Jack Draper ha scritto una nuova pagina di storia del tennis britannico, conquistando il suo primo titolo Masters 1000 al BNP Paribas Open di Indian Wells e conquistando contemporaneamente, un posto tra i primi dieci giocatori al mondo, occupando la posizione numero 7. Il giovane talento inglese ha dominato la finale contro Holger Rune con un netto 6-2, 6-2, chiudendo così una settimana perfetta nel deserto californiano. Una vittoria che chiude il cerchio che avevamo raccontato qualche giorno fa.
“Ovviamente è incredibile vincere qui. Ho guardato questo torneo sin da quando ero bambino, osservando tutti i campioni giocare su questo campo così importante. Essere uno dei campioni di Indian Wells, significa tutto per me” ha dichiarato Draper in conferenza stampa, visibilmente emozionato dopo il trionfo.
Un percorso da campione e la gestione delle emozioni
Il torneo di Draper è stato caratterizzato da prestazioni di altissimo livello, culminate con le vittorie su Taylor Fritz e Carlos Alcaraz, campioni delle edizioni precedenti. Il britannico ha dimostrato una maturità straordinaria nel gestire i momenti cruciali dei match; anche durante la finale non ha lasciato scampo a Rune, che comunque ci ha messo tanto del suo per non giocarla questa finale.
“Prima della partita pensi a tanti scenari diversi, hai molti dubbi, pensi anche che potresti perdere. Ma quello che rende tutto ancora più speciale è superare quelle incertezze e riuscire a giocare la finale come ho fatto oggi. Sono davvero felice, molto orgoglioso di quello che ho ottenuto durante questa settimana“.
Draper ha evidenziato come la vittoria in semifinale contro Alcaraz sia stata una tappa cruciale per la sua crescita: “Da un po’ di tempo non provavo quella sensazione di sentire l’energia in corpo prosciugata dall’emozione della partita. Il terzo set contro Carlos è stato fondamentale, perché oggi sapevo che sarebbe potuto succedere di nuovo, ma una volta entrato in campo, mi sono sentito incredibilmente bene. Mi sentivo in controllo, sapevo cosa dovevo fare e ho giocato per vincere“.
Una delle difficoltà principali di Indian Wells è la superficie e le condizioni meteo e climatiche particolari, che hanno messo in difficoltà diversi giocatori. Draper, però, ha saputo adattarsi perfettamente: “L’anno scorso ho perso qui e mi sono sentito molto a disagio. Il mio servizio non funzionava, non avevo il controllo della palla e ho perso la testa mentalmente. Quest’anno ho accettato la sfida, sapevo che le condizioni non erano facili, ma con il passare delle partite ho guadagnato sempre più fiducia. Oggi ho giocato con i miei punti di forza, ho servito bene e ho cercato di spingere con il dritto“.
Il momento della vittoria e la preparazione alla finale
Alla domanda sulle sensazioni provate dopo l’ultimo punto, Draper ha raccontato il suo stato d’animo: “Ti alleni ogni giorno, fai sacrifici, lavori duramente con il tuo team e la tua famiglia per anni. Ho sempre guardato questo torneo in TV, sognando di giocare su questi campi contro i migliori del mondo. Essere qui adesso e vincere è una sensazione incredibile. Ho cercato di godermi il momento, di assaporare ogni istante e di guardarmi intorno per realizzare cosa ho fatto“.
Molti giocatori faticano a mantenere alta la prestazione dopo una vittoria importante come quella su Alcaraz, ma Draper ha gestito perfettamente il passaggio alla finale: “Ieri mi sono rilassato, ho fatto un bagno di ghiaccio, ho ricevuto trattamenti e ho cercato di riposare. Non ho dormito benissimo, mi sono svegliato sentendomi stanco. Ma ormai ho imparato che la mente cerca sempre di dirti che sei stanco, che fai fatica. Devi allenarti a ignorarlo. Durante gli allenamenti ci sono tanti giorni in cui ti senti svuotato, ma devi spingerti oltre, perché sai che in partita ti capiterà la stessa situazione. Questa mattina mi sentivo un po’ affaticato, ma ero in finale, avevo lavorato duramente per arrivarci, avevo battuto cinque grandi giocatori e non potevo permettermi di essere stanco. Dovevo scendere in campo e lottare su ogni palla“.
Uno sguardo al futuro
Con questa vittoria, Draper è entrato nel club d’elite del tennis mondiale: vincitore 1000 e top ten, curriculum che inizia ad essere interessate. Il britannico, però, mantiene i piedi per terra: “Non sto pensando troppo a obiettivi specifici, di classifica o di tornei. Nell’ultimo anno ho imparato che non conta dire cosa vuoi ottenere, ma costruirlo con il lavoro quotidiano. Se non metti il giusto impegno ogni giorno, non raggiungi niente. Io e il mio coach lavoriamo in modo metodico, cercando di mantenere un livello costante di allenamento e concentrazione. So che c’è ancora tanta strada davanti a me. Sono ambizioso, non voglio fermarmi qui, voglio continuare a migliorare“.
Infine, Draper ha spiegato, aprendosi del tutto, su cosa significhi realizzare un sogno d’infanzia: “Da bambino sognavo di vincere questi tornei. Poi, quando cresci e diventi professionista, il sogno sembra allontanarsi un po’, perché capisci quanto sia dura. Da piccolo pensi che basti arrivare e vincere, ma non funziona così. Devi passare attraverso tanti momenti difficili, superare ostacoli, gestire le emozioni. Oggi, essere qui con questo trofeo tra le mani, è una sensazione speciale. Non è solo il fatto di aver vinto, ma tutto il percorso che mi ha portato qui. Lo porterò con me per sempre“.