Day 4 al BNP Paribas Open che ha allineato i tabelloni di singolare al terzo turno, con la disputa dei secondi turni mancanti ovvero quelli della metà bassa del seeding. E’ stata perciò l’occasione per vedere all’opera gli ultimi big che non avevano ancora esordito dopo il bye al primo turno. Andiamo a dare un’occhiata a quanto è accaduto a livello ATP.
[13] J. Draper b. [WC] J. Fonseca 6-4 6-0 (a cura di Danilo Gori)
Jack Draper batte in maniera severa il giovane Joao Fonseca e si iscrive ai sedicesimi di finale del BNP Paribas Open in scena a Indian Wells, dove sfiderà la sorpresa Brooksby. L’inglese conferma il suo ottimo momento di forma che gli ha propiziato l’ingresso in finale a Doha mentre il brasiliano, superato un primo turno possibile, di fronte a un impegno di tutt’altro spessore palesa inadeguatezze legate all’esperienza limitata di gioco (era solo il secondo torneo su superficie dura), sia sul lato tecnico che sulla durata dei tempi di concentrazione. Ovviamente è tutta esperienza in più per lui; per ora Draper ha risolto la questione di come neutralizzare il ritmo di Joao in maniera assai brillante.
Fonseca gioca un ottimo primo set, ceduto anche con qualche rimpianto al numero tredici del seeding. Il ragazzo di Rio perde la battuta nel terzo game ma la riprende con l’aiuto di un doppio errore del rivale. Fonseca sale anche 3-2 e 15-30 con Jack al servizio, ma quest’ultimo arresta l’inerzia del match con una palla corta di dritto che sorprende il carioca. Joao, in seguito, cede la battuta di nuovo al termine del nono game, quando un suo rovescio diagonale cade in corridoio di pochissimo.
Nel decimo game ben tre palle-break mettono Draper con le spalle al muro, ma l’inglese punta di nuovo a chiamare il rivale a rete per passarlo con il dritto lungolinea; Jack le cancella tutte e poco dopo il set è per lui. Nella seconda frazione Draper intensifica i tentativi di spostare il brasiliano in verticale e il risultato gli dà progressivamente ragione: il set finisce nelle mani di Jack in soli sei game.
[27] D. Shapovalov b. [Q] Adam Walton 6-3 6-2 (a cura di Danilo Gori)
Denis Shapovalov vince un match importante proprio perché ampiamente alla sua portata contro il qualificato australiano Adam Walton e si prepara a incontrare nel big match dei sedicesimi il detentore del titolo Carlos Alcaraz. Il talento canadese non ha trovato troppo aiuto dalla battuta, che nel primo set non ha raggiunto l’incidenza del 50% come prime palle in campo, e ha spesso subito l’effervescenza del rivale, che a fine gare avrà conquistato quattro palle-break in più di lui nonostante la severità del punteggio.
Denis opera il break nel quarto game, che apre con una stoccata di rovescio in diagonale di grande bellezza e chiude con un affondo di dritto sul quale Walton sbaglia il passante; Adam ci riprova nel game successivo e il fendente in cross di rovescio gli dà soddisfazione e contribuisce al contro-break. Walton spinge come detto con il dritto ma il colpo perde di precisione nell’ottavo gioco, che vede il canadese mettere a segno un altro break, che viene perfezionato con il 6-3 pochi minuti dopo.
Shapovalov cede il servizio e lancia la racchetta al termine del secondo game della frazione successiva, ma Walton commette doppio errore sulla palla del contro-break; da qui in avanti non trova più il successo nel game, nonostante due palle break nel sesto game, e si arrende dopo un’ora e diciassette minuti.
Gli altri risultati
Nel secondo incontro sullo Stadium 5, Francisco Cerundolo rimonta Mackenzie McDonald con il punteggio di 4-6 7-6(3) 6-1 in 2h20‘ di gioco: si porta così sul 3-0 negli head to head, dopo le vittorie nella semifinale di Eastbourne 2023 – sempre rimontando – e nella medesima stagione per doppio tie-break a Shanghai. Partita costellata da una serie infinta di gratuiti, a fine match l’inquietante dato retica l’incredibile cifra di 109 non forzati (57 a marca argentina, con il sudamericano capace però di mettere a segno anche 31 vincenti, e 49 di matrice statunitense). Un successo sofferto che regala una bella occasione al tennista di Buenos Aires, n.°25 del tabellone, considerato l’avversario che avrà di fronte al terzo turno: il ripescato Botic Van de Zandschulp, autore dell’eliminazione di un dolorante Nick Kyrgios e soprattutto di Novak Djokovic (dopo che il suo torneo era finito prima ancora di iniziare, con il KO per mano di Gigante nel turno finale delle qualificazioni).
Vola ai sedicesimi anche la testa di serie n.°21 Hubert Hurkacz che batte 7-5 6-3 in un’ora e mezza il mancino francese Hugo Gaston, all’esordio vittorioso su Darderi, e trova il n.°9 del seeding Alex De Minaur in uno dei terzo turni più equilibrati e di maggiore prestigio dell’intero lotto. La sfida, andata in scena sullo Stadium 4 alla conclusione di Arnaldi-Rublev, ha visto il giocatore polacco ottenere dalla sua battuta 13 aces e il 78% di punti vinti sulla prima. Due i precedenti tra Hubi e Demon, tuttavia piuttosto datati: ad Atlanta 2018 la spuntò l’australiano ribaltando l’incontro dopo il 6-1 iniziale, vincendo un paio di tie-break consecutivi (di cui il primo per 7 punti a 0); mentre un anno più tardi nell’altura terrosa di Madrid a centrare il passaggio del turno, peraltro da qualificato, in due parziali fu il semifinalista di Wimbledon 2021.
