Da Rotterdam, il nostro inviato
Dopo la vittoria sofferta su Fabian Marozsan agli ottavi a Rotterdam – nella rivincita di un altro match di ottavi di appena un mese fa, a Hong Kong – Andrey Rublev si presenta in zona mista subito dopo la sua partita, chiusa con in due tie-break dopo che il russo aveva anche servito per il match sul 5-3 del secondo set. In esclusiva ai nostri microfoni, dopo aver brevemente raccontato le sue sensazioni sulla partita Rublev si è aperto ad un livello più profondo, quello emotivo, su cui sta imparando tanto e, indirettamente, insegnando altrettanto, anche se forse non ne è del tutto consapevole. Di seguito le sue dichiarazioni, come sempre molto profonde.
D. Grande vittoria con Marozsan, è stata molto dura. Quanto sei orgoglioso di te stesso?
Andrey Rublev: “Non saprei, sto provando un mix di emozioni. Sicuramente sono orgoglioso per aver vinto una partita contro un giocatore che mi aveva battuto appena un mese fa. Sono contento di essere riuscito a rimanere calmo anche dopo aver perso il servizio, trovando subito il contro break. Poi ho ceduto nuovamente la battuta quando stavo servendo per il match, però sono stato bravo a non perdere completamente la testa, calmarmi durante il cambio campo e giocare il tie-break con attenzione“.
D. In una bella intervista prima dell’Australian Open hai detto tante belle cose, che possono servire come ispirazione per le nuove generazioni. Hai qualche consiglio per loro, magari per chi attraversa momenti difficili?
Andrey Rublev: “Grazie. Non saprei in realtà quali consigli dare, vorrei saperlo io in primis! Il consiglio più semplice che posso dare, che è anche il primo grande step da compiere, è quello di essere sempre sinceri con se stessi. Il 99% delle persone al mondo non è totalmente sincero con se stesso, anche se pensa di esserlo. È importante riuscire ad accettarsi. A volte magari qualcuno è geloso di qualcosa o qualcun altro, però cerca sempre di trovare una scusa. Invece no, la cosa più importante è mettere da parte l’ego ed essere onesti al 100% con se stessi. È importante riuscire ad ascoltare il proprio corpo e la propria voce, oltre ad essere più grati per tutto ciò che ci succede. Non è colpa di qualcun altro, se succede qualcosa di brutto la colpa è solo tua. Dipende tutto da te”.
D. Più volte hai detto che Marat Safin ti ha aiutato tanto nell’ultimo periodo. Che genere di consigli ti ha dato? Tennistici? Mentali? Entrambi?
Andrey Rublev: “Mi ha detto di tutto. Riguardo al mio tennis, non è che ci siano molti segreti. Devo migliorare a livello mentale, servire meglio anche la seconda, forse andare più a rete e fare qualche smorzata in più… È abbastanza ovvio capire gli aspetti su cui bisogna lavorare, ma credo lo sia più o meno guardando ogni giocatore. Non è che ci siano grandi segreti riguardo al tennis e anche a livello mentale posso dire più o meno lo stesso. È importante riuscire a trovare il modo per cambiare il tuo comportamento. Certo, tutti sappiamo che dobbiamo comportarci bene ed essere tranquilli, ma come si cambia? Questa è la vera domanda“.
D. Però mi sembra che pian piano tu stia trovando la risposta…
Andrey Rublev: “Sì, pian pianino, step by step. Ogni giorno hai comunque un po’ di paura. Pensi ‘ok, oggi ce l’ho fatta’ (a restare calmo, ndr), ma magari domani possono tornare i fantasmi. È un po’ come una persona che è dipendente da qualcosa: ogni giorno c’è un po’ di paura. Oggi ce l’ho fatta, ma chissà se domani ce la farò oppure no”.