M. Berrettini b. [3] N. Djokovic 7-6(4) 6-2
Era proprio quello che ci voleva. Un Matteo Berrettini con la ‘M’ e la ‘B’ maiuscole. Una prestazione degna dei vecchi tempi ha permesso all’azzurro di avere la meglio su uno sbiadito Novak Djokovic con il punteggio di 7-6(4) 6-2, dopo un’ora e trentacinque minuti di gioco, all’esordio nel Qatar ExxonMobil Open. Poco combattivo e competitivo il serbo in questo incontro, al quale è arrivato con evidente mancanza di preparazione tennistica dovuta allo stop per infortunio che l’ha costretto a fermarsi dopo l’Australian Open. Una palla che non ha camminato come al solito, una risposta che non ha funzionato e, in generale, un match abbastanza sciapo per lui.
Niente da togliere però al tennista azzurro, autore di una prova impressionante specialmente con servizio e dritto che sono sembrati quelli di un tempo. E anche con il rovescio, in back e coperto, il romano è stato bravo a reggere i tentativi del 24 volte campione Slam di indirizzare lo scambio su quella diagonale. Le statistiche raccontano poi di quanto entrambi siano stati molto attenti con il colpo di inizio gioco. Infatti, sia Matteo che Novak hanno messo a segno numerosi ace (13 e 9) e hanno convertito ampiamente più dell’80% di punti nei quali hanno messo la prima. Unica (ma significativa) differenza, i punti vinti con la seconda palla: per il romano 1 su 2, per il serbo 3 su 10 che lo hanno portato a cedere due volte la battuta nel secondo parziale.
Continuerà quindi in doppio con Fernando Verdasco Nole, vincitore di questo torneo nel 2016 e 2017, che deve quindi rimandare ancora una volta la sua rincorsa verso il 100° titolo. Perde poi il primo testa a testa con Berrettini (era 4-0, con l’acuto della finale di Wimbledon 2021) e vede andare in frantumi un filotto impressionante di successi nei match d’esordio al torneo su cemento, che lo vedevano imbattuto da Miami 2018 dove perse con Benoit Paire. Guardando in generale, invece, era da Montecarlo 2022 che il 37enne di Belgrado non perdeva all’esordio (in quell’occasione si arrese ad Alejandro Davidovich Fokina).
Prosegue invece la marcia di Berrettini, che non vinceva contro un top 10 da oltre due anni (United Cup 2023 contro Hubert Hurkacz). Inoltre, mette in tasca il decimo successo contro giocatori tra i primi dieci (su 35 incontri totali disputati), diventando così l’ottavo tennista italiano a riuscire in quest’impresa (agganciato Andreas Seppi in doppia cifra). Ora, è il momento della rivincita. Tallon Griekspoor, contro cui ha perso di un soffio solamente pochi giorni fa a Rotterdam, lo attende al varco.
Primo set – Dritto azzurro on fire, occasioni per entrambi e al tie-break la spunta Berretto (Michelangelo Sottili)
Matteo parte in risposta, vince il primo punto con un drittone dei suoi dopo aver difeso a lungo, ma è chiaro che Novak imposterà gli scambi con l’idea di muovere l’avversario non dandogli il tempo di aggiustarsi per il dritto. Quattro giochi vanno via lisci, poi Djokovic inizia con un doppio fallo e un colpo fuori misura, Berrettini punisce la scelta di giocargli una palla interlocutoria sul lato destro, ma lo 0-40 è risalito istantaneamente senza alcun patema grazie alle prime battute precise. Turno successivo pericoloso per l’azzurro che sbaglia due chiusure da metà campo offrendo altrettante palle break. Non dare alcuna chance all’avversario piantando delle gran prime è un gioco che si può fare anche in due e così fa Berrettini, anche sul successivo vantaggio esterno ed è 3 pari.
Momento potenzialmente importante sul 30 pari del nono game, dopo che il dritto di Berrettini ha fatto un paio di buchi nella metà campo serba, ma Nole decide di andare a vedere il passante bimane azzurro che manca decisamente il campo.
Finale di set al tie-break, Matteo ne ha vinto uno su cinque quest’anno, ma si comincia con l’errore di Djokovic in uscita ed è 3-0 in un lampo. Il 24 volte campione Slam fa il suo, però gli scambi lunghi non sono più una sua esclusiva e si cambia sul 4-2. Berretto perde un punto a rete con una volée smorzata che non ci stava, ma, astuto, permette anche all’altro di perdere un punto al volo. 5-4, si serve per chiudere: il dritto è pesante, due set point, mai un ace quando vuoi respirare, ma la seconda è bella cattiva e il primo parziale è di Berrettini.
Secondo set – Nole perde combattività, Berrettini fa stragi con servizio e dritto e strappa il successo
Servizio e dritto funzionano a dovere per Berrettini a inizio seconda frazione. Il romano tiene il primo turno di battuta a 30, ma non vuole fermarsi qui. Nole sembra soffrire la pesantezza di palla dell’avversario e fatica a impostare lo scambio vicino alla linea di fondocampo. Matteo approfitta, coglie le sue occasioni e nel secondo gioco conquista il break (il primo dell’incontro) ai vantaggi. Poi, a suon di prime vincenti, cavalca l’onda e sale 3-0. Prova a reagire Djokovic tenendo il suo game di servizio a 15 ma, quando è costretto a fare i conti con il colpo di inizio gioco dell’azzurro, nonostante la sua risposta sia storicamente da manuale, spesso non riesce a far partire lo scambio. Berrettini è troppo preciso e potente nel centrare i piazzamenti con il servizio.
Il serbo continua a concedersi chance in risposta, cercando appena può di entrare dentro al campo per indurre all’errore Matteo. Nel settimo game, comportandosi in tal modo, riesce a portare ai vantaggi lo sfidante. Ma qui, ancora, il romano ruggisce e con servizio e dritto toglie qualsiasi speranza al campione balcanico. Quest’ultimo si salva nell’ottavo game, nel quale cancella un match point con una demi-volée vincente molto fortunosa. Ma l’epilogo è rimandato a pochi istanti dopo. Berrettini si procura un altro match point e questa volta chiude 7-6(4) 6-2. Il palcoscenico è tutto suo.