La seconda domanda era: la nuova superficie sarà davvero più veloce? E creerà problemi ad Alcaraz?

“Se non me l’avessero detto, neanche mi sarei accorto che la superficie è