Esattamente come era successa in una calda giornata di metà agosto con la notizia della violazione al Codice Antidoping da parte di Sinner, in una fredda mattinata di febbraio è arrivata come un fulmine a ciel sereno la notizia dell’accordo raggiunto dal n. 1 del mondo e da WADA per porre fine al contenzioso legale riguardante il fallimento dei due test del 10 e 18 marzo scorsi.
Abbiamo descritto in dettaglio cosa prevede l’accordo e la reazione di Sinner alla fine di questo incubo giudiziario, e il Direttore Scanagatta ha già espresso la sua opinione. Ora vediamo di analizzare per quanto possibile come si è arrivati a questo risultato e quali sono le conseguenze di breve e di medio periodo di questa insolito accordo.
Accordo extragiudiziale, questo sconosciuto
L’opzione di un accordo tra WADA e Sinner prima dell’udienza del TAS programmata per il 16-17 aprile non era stata considerata come un’ipotesi possibile dai più, anche perché c’erano due aspetti che la sconsigliavano.
Innanzitutto Sinner partiva da una posizione di “no fault or negligence” con nessuna sospensione al suo attivo. Di conseguenza, a meno di considerare la sentenza di primo grado come un incredibile colpo di fortuna, non avrebbe avuto molto senso proporre volontariamente di scontare un periodo di squalifica.
Inoltre, non pareva esserci alcuna strada percorribile che portasse a un accordo attraverso un meccanismo contemplato dal Codice Antidoping. Il comunicato della WADA fa riferimento all’articolo 10.8.2 del Codice, che qui traduciamo per intero.
Qualora l’Atleta o altra Persona ammetta una violazione della norma antidoping dopo essere stato messo di fronte alla violazione della norma antidoping da parte di un’Organizzazione antidoping e accetti conseguenze accettabili per l’Organizzazione antidoping e la WADA, a loro esclusiva discrezione, allora: (a) l’Atleta o altra Persona può ricevere una riduzione del periodo di ineleggibilità sulla base di una valutazione da parte dell’Organizzazione antidoping e della WADA dell’applicazione degli Articoli da 10.1 a 10.7 alla violazione della norma antidoping asserita, della gravità della violazione, del grado di colpa dell’Atleta o altra Persona e della tempestività con cui l’Atleta o altra Persona ha ammesso la violazione;
e (b) il periodo di ineleggibilità può iniziare già dalla data di raccolta del campione o dalla data in cui si è verificata l’ultima violazione di un’altra norma antidoping.
In ogni caso, tuttavia, laddove si applichi il presente articolo, l’Atleta o altra Persona dovrà scontare almeno la metà del periodo di ineleggibilità concordato a partire dalla prima delle due date in cui l’Atleta o altra Persona ha accettato l’imposizione di una sanzione o di una Sospensione Provvisoria che è stata successivamente rispettata dall’Atleta o altra Persona.
La decisione della WADA e dell’Organizzazione antidoping di stipulare o meno un accordo per la risoluzione del caso, nonché l’importo della riduzione e la data di inizio del periodo di ineleggibilità, non sono questioni da determinare o riesaminare da parte di un organo di udienza e non sono soggette a ricorso ai sensi dell’Articolo 13.
Se richiesto da un Atleta o da un’altra Persona che cerca di stipulare un accordo di risoluzione del caso ai sensi del presente articolo, l’Organizzazione antidoping con responsabilità di gestione dei risultati consentirà all’Atleta o all’altra Persona di discutere un’ammissione della violazione della norma antidoping con l’Organizzazione antidoping soggetta a un accordo senza pregiudizi.
Tralasciando un commento in questo caso non rilevante che viene aggiunto in calce all’articolo, si può sintetizzare il tutto come segue: nel caso in cui Sinner fosse stato pronto ad ammettere la violazione del Codice Antidoping e avesse accettato conseguenze accettabili all’Organizzazione Antidoping rilevante (ITIA) o la WADA, allora sarebbero potute succedere queste due cose:
- Sinner avrebbe potuto beneficiare di una riduzione della pena in base alla valutazione di ITIA e WADA delle violazioni riscontrate;
- la data d’inizio della sospensione avrebbe potuto essere anticipata fino alla data di prelievo del primo campione positivo, a patto di scontare almeno la metà della pena nel periodo della pena originale (che in questo caso non c’era).
A leggere questo si poteva pensare che in un caso come quello di Sinner, in cui la pena iniziale era “zero”, non si sarebbe potuta applicare questo articolo, ma evidentemente non è così. D’altra parte la condizione a) viene comunque sempre soddisfatta, mentre la condizione b) ha di fatto permesso a Sinner di poter “pilotare” le date nel modo a lui più conveniente.
Nell’ultimo capoverso, poi, viene specificato che se l’atleta manifestasse l’intenzione di avvalersi di questo articolo, le trattative tra le parti dovrebbero essere considerate senza pregiudizio, ovvero non sarebbe possibile, nel caso in cui non venga trovato un accordo e si vada all’udienza in questo caso davanti al CAS, utilizzare la manifestata volontà di ammissione di una colpa da pare dell’atleta come elemento a carico dell’atleta stessa. Questa è una cosa abbastanza comune in tutte le trattative legali e non: fino a che non si arriva all’accordo finale, ogni “rilancio” è come se fosse scritto con i “messaggi a tempo” di WhatsApp e non può essere usata contro la parte proponente.
Tuttavia rimane sorprendente come parecchi commentatori (noi compresi) non avessero considerato questa come una strada percorribile, e per stessa ammissione di Andy Roddick e John Wertheim, conduttori del podcast “Served”, nemmeno durante un’intervista al CEO dell’ITIA Karen Moorehouse realizzata pochi giorni fa sulle procedure relative ai casi di positività, questa fosse stata elencata tra le possibili soluzioni.
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