Chi domenica mattina si è svegliato sorpreso vedendo la vittoria di Botic van de Zandschulp contro Novak Djokovic per 6-2 3-6 6-1, lo era comunque meno di chi l’incontro l’ha visto in diretta. Che Nole possa perdere il primo set ci può stare, anzi, spesso ci ha abituato ad una partenza a rilento. Ma che potesse portarla al terzo per poi perdere 6-1 era davvero poco prevedibile.
Giustamente non può essere sportivamente eterno e nemmeno performare come quando era all’apice della classifica ATP, ma la prestazione d’esordio al BNP Paribas Open ha visto Nole sbagliare troppo e soprattutto in frangenti e in situazioni che solitamente dominava ad occhi chiusi. In tutto ciò, aggiungiamoci che questa è la terza sconfitta consecutiva per Djokovic, un avvenimento veramente poco comune.
Per farci un’idea, è solamente la quinta volta in tutta la sua carriera nonché la prima dal 2018 che Novak Djokovic perde tre partite consecutive dopo quella contro Alexander Zverev agli Australian Open (il famoso ritiro) e con Matteo Berrettini a Doha.
Inoltre a Indian Wells, Novak Djokovic conta sia il maggior numero di vittorie del torneo (5) sia la serie di successi più lunga ovvero 19 incontri tra il 2014 e il 2017. A maggior ragione, vederlo uscire due volte così presto è ancora più clamoroso.
Altro dato molto interessante riguarda gli ultimi sei match al meglio dei tre set su cemento per Djokovic contro giocatori provenienti dalle qualificazioni o lucky loser, così come lo era Botic van de Zandschulp:
– Sconfitta contro Sonego a Vienna 2020
– Sconfitta contro Vesely a Dubai 2022
– Vittoria contro Pospisil a Tel Aviv 2022
– Vittoria contro Machac a Dubai 2023
– Sconfitta contro Nardi a Indian Wells 2024
– Sconfitta contro Van de Zandschulp a Indian Wells 2025
Ben quattro le sconfitte nelle ultime sei partite, tantissime se si pensa che nelle prime 47 sono state solo 3 i ko contro 44 successi.
È normale che col passare del tempo magari si possano battere più record a livello di longevità e meno a livello di costanza e continuità, però quando il tuo nome è Novak Djokovic fa sempre un certo effetto. Lo stesso Novak è consapevole: “Quando sei costante per così tanto, hai anche grandi aspettative da te stesso, ma le cose ovviamente sono diverse per me negli ultimi due anni, ho faticato a competere al livello che desideravo“.
D’altronde il serbo in questi ultimi anni aveva un solo grande obiettivo per cui avrebbe dato tutto e di più ovvero le Olimpiadi: una volta eliminati Matthew Ebden, Rafa Nadal, Dominik Koepfer, Stefanos Tsitsipas e Lorenzo Musetti (futura medaglia di bronzo), vincere la gara contro Carlos Alcaraz era l’unica cosa che mancava per platinare questo sport, obiettivo portato a casa da Parigi.
Insomma, dire che Djokovic abbia finito le cartucce da sparare è quantomeno affrettato conoscendo la storia dello sportivo ma sopratutto dell’uomo che è Nole, ma è indubbio che sia in netto calo. Sarà fondamentale più che mai vedere le prossime scelte a livello di tornei per Djokovic con l’unica cosa certa che Novak non starà mai in campo tanto per.