Dopo mesi che sono sembrati infiniti, finalmente è arrivato il verdetto che riguarda il caso Sinner. Il tennista altoatesino ha deciso di patteggiare con la WADA, accettando la squalifica di tre mesi. Una decisione forte che è stata commentata e ripresa da chiunque in queste ultime ore. Non poteva ovviamente mancare l’opinione di Omar Comporese, ex numero 18 dell’ATP, nonché stella dell’Italtennis in Coppa Davis, intervistato da QN/Nazione Sport.
“E’ stata una sorpresa, già trapelava qualcosa sui social venerdì sera, ma come sempre è meglio aspettare e verificare. In ogni caso questa sospensione stupisce. A mio modo di vedere, tutta questa vicenda è contraddittoria. Siccome la Wada ha riconosciuto che non c’è stata la volontà di Sinner di assumere la sostanza, e che il quantitativo è irrisorio, trovo che lui, da innocente, non dovesse fare nemmeno un giorno di sospensione“. Ciononostante, Jannik dovrà scontare una squalifica che lo terrà lontano dal campo da gioco fino al 4 di maggio. “Pochi si rendono conto di quello che ha dovuto attraversare il numero 1 quest’anno. Le sue grandi vittorie hanno fatto passare la vicenda doping in secondo piano, ma psicologicamente non deve esser stato così per lui. Credo che Sinner non ne potesse veramente più, si parlava di uno stop possibile di uno o due anni. Va capito. E tre mesi di stop non sono così pochi“.
In questo periodo di tempo in cui non potrà metter piede nel campo da gioco, Sinner non potrà disputare tornei importanti, quelli che riguardano la preparazione per il Roland Garros. “Dovrà rinunciare a quattro ‘ATP 1000’ molto rilevanti: Indian Wells, Miami, Montecarlo e Madrid. Già per il fatto di non essere stato a Rotterdam, Jannik ha perso 500 punti che contava però di recuperare a Doha. E’ un attimo, scivolare nel ranking, anche se il vantaggio guadagnato è consistente“. Non sono solo tre i mesi di sospensione: il tennista altoatesino, dopo la vittoria a Melbourne, aveva deciso di prendersi una pausa, dunque il suo tempo fuori dal campo è maggiore. “Parliamo di un grandissimo campione, ma certo la lontananza dai tornei non fa mai bene. Si perde il ritmo di gioco, l’abitudine emotiva a un certo tipo di stress. Trovo anche assurdo che scatti il divieto di allenarsi fino a metà aprile. Questo mi spinge a ribadire quanto poco logica sia la sospensione sancita ieri“.
Una delle poche note positive di questa vicenda sarà il rientro in campo di Sinner che avverrà proprio davanti al proprio pubblico, in Italia, agli Internazionali BNL di Roma. “Credo ovviamente che tutto il pubblico sarà per lui. Ma viste le circostanze, non si dovrà pretendere che si possa esprimere immediatamente al massimo livello. E’ più probabile che il torneo a Roma venga ora considerato da lui come quello per ritrovarsi, puntando poi con convinzione al Roland Garros che non ha ancora vinto“.
Dopo la sentenza finale, alcuni colleghi hanno criticato la scelta della Wada, specificando che Jannik è stato trattato “troppo bene”. “Non penso sia così, anzi, è stato trattato male. Probabilmente la Wada era sotto pressione per vicende precedenti, come quella dei nuotatori cinesi, e cercava di rifarsi contro di lui. Continuo a non capire. Ai miei tempi si girava di torneo in torneo solo con l’allenatore. Io personalmente cercavo di stare molto attento sui prodotti utilizzati, ma il controllo totale è impossibile“.