“In Australia magari ho avuto un certo vantaggio, ora credo che non ci sia una collega che non sappia cosa aspettarsi da me”. Parole di Belinda Bencic dopo il successo negli ottavi di finale del BNP Paribas Open di Indian Wells ai danni della testa di serie numero tre Coco Gauff; una frase che, letta insieme a “penso di essere vicina al mio meglio” certifica il definitivo ritorno della attuale numero 58 del ranking (ma da lunedì almeno 45) nel tennis che conta.
La mamma di Bella è tornata quindi, e non sembra guardare con nostalgia al periodo dell’immediato rientro, quando qualsiasi piccolo risultato che si raggiunge viene salutato con sorpresa e gli incoraggiamenti e le coccole si sprecano. La tennista del Cantone di San Gallo e di origini slovacche parla con quella determinazione sciolta nella saggezza di chi, con la maternità, ha imparato a dare il giusto peso alle vicende della propria vita. “Ci sono diversi aspetti su cui lavorare, nessuna tennista si accontenta del proprio livello e non vuole migliorare… il tennis è importante ma non è più tutto il mio mondo”.
La consapevolezza nelle proprie possibilità e la nuova maturità acquisita l’hanno in effetti portata a bruciare le tappe: un anno fa durante il torneo nel deserto californiano Belinda era all’ottavo mese di gravidanza; la figlia vede la luce ad aprile e il ritorno alle competizioni avviene a fine ottobre al W75 di Amburgo, quando batte la russa Julia Avdeeva per poi arrendersi alla numero 296 del ranking, la finlandese Kulikova. A dicembre perde in finale ad Angers da Alycia Parks, chiudendo lo scorcio di stagione senza mai confrontarsi con una top 100.
Il primo assaggio della categoria in oggetto Bencic lo prova in United Cup, quando raggranella due game contro la numero quattro del ranking, la nostra Jasmine Paolini; da qui in poi la svolta, rapidissima ed entusiasmante: ottavi ad Adelaide (sconfitta da Samsonova) e a Melbourne (Gauff) e a febbraio il capolavoro di Abu Dhabi, dove rivince a distanza di due anni dal successo del 2023 proprio ai danni di Samsonova e dove supera, tra le altre, la numero cinque del ranking Elena Rybakina. A Doha si arrende, anche per stanchezza, in tre set a Emma Navarro, altra top ten, e punta dritto verso la California.
La vittoria di mercoledì su una Gauff peraltro non brillante e incapace ancora di risolvere i problemi con il servizio e con il dritto, è l’ennesima conferma che Belinda non ha smarrito una particolare caratteristica dei propri risultati: il rendimento con le giocatrici più forti. Bencic vanta contro le top 10 l’invidiabile record di 37 vittorie e 34 sconfitte, che diventa 19-15 contro le prime cinque del mondo e 4-4 con le leader della classifica. Bencic ha avuto ragione di Serena Williams nel 2015 in semifinale a Toronto e per tre volte nel 2019 di Naomi Osaka: a Madrid, a New York e a Indian Wells, e non si può non ricordare la sfida di due anni fa a Wimbledon con Iga Swiatek, quando l’atleta elvetica mancò i due matchpoint che l’avrebbero promossa ai quarti e che oggi farebbero risultare in attivo i suoi conti con le regine del circuito.
I dati appena visti suggerirebbero la capacità della tennista svizzera di esaltarsi nei confronti con le migliori a discapito della tenuta mentale e forse fisica necessaria per affrontare l’impegno dei major: al suo attivo infatti c’è solo una semifinale, a New York nel 2019, quando uscì sconfitta con grandi rimpianti dalla giovanissima Bianca Andreescu, che vinse il torneo ma che era pur sempre alle sue spalle in termini di ranking (12 contro 15), così come lo era due anni dopo Emma Raducanu, numero 150 del mondo che nella sua incredibile corsa verso il titolo si liberò di Belinda nei quarti di finale in soli due set.
In attesa di vedere come andrà a finire il quarto di finale di giovedì con Madison Keys, altra top 5 ma in questo momento di particolare consistenza tecnica e agonistica, non resta che aspettare i prossimi appuntamenti Slam, a Parigi dove non è mai andata oltre i sedicesimi di finale e a Wimbledon dove ha disputato per tre volte gli ottavi, e verificare come Belinda tradurrà in tenuta agonistica e mentale lo splendido percorso che dal piccolo torneo di Amburgo in ottobre l’ha riportata nel tennis che conta.