Ha un viso pulito, un dritto devastante e la creatività di chi sa il fatto suo. Inconfondibilmente Joao Fonseca, il predestinato brasiliano che un intero paese attendeva da generazioni, dopo aver goduto per svariati anni della presenza nel circuito di un tale Guga Kuerten. Il baby-prodigio – nuovo numero uno brasiliano e 68° del ranking – nato a Rio de Janeiro nel 2006, è il protagonista di un nuovo movimento, o meglio di una scuola di pensiero: “O Fonsequismo”. Il tennis di Joao attira l’attenzione di tutti, e dopo essersi fatto notare durante la spedizione a Melbourne, rifilando un netto 3-0 al signor Andrey Rublev – perdendo poi da Sonego, al secondo turno – il nativo di Rio decide di compiere un’impresa da predestinato, vincendo l’ATP 250 di Buenos Aires, a soli 18 anni. “Certo che voglio diventare numero uno e vincere titoli del Grand Slam, ma il mio sogno è solo quello di giocare a tennis e lo sto facendo”, ha dichiarato il piccolo-grande Joao al termine del match contro Francisco Cerundolo, che lo ha consacrato come il più giovane tennista brasiliano (e sudamericano) a vincere un evento ATP, nonché il più giovane a trionfare nella storia dell’Argentina Open.
Le sfumature del tennis di Joao sono molteplici, e tutte di una bellezza disarmante. La maturità con cui affronta alcuni momenti dell’incontro lo fa sembrare un giocatore navigato ed esperiente, ma in verità è “soltanto” il quarto tennista più giovane del secolo a trionfare in un evento ATP, e i nomi che si accostano al suo sono quelli di Kei Nishikori, Carlos Alcaraz e Rafael Nadal. Negare il fatto che il giovane Fonseca si sia messo sulle orme dei più grandi sarebbe come nascondersi dietro un dito, e la splendida settimana nella capitale argentina ne è la prova lampante. Il diciottenne, sull’infuocato campo centrale “Guillermo Villas” di Buenos Aires, ha fatto fuori ben quattro tennisti argentini, diventando il quinto giocatore nella storia a riuscirci dopo Guillermo Coria, Juan Monaco, Nicolas Almagro e Rafael Nadal.
Il torneo di casa, a Rio de Janeiro, lo aspetta a braccia aperte, rievocando gli albori della sua carriera nel circuito ATP, dove tutto è incominciato, con la vittoria inaspettata ai danni di Arthur Fils, nel 2024. Anche se i cinque sigilli di Buenos Aires avranno sempre spazio nel grande cuore di Joao Fonseca, consentendogli di entrare in un importante olimpo, che lo colloca come settimo giocatore più giovane dell’epoca ATP (dal 1990) a trionfare in un torneo, preceduto – in ordine – da Lleyton Hewitt (16 anni e 10 mesi), Andrei Medvedev (17 anni e 9 mesi), Kei Nishikori (18 anni e 1 mese), Rafael Nadal (18 anni e due mesi), Carlos Alcaraz (18 anni e due mesi), e Micheal Chang (18 anni e 5 mesi). Numero 713 del mondo all’inizio del 2024, adesso già abbondantemente dentro la top 100. Dove potrà arrivare il fenomeno brasiliano?