Se Sir Andy ha riposto nel fodero la racchetta da giocatore professionista dopo un’ultima apparizione ai Giochi Olimpici, il fratello maggiore Jamie Murray continua a calcare i campi, naturalmente quelli con i corridoi. Attualmente numero 25 della classifica di specialità, lo scozzese classe 1986 ha raggiunto la vetta del ranking nel 2016, proprio nell’anno in cui Andy l’ha conquistata in singolare. Nessuna delle sue nove settimane complessive da numero ha coinciso con il periodo da numero 1 del mondo del fratello, ma siamo moderatamente sicuri che mamma Judy si sia comunque sentita orgogliosa.
Solo l’anno prima, Judy, allenatrice di tennis, aveva scatenato una simpatica polemica in famiglia twittando una foto di Andy insieme a Josè Mourinho accompagnata dal commento, “The Special One with My Special One”. Jamie aveva replicato laconico, “Grazie, mamma”. È seguito uno scambio di battute tra fratelli, con Andy che lo accusava di essere sempre stato il cocco di mamma, “regali migliori a Natale, cameretta più grande, la colpa era sempre mia, eccetera”. Lungi dal negarlo, Jamie aveva replicato: “I tempi sono cambiati, adesso. La tua camera da letto è più grande del mio appartamento e non sono più il preferito di mamma”. Judy aveva poi chiuso la disputa rivolgendosi al primogenito con un “My Extra Special One xx”.
Dieci anni dopo, precisamente lunedì 10 marzo, Jamie Murray è diventato il primo tennista britannico a disputare 1000 incontri ATP di doppio, nonché secondo in attività a riuscirci dopo Marcelo Melo. “È qualcosa di cui sono fiero e credo dimostri longevità essere in grado di giocare nel Tour per così tanto tempo” ha detto Jamie ad atptour.com dopo la vittoria al super-tiebreak in coppia con Adam Pavlasek, annullando anche un match point a Behar/Galloway. “Non me ne ero reso fino a Dubai, a dire il vero, quando qualcuno mi ha chiesto quanti incontri avessi disputato. Pensavo qualcosa come 800, quindi è stata una bella sorpresa”. Con il successo di lunedì, il suo bilancio è diventato 583-417.
Il primo incontro di doppio da professionista del Murray mancino risale al maggio 2003, a Edimburgo in un torneo del circuito Futures, mentre l’esordio nel tour maggiore è arrivato tre anni dopo a Nottingham, in coppia proprio con Andy. Contro Wawrinka/Gimelstob, fu un debutto sfortunato: Jamie si infortunò dopo quattro game, costringendo i fratelli al ritiro. “Mi sono fatto male al ginocchio in modo strano, girandomi dopo un punto”.
Sempre tra i primi 50 del ranking dal settembre 2013, la passata stagione scorso un Jamie trentottenne ha vinto tre titoli, due con Peers e uno con Venus, ma neanche il doppio è per sempre. “Ne sei assolutamente più consapevole” dice. “Questo sarà il mio ultimo Australian Open? Questo è l’ultimo Indian Wells? A 23 o 24 anni non ci pensi, vabbè, ho perso al primo turno, tanto torno qui per altri dieci anni’. Ora non lo sai e questo ti motiva ulteriormente a dare il massimo”.
Non solo giocatore, però, perché dall’anno scorso Murray è anche direttore del torneo del Queen’s. La parte che trova più interessante è che “i giocatori arrivano il venerdì e vedono tutto pronto, non la parte in cui devi il sito è in costruzione e devi mettere tutto assieme”. Ora, in pratica, viaggiando per il mondo, Jamie coglie anche aspetti organizzativi utili, unendo il lavoro al… lavoro: quello da tennista a quello di direttore di torneo. E, inoltre, “non è che giocherò altri dieci anni, devo pensare a cosa fare dopo, cosa può interessarmi”.
Riguardo al presente, a Indian Wells, trova “emozionante sentire di avere ancora il livello per competere e potenzialmente vincere questi grandi eventi. Penso che, finché la classifica mi permette di entrare in questi tornei, continuerò a giocare fino a che mi diverto e il corpo risponde bene. Perché, una volta che smetti è per sempre, no? Tanti ex giocatori mi dicono, ‘”gioca finché puoi’. Non c’è nulla di paragonabile quando passi una fase successiva della vita”.
Cinque volte alle ATP Finals, Jamie ha finora messo in bacheca 34 trofei, tra i quali l’Austran Open e lo US Open nel 2016, oltre alla Coppa Davis l’anno prima, segnando il punto del vantaggio nella finale contro il Belgio in coppia con Andy.
Maggior numero di incontri di doppio disputati (tennisti in attività)
Giocatore | Match del Tour |
1) Marcelo Melo | 1.079* |
2) Jamie Murray | 1.000* |
3) Jean-Julien Rojer | 949 |
4) Rohan Bopanna | 915 |
5) Marcel Granollers | 863 |