Prosegue il torneo pure Brandon Nakashima, trentaduesima testa coronata in California, il classe 2001 di San Diego supera Rinky Hijikata con lo score di 7-5 6-1 in 1h33‘ di scontro: i due protagonisti del duello che ha seguito Cerundolo-MacDonald sul campo 5, nel 2025 si erano già affrontati in Australia ad Adelaide, dove il ventiquattrenne di Sydney aveva ottenuto il primo acuto in quattro sfide (la primissima la disputarono da junior al Roland Garros 2018) con l’americano di origini asiatiche. Questa volta, dunque, l’esito finale del match ricalca l’excursus dei loro duelli passati. 14 aces con il 77% di efficacia della prima, oltre a 29 vincenti estratti dalla racchetta del ventitreenne californiano. Sarà perciò l’americano, il prossimo avversario di Matteo Arnaldi. Si sono già incontrati in un paio di circostanze: nel round robin delle Next Gen ATP Finals del 2022 vinse Nakashima per 4-2 al quinto, ritrovatisi di nuovo uno di fronte all’altro lo scorso febbraio, a tre anni di distanza dal primo confronto, nei quarti di finale dell’ATP 250 di Delray Beach la musica è stata ben diversa con l’affermazione azzurra per 7-6(2) 6-4.
A seguire, in campo immediatamente dopo l’incontro appena descritto, in chiusura di programma si è consumato uno dei secondi turni più affascinanti ed interessanti del tabellone: quello che metteva contro Karen Khachanov e Jakub Mensik, alla fine a trionfare è stato il russo che sconfigge il giovane ceco in rimonta per 3-6 6-0 6-3 in due ore esatte di partita. Troppe le concessioni del n.°57 ATP, inciampato lungo il corso del match in 41 unforced. Il moscovita, tredicesimo favorito classifica alla mano, rivelatosi decisamente più solido è ora pronto a vedersela con Ben Shelton (testa di serie n.°11), a sua volta vincente ai danni dell’argentino Mariano Navone: tramortito nettamente 6-3 6-2 in 1h18‘, il mancino di Atlanta ha chiuso l’incontro con l’80% di conversione della prima palla di servizio. Fra Ben e Karen non ci sono trascorsi agonistici, sarà una prima volta.
In contemporanea al confronto Russia-Cechia, parallelamente sullo Stadium 3 il n.°14 del draw Grisha Dimitrov ha vita facile contro il portoghese Nuno Borges: battuto 6-3 6-4 in 1h33′. Ai sedicesimi per il bulgaro, tutto apparecchiato per uno scontro d’Antan con un altro veterano del circuito come l’instancabile Gael Monfils. Il trentottenne parigino ha infatti concluso la sessione serale del campo centrale, centrando uno scalpo significativo sul sempre meraviglioso da guardare, per gestualità estetica ma ancora troppo altalenante e inconsistente per i piani altissimi del ranking, Sebastian Korda. Il figlio d’arte ha ceduto il passo al termine di due ore e una manciata di minuti di partita, con un duplice tie-break: 7-6(2) 7-6(4). Ma soprattutto, il ventiquattresimo tennista del seeding californiano ha sprecato malamente, dimostrandosi evanescente al momento di concretizzare quanto costruito, un break di vantaggio nel secondo set quando conduceva 4-2.
Se ciò non bastasse, il ventiquattrenne di Bradenton nello svolgimento regolare della frazione d’apertura prima del gioco decisivo, è stato l’unico in campo ad avere palle break: ne avute complessivamente 4 a fronte delle zero del transalpino. Nei due tie-break, poi, è venuta fuori tutta l’esperienza di La Monf che è riuscito ad essere più forte di tutto (avanti 6-5 e servizio nel secondo, si è fatto contro-breakkare prolungando la contesa nuovamente al tie-break). Così continua la corsa del marito di Svitolina, anche lei ancora in ballo, dopo essersi preso il lusso di superare un rivale di 14 anni più giovane. Nonostante 9 doppi falli, a fare la differenza in positivo per Gael è stato il fondamentale d’inizio gioco grazie a cui ha raccolto l’81% (34/42) di punti sulla prima e un ottimo 58% sulla seconda (22/38).
Dulcis in fundo, a porre fine al nostro resoconto diamo conto del quinto ed ultimo incontro disputatosi sullo Stadium 3, dove David Goffin – che aveva eliminato Lorenzo Sonego – si è inopinatamente arreso ad Alex De Minaur: il quale ha dominato in lungo e largo infiggendo al belga un periodico 6-2 in un’ora e un quarto. Un risultato che non sorprende minimamente, sia per esito sia per modalità, non soltanto considerato l’opposto segmento di parabola delle rispettive carriere e di conseguenza lo scarto anagrafico (9 anni di differenza); ma più ancora se si dà uno sguardo al bilancio degli scontri diretti: con Indian Wells 2025 nel computo, parliamo di un perentorio 7-0 in favore dell’australiano, tra due incroci in Davis e 3 a Rotterdam più la semifinale ad Antalya 2021 dove si annida l’unico set vinto da Goffin sui 14 giocati. Per cui, se per ogni Sinner nella carriera c’è almeno un De Minaur anche Alex ogni tanto diventa Jannik.