ha urlato quelle che frasi, come riportato da Ben Rothenberg, ha poi parlato della vicenda, seppur in anonimo e sotto falso nome. Ha spiegato di aver pianificato la protesta con il solo obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica, mostrando così sostegno. Nina, così è stata chiamata in maniera fittizia, è stata immediatamente allontanata dalla Rod Laver Arena dopo l’accaduto, una scelta che lei aveva ponderato già prima dell’incontro.
La donna è coinvolta nelle tematiche di violenza domestica e non le andava giù che Zverev continuasse a venire glorificato nonostante le accuse. Perciò ha deciso di scegliere una posizione strategica e gridare tre volte: “L’Australia crede a Olya e Brenda“. Nina si è detta soddisfatta della risonanza mediatica avuta e del fatto che le storie di Olya Sharypova e Brenda Patea siano diventando ancora di più di dominio pubblico, facendo chiarezza