[9] M. Andreeva b. [1] I. Swiatek 7-6(1) 1-6 6-3
Si era già affacciata dal terrazzo delle grandi, ma ora è veramente atterrata nella sacra sala delle grandissime: Mirra Andreeva è stata definitivamente iniziata al palcoscenico delle migliori, ha cominciato a scrivere la sua storia di prossima numero 1, un romanzo che sarà ricco di capitoli per tante stagioni negli anni a venire. Lo fa battendo un’insolitamente nervosa Iga Swiatek, vittima di eccessiva ansia tecnica quando il match richiedeva la giusta dose di equilibrio. Lo fa battendo una che è stata n.°1 e che ha un pokerissimo di Slam nel palmares, ma che nella semifinale del BNP Paribas Open 2025 è stata divorata dalla giovane siberiana nella gestione dei pressure points. Nonostante ciò, il primo set si sarebbe potuto concludere molto più agevolmente per Mirra se solo avesse trasformato positivamente il game di servizio sul 5-4.
Le accelerazioni lungo-riga di rovescio e il back di dritto, le frecce russe che hanno centrato e colpito il cuore tennistico della polacca: 7-6(1) 1-6 6-3 in 2h18′. Quarta vittoria contro Top 10 del 2025 (settima negli ultimi 12 incroci con Top Ten) per Mirra, che trova la seconda finale della stagione dopo Dubai, diciottesimo squillo in stagione (solo 3 i KO, di cui 2 volte con Sabalenka in semi a Brisbane e negli ottavi di Melbourne), l’undicesimo in fila. Grazie a questo successo, indipendentemente da come andrà domenica, scavalcherà certamente Swiatek al terzo posto della Race.
Andreeva si appresta a vivere la quarta finale della carriera, con un ruolino di marcia che l’ha vista vincere 22 degli ultimi 24 set disputati. Sarà inoltre la più giovane finalista a Tennis Paradise dal 2001, quando Kim Clijsters venne sconfitta da Serena Williams.
Primo Set: Swiatek ha più chance, ma la gestione del tie-break di Andreeva è da manuale
In parità il bilancio dei confronti diretti, è la seconda sfida del 2025 dopo la semifinale di Dubai vinta da Mirra. Nel 2024, invece, a Cincinnati Iga aveva rimontato trionfando 7-5 al terzo. Per Swiatek è il quarto penultimo atto in California, mai nessuna come lei in oltre 40 anni di torneo. Per Andreeva la terza semi dell’anno dopo Brisbane e Dubai. Da un punto di vista tattico, la partita verrà condotta presumibilmente dalla polacca che fa dell’aggressività da fondocampo la propria cifra tennistica, sfruttando alla perfezione le caratteristiche di gioco offerte dalla superficie di Indian Wells per far emergere le sue esecuzioni cariche e liftate.
Dall’altra parte, la russa può contare su una fase difensiva di primissimo ordine (a partire da un tagliente chop) ma è probabile che nell’incontro odierno tenterà di essere maggiormente offensiva per togliere tempo alla n° 2 WTA ed evitare che la ventitreenne di Varsavia possa giocare d’anticipo comandando con il diritto, in particolare tramite l’inside-in che le permetterebbe di “sbattere” fuori dal campo dal lato destro la più giovane rivale. La percentuale di prime in campo sarà decisiva per entrambe, forse lo sarà ancora di più per l’allieva di Fissette considerata la sua seconda palla più traballante.
Mirra, dal canto suo, si affiderà certamente a uno dei suoi punti di forza più dirompenti: la meravigliosa uscita lungolinea bimane, in grado di poter ribaltare l’inerzia dello scambio per pungere in corsa sul diritto polacco impedendo che l’avversaria possa spostarsi con lo sventaglio dalla parte sinistra e spingere come sa fare.
Si comincia alla grandissima, con 9 prime su 10 punti: l’ex n° 1 al mondo addirittura parte con tre prime di servizio vincenti consecutive ad aprire lo scontro. Anche la diciassettenne siberiana inizia nel migliore dei modi alla battuta, ma la due volte campionessa del torneo la costringe comunque a dover affrontare un pericoloso 30-30. Qui, Andreeva fa vedere tutta la propria personalità estraendo dal cilindro il provvidenziale primo ace della partita. Al primo cambio di campo, Swiatek è già in modalità rullo compressore con otto punti consecutivi al servizio.
Naturalmente servendo per seconda, Mirra è sempre sotto pressione. Si ritrova anche nel quarto game sul 30-30 dopo un brutto doppio fallo, ma poi subito dopo ecco la prima corposa a rimettere le cose a posto in un gioco in cui non serve benissimo, tuttavia Iga non ne ha approfitta in risposta avendo troppa fretta. È indubbiamente la neo Top 10 (dalla prossima settimana) dalla Siberia, in questo avvio, la giocatrice a soffrire in maniera significativa. Sul 3-2, ci risiamo, per la terza volta Swiatek è pari trenta (anche 15-30 nel caso in questione) sul servizio altrui: in tale circostanza, rimpianti ne ha eccome la pluri-vincitrice Slam che sbaglia un’accelerazione parallela bimane in avanzamento non impossibile (termina larga).
E quando si mancano diverse mini-occasioni in sequenza, a questi livelli, in una semifinale ‘1000’ tra due tenniste in ottima forma si finisce per rischiare seriamente di averle sulla propria coscienza tennistica. Difatti, è proprio la polacca a concedere le prime palle break del match: sul 3-3, con anche un pizzico di sfortuna causa nastro avverso in aggiunta ad un gratuito uscendo dalla battuta – dovuto a una ricerca di palla errata – e al primo doppio fallo della suo incontro. Nel frattempo, comincia ad alzarsi qualche refolo di vento ed ambedue non disdegnano di aumentare la parabola delle traiettorie dei colpi. Si prosegue per ora, senza che si palesi il primo vero scossone dello scontro. Quando il punteggio recita 4-4, Conchita Martinez dà indicazioni di natura tecnica alla sua protetta: “Stai bassa sulle gambe in risposta e attraversa la palla sul diritto con maggiore penetrazione“.
Detto, fatto: Swiatek si complica la vita con il secondo doppio fallo avanti 30-15 e ha un immediato gesto di stizza scaraventando via la palla di riserva. A questo punto, sale in cattedra Mirra che mette a segno una meravigliosa risposta di diritto salendo benissimo sulla sfera di feltro per poi prendersi il break con eccezionale attitudine offensiva nel mettere i piedi in campo e premere sull’acceleratore con coraggio, a partire già dalla ribattuta comprendendo l’importanza del momento. Iga paga dazio un numero di errori progressivamente cresciuto durante il set, direttamente proporzionale al drastico calo percentuale della prima. Ciononostante, Andreeva al servizio per chiudere la frazione subisce il contro-break: purtroppo per la russa (che pure era stata beneficiata da una smorzata terminata di un pelo sulla riga con tanto di linguaccia a seguire l’esito del punto) poche prime hanno spianato la strada alle mazzulate in risposta di Swiatek. Tutte e due, infatti, quando l’altra non mette la prima senza fronzoli lasciano andare a tutto gas il colpo in ribattuta.
Rimesso il match in carreggiata, sul 6-5 adesso è Mirra a dover cercare di allungare il parziale: per la quarta volta su sei game, si ritrova nuovamente 30-30 (per la seconda sul 15-30) ma da campionessa vera in pectore tira fuori un letale rovescio lungolinea con con perfetto utilizzo della mano sinistra – veramente il colpo più naturale del bagaglio russo.
Si arriva così al tie-break: la diciassettenne in campo vola in un amen sul 3-0, tra vincenti sulle linee, super reattività nel leggere in anticipo l’angolo del servizio e in generale una gestione del gioco decisivo da manuale. Addirittura, la russa poteva scappare sul 4-0 se solo il suo passante bimane fosse rimasto in campo sulla direzione errata dell’attacco polacco. Semplicemente, è un domino incontrastato di Andreeva: la n° 11 WTA ci mette anche l’attacco in controbalzo in open-stance, seguito da una proiezione in avanti in contro-tempo con volée in contropiede. Swiatek non ci capisce più nulla, perde la misura del campo con il rovescio e la prima frazione va in archivio: 7 punti a 1, 7-6 per Mirra in 56 minuti di gioco.
Secondo Set: Dominio Swiatek, Mirra cala vistosamente. Iga le salta sopra rifilando il solito grissino
La quattro volte campionessa del Roland Garros è consapevole che deve modificare qualcosa nel proprio spartito strategico, se vuole costruire la rimonta. Coach Fissette le indica la strada: “cerca di spingere maggiormente con il diritto, mettendoci più top-spin“. Swiatek esegue, provando ad essere maggiormente verticale nel suo tennis e di conseguenza prendendo la rete molto più di ciò che ha fatto vedere finora.
Mirra durante la pausa da un set all’altro diligentemente legge gli appunti tattici sul taccuino in panchina, a riprova delle ferrea mentalità della classe 2007, mentre Iga si dirige negli spogliatori con l’intento di schiarirsi le idee. L’inizio di secondo set è emblematicamente a senso unico: l’ex numero 1 mondiale ruggisce e fugge via sul 3-1, con i traccianti polacchi che ora fanno malissimo trovando vincenti da ogni parte del campo ma con superiore sicurezza nell’esecuzione. Al contrario, Andreeva sta perdendo progressivamente campo e i suoi colpi sono meno ficcanti e profondi. Il calo siberiano è evidente, e la panetteria Swiatek in queste circostanze quando avverte odore di farina mette immediatamente le mani in pasta per confezionare il solito grissino: 4-1 con doppio break. Iga si avventa su ogni palla non più con la frenesia, strafacendo come nei momenti cruciali del set precedente, ma con una voracità unita al consueto ritmo impazzito delle frequenza dei suoi appoggi. Bisogna comunque sottolineare, che pedissequamente a quanto fatto in avvio di tie-break da Mirra, Iga sfrutta alla perfezione la metà campo dove il vento soffia a favore per rompere immediatamente gli indugi nella seconda frazione.
Intanto, sullo Stadium 1 dell’Indian Wells Tennis Garden si è già provveduto ad accendere i riflettori con la temperatura che è visibilmente in picchiata. Soprattutto nelle zone d’ombra, lo scarto in gradi è di oltre 10 unità rispetto alle parti coperte dal sole. Si materializza, nel mentre, pure il terzo strappo della tennista di Varsavia: è 6-1 Swiatek in 32 minuti, che pareggia i conti con un parziale di 26 punti vinti a 12.
Terzo Set: Andreeva restituisce pan per focaccia, Swiatek insolitamente nervosa
Il freddo percepito è più di un semplice freddino, tant’è che entrambe si ripresentano in campo a maniche lunghe. Swiatek, mentre Mirra era negli spogliatoi, si è tenuta calda indossando una giacca smanicata.
Si ricomincia e Andreeva piazza un paio di risposte delle sue: sullo 0-30, però, la russa eccede in prudenza e Iga ne approfitta. Giungono i primi gesti di rabbia anche da parte della diciassettenne siberiana, che scaraventa la racchetta in terra. Il game va in battaglia e diventa un duello di rovesci accelerati in lungolinea: esecuzione che crea parecchi grattacapi ad entrambe, in particolare alla testa di serie n° 9 che quasi sempre in spaccata dal quel lato gioca il chop difensivo. Alla fine, dopo 10 punti e due vantaggi interni sfumati, ad oltranza sul primo break point è Mirra a restituire lo strappo a freddo che aveva subito in apertura di secondo set. È come se l’essersi fermata dopo il set vinto, abbia rispento la polacca che torna a commettere qualche errore grossolano, come il dritto in rete sul 30-30 del secondo game. Diciamo che è un frangente di partita dove la qualità complessiva è scesa molto: si va di nuovo ai vantaggi, ma un altro bruttissimo gratuito di diritto – in avanzamento irrigidendosi e calcolando male il rimbalzo – di Swiatek evita un possibile contro-break: 2-0.
Nel successivo turno di servizio della russa, assistiamo ad una sintesi concentrata di tutto ciò che la partita ha mostro sinora: la polacca spaventa in risposta portandosi 0-30, ma poi quando c’è da quagliare è sempre vittima di troppa impazienza volendo eccedere invece di costruire con più costrutto lo scambio e di conseguenza il punto. Andreeva contrariamente, si sta esaltando in queste situazioni che spingono al limite, che innalzano l’adrenalina con l’aumento della pressione. Ebbene, Mirra in questi momenti alza ulteriormente il livello giocando il suo miglior tennis: favolosa capacità nell’aprire il campo con gli angoli esterni, i vincenti arrivano da ogni dove e insolitamente Iga – notoriamente sempre impassibile, probabilmente comincia ad avvertire che la signorina Mirra è una vera e sarà un grosso grattacapo guardando all’imminente futuro – da sfogo ai nervi irritati protestando con l’arbitro per – a suo dire – lo sproporzionato supporto vocale dell’angolo russo. La nativa di Krasnojarsk non si scompone e continua imperterrita a disegnare tennis, mentre Swiatek dal battibecco con il giudice di sedia, sostanzialmente non vince più un punto e così facendo subisce il doppio break: 4-1 pesante. La vincitrice dello US Open 2022 ha un moto d’orgoglio dimezzando lo svantaggio con tanto di break a zero, ma ormai il dato è tratto. Andreeva vince l’ennesimo turno alla battuta in situazioni di pressure points, su 10 games di servizio in cui come minimo si è ritrovata sul 30-30 per 8 volte ha portato a casa il gioco, e sale 5-3.
E’ il punto esclamativo sul match, Mirra breakka ancora: il rovescio polacco stampato in rete sul match point regala ad Andreeva la seconda finale del 2025, peraltro in due consecutivi appuntamenti ‘Mille’.