In una settimana in cui probabilmente le cose più importanti sono successe a livello ITF con le vittorie del 16enne francese Moise Kouamé all’M15 di Sharm e del nostro Lorenzo Carboni nel pari categoria di Monastir. Ma su di loro torneremo alla fine, dopo aver parlato, com’è doveroso, dei Challenger. A partire da quello di Thionville (Challenger 75,
cemento indoor), cittadina di 41.000 abitanti nel dipartimento della Mosella, dove Borna Coric bissa il successo della scorsa settimana a Lugano, battendo in finale con un doppio 6-4 il padrone di casa Arthur Bouquier (n.225). Il 28enne croato che da anni sta cercando di ritornare agli antichi fasti, che l’avevano visto al n.12 ATP prima degli infortuni che dal 2021 in poi ne hanno ostacolato il percorso che è risultato ondivago,
con alternanza di buoni risultati e precipitose cadute. La sua ultima vittoria importante risaliva al 2022 al Master 1000 di Cincinnati, e se è vero che qui siamo ad un livello decisamente più modesto bisogna anche dire che un doppio trofeo è sempre gratificante, soprattutto per un’autostima traballante. A puntellare ulteriormente il suo morale la nuova classifica che lo vede risalire al n.111, alle soglie di quella top 100 che gli compete. Bel torneo comunque per Bouquier che giusto pochi giorni fa aveva denunciato sui propri social di essere stato minacciato,
in caso di sconfitta, da uno scommettitore che aveva puntato
forte (2000 euro) su di lui. Ci viene da commentare amaramente che l’ignaro malfattore potrebbe aver involontariamente inaugurato una nuova metodologia di mental coaching perché il 25enne nativo di Lons le Saunier ha poi disputato un ottimo torneo e con un po’ di fortuna (forfait
di Van Assche nei quarti) e tanta bravura, come nelle combattutissima semifinale contro l’austriaco Rodionov, è arrivato in finale, la sua seconda in carriera (vittoria a Lille il mese scorso). Poi la sconfitta contro un avversario di cilindrata superiore ci sta ma forse basterà a consolarlo il nuovo best ranking alla posizione n.192. Relativamente alle minacce parliamo ovviamente per paradosso perché siamo ben consapevoli come le scommesse stiano sempre più inquinando il mondo del tennis, soprattutto a livelli medio bassi dove il controllo è più difficile e i montepremi poveri, talvolta poverissimi, possono indurre in tentazione qualche giocatore in difficoltà.
Al Challenger 100 di Kigali (Ruanda, terra battuta), eliminati nei quarti i nostri Pennaforti e Cecchinato, rispettivamente da Valentin Royer e Luka Pavlovic, in finale sono arrivati lo stesso Royer e l’olandese Guy Den Ouden (n.317). Il 23enne nativo di Neully-sur-Seine si è imposto con un nettissimo 6-2 6-4, bissando il successo della scorsa settimana e
confermandosi il migliore di tutti in questo safari africano. Da quando nella semifinale del primo torneo di Kigali lo avevamo pronosticato sfavorito contro il Ceck…Valentin sembra averla presa sul personale e agli avversari non ha più lasciato nemmeno le briciole. Per il francese è il terzo titolo in carriera che gli regala il nuovo best ranking alla posizione n.120 e gli apre prospettive che francamente fino alla scorsa estate erano
difficilmente prevedibili.
Al Challenger 50 di Creta (cemento outdoor) finale a sorpresa, e anche un po’ in tono minore se possiamo permetterci, tra il lituano Edas Butvilas (n.234) e il qualificato britannico Stuart Parker (n.562). Ha vinto con un doppio 6-3 il 20enne lituano che alla posizione n.195 piazza il campo base prima di dare l’assalto alla vetta. Di che altezza sarà questa vetta non sapremmo dirvi. Si giocava anche al Challenger 75 di Cordoba (Argentina, terra battuta) che si è risolto in una sorta di campionato sociale albiceleste visto che le semifinali hanno visto qualificarsi solo
giocatori di casa. Comunque sia finale di buon livello tra Thiago Agustin Tirante (n.134) e Juan Pablo Ficovich (n.169). Ha vinto il più forte, cioè Tirante che ha regolato il connazionale con un chiaro 6-4 6-0. Per il 23enne nativo di La Plata è il quinto successo a livello Challenger.
Con perfetta circolarità torniamo da dove abbiamo iniziato, e precisamente dal neo 16enne Moise Kouamé, che già in ottobre fu il primo 15enne a vincere un match a livello Challenger (precisamente a Brest dove batté in tre set Denis Yevseyev, ex n.153 ATP), e che ora è il primo della sua età a vincere un ITF, confermando in pieno le stimmate del predestinato. Ugualmente predestinato appare il nostro Lorenzo Carboni che sul cemento di Monastir si prende una bella rivincita dopo la finale persa qui il mese scorso, e battendo in finale il russo Nikolay Vylegzhanin (n.694) mette in bacheca il suo primo titolo professionistico. Il 19enne sardo non ha certo un fisico da corazziere (sfiora i 170 cm) ma il
talento è tanto e su di lui hanno scommesso convintamente al
‘Piatti Tennis Center’. Come non fidarsi?