Una vittoria in rimonta (salvando due match-point) e un futuro – neanche troppo lontano – che sembra tutto dalla sua parte. Sì, insomma, Joao Fonseca è decisamente il tennista del momento. E non solo per l’ottimo percorso in quel di Buenos Aires (dove lo attende un rinato Laslo Djere). Già, perché il giovane atleta brasiliano, nel corso dei mesi, è riuscito a scalare ranking e considerazione tra gli addetti ai lavori. Del resto, quella di Fonseca, sembra una storia già scritta. Come testimoniato da lui stesso nel corso della consueta conferenza stampa post-match.
D. Ciao Joao. Immagino tu sia felice per la vittoria e anche per la maniera in cui è arrivata…
“Sì, sono contento per la vittoria, al di là di come sia arrivata. La pioggia ovviamente ha ostacolato un po’ il gioco. A me piace giocare in maniera un po’ più aggressiva, mentre a lui piace giocare un po’ più in risposta. Quindi, vincere in queste condizioni difficili, rimontando, è stato bello. Sono molto contento di me stesso. Sono molto felice di questa vittoria, era una partita che avrei potuto vincere in ogni caso.“
D. Possiamo dire che Buenos Aires rappresenta una svolta per la tua carriera?
“Beh, dall’inizio della mia carriera professionale le cose sono accadute molto rapidamente. Sono cresciuto come giovane e poi come professionista. Sono successe molte cose, la gente ha iniziato a conoscermi, a sapere chi è Joao Fonseca, quindi sono felice di tutto questo. Sono felice del modo in cui ciò sta accadendo e del fatto che posso lavorare sempre più duramente per raggiungere il mio sogno, che è quello di essere il numero uno al mondo. Penso che, ovviamente, devo vincere un titolo, quindi sto lavorando duramente per riuscirci un giorno. Non so se sarà questa settimana, ma lo spero. Sto lavorando duramente per questo. Ma se continuiamo così, umili, fiduciosi, lavorando sodo, le cose arriveranno. I risultati arriveranno, i titoli arriveranno. Quindi sono soddisfatto dell’incontro di oggi.“
D. Qual è il significato che dai a una vittoria come quella di oggi? Senti di essere una sorta di simbolo per il Brasile? Insomma, dopo Kuerten, i tennisti verdeoro ad alti livelli sono quasi scomparsi…
“Come ho detto prima, queste sono partite che ti rafforzano come persona e come giocatore. Per quanto riguarda il mio Paese, la verità è che la sento come una motivazione per continuare a lavorare. Più che pensare a ciò che succede all’esterno, devo guardare dentro di me e trovare sempre motivazioni nuove. Quindi è un qualcosa che comporta un po’ di pressione, ma penso di essere sulla strada giusta, facendo le cose giuste. Credo che ognuno abbia i suoi tempi. Non mi piacciono molto i paragoni che si fanno: ognuno ha il suo tempo, ognuno può farlo a modo suo. Per quanto riguarda Kuerten, lavorando sodo, continuando a lavorare a mille, potrei arrivare a fare forse la metà di quello che ha fatto lui…“
D. Una volta abbiamo chiesto a Sinner e Alcaraz quanto fosse dura separare la vita sportiva da quella privata. Qual è il tuo pensiero al riguardo?
“Beh, è una bella domanda. Fin da piccolo sono cresciuto con due fratelli più grandi, quindi credo che mi abbia aiutato molto ad essere un po’ più maturo. Ho anche molti amici più grandi del sottoscritto, che vanno al college negli Stati Uniti, che giocano a tennis e si frequentano, ma credo che la mia vita sociale sia molto buona. Mi piace stare con la famiglia quando sono a Rio, mi piace giocare a poker, è una cosa che mi piace fare. Anche giocare ai videogiochi. Quindi ho una vita sociale che mi permette di fare così, non si tratta solo di tennis.“