Venti mesi esatti. Nel mentre, ne sono successe di tutti i colori. Lunedì 19 giugno 2023 esce, come quasi ogni settimana, la classifica ATP. Matteo Berrettini è fuori dalla top 30 dopo quattro anni. Solo pochi giorni prima, le lacrime gli rigavano il viso a seguito della dolorosa, quasi umiliante sconfitta contro l’amico Lorenzo Sonego a Stoccarda. Una scena, quella, che tutti i tifosi di tennis non possono dimenticare. Nemmeno Berrettini, che però ha deciso di reagire. Da quell’episodio, innumerevoli altre volte il 28enne romano è inciampato su sé stesso, sul suo tennis e sul suo corpo. Infortuni e rientri, illusioni e smentite. Venti mesi dopo, vuole lasciarsi tutto questo alle spalle.
Al Qatar ExxonMobil Open, ATP 500 che si sta disputando a Doha questa settimana, si intravede l’ombra di The Hammer, quel The Hammer. Quello che raggiungeva gli ultimi atti degli Slam, quello che si qualificava alle ATP Finals, quello che si issava sino alla sesta posizione mondiale. Potremmo forse stare un po’ esagerando, però c’è una cosa che non si può di certo smentire: le statistiche. Nell’esordio contro Novak Djokovic, battuto magistralmente in due set, Berrettini ha sferrato 13 ace, ha messo in campo 3 prime su 4 – raccogliendo l’85% di punti – e ha annullato 3 palle break su 3. Contro Tallon Griekspoor, superato in tre set agli ottavi, gli ace sono stati 23, le prime dentro al quadrato sono rimaste stabili – la percentuale già elevatissima di conversione si è addirittura alzata all’89% – e l’olandese è rimasto a bocca asciutta: per lui, infatti, zero palle break. Ah, giusto per la cronaca, in quest’ultimo incontro Matteo ha messo a segno anche 50 vincenti.
Cuciti su di lui, questi numeri appaiono quasi nostalgici. Allo stesso tempo però, non bisogna farsi ingannare. Due partite non fanno primavera e la scalata verso l’olimpo del tennis, di cui Berrettini ha fatto parte per molto tempo, è ancora ripida, lunga e tortuosa.
Venti mesi si diceva. Mercoledì 19 febbraio 2025, dopo il successo contro Griekspoor, Matteo risente quel profumo di casa, quell’aroma tanto familiare quanto nascosto e reso tenue dal tempo che passa. La top 30, anche se per adesso solo virtuale, è tornata a essere cosa sua. Inebriato da questo raggiungimento, l’azzurro giovedì scenderà in campo per il match di quarti di finale contro Jack Draper, che lo ha sconfitto per il rotto della cuffia, a giugno 2024, nella finale del 250 di Stoccarda.
Le due armi del romano sembrano lucidate come quasi appena uscite dalla fabbrica. Servizio e dritto chiaramente, che puntualmente si danno il cambio per quale sia il colpo più devastante. La condizione fisica è migliorata in maniera netta: ora se lo scambio si prolunga Matteo sembra andare meno in difficoltà di una volta. Inoltre, si muove meglio sull’asse orizzontale e, parole sue, dopo molto ma molto tempo non ha avuto paura per il suo fisico nel momento in cui si è trovato a dover preparare una stagione, in questo caso quella del 2025. Il rovescio è forse il colpo che sta stupendo di più. A vederlo pare più sicuro – chi l’avrebbe detto che sarebbe riuscito a reggere su quella diagonale con Nole? -, meno accartocciato su sé stesso e, alternato con il suo pregevole back, può diventare sia un’arma di costruzione che talvolta di conclusione degli scambi. Per la tenuta mentale c’è poco da dire: se si sente in fiducia lo spirito gladiatorio che ha dentro gli permette di farsi valere anche alla lunga distanza, nei momenti caldi e soprattutto attraverso le sue armi. Proprio come fa un vero campione.
Ovviamente i margini di miglioramento sono ancora molto ampi. La risposta – anche se pure questa è migliorata (riesce a giocarla più profonda) – potrebbe essere bloccata in meno occasioni, il gioco verso la rete e nei pressi di quest’ultima potrebbe essere affinato, così come le variazioni che gli permetterebbero di aprirsi ancora di più il campo per poi chiudere con i suoi missili di dritto.
Nonostante ciò, la versione di sé stesso che Berrettini sta mettendo in mostra in Qatar è di un livello davvero alto e gli avversari se ne stanno accorgendo. Djokovic in primis – il serbo era un po’ indietro con la preparazione tennistica, ma lui stesso ha ammesso l’eccellente prestazione di Mattteo – e Griekspoor in secundis. Pochi giorni fa, a Rotterdam, l’olandese aveva vinto contro Matteo una partita molto simile, venendo lui a capo nei momenti topici. Questa volta, però, la situazione si è ribaltata.
Non possiamo sapere se nelle prossime settimane il tennista italiano continuerà a giocare a questo livello. Fatto sta che la sua occasione di avanzare in classifica nei prossimi mesi è davvero ghiotta. Infatti, le uniche due cambiali significative che dovrà scontare nel periodo che sta per arrivare sono la finale al Challenger 175 di Phoenix e il titolo ATP 250 a Marrakech. Per il resto, il vuoto. Tutta la stagione sul rosso europeo riempirà il sacco contenente i punti del romano, che nel 2024 è stato costretto a saltare questa fascia di stagione a causa di uno dei suoi numerosi stop per problemi di salute. Incrociando le dita, ci auguriamo che i malanni rimangano nel passato, quel passato che Matteo sembra aver superato. Ora è forgiato e la sua voglia di risalire è tanta. Dove potrà arrivare? Non lo sappiamo, ma non vediamo l’ora di farci sorprendere dai suoi risultati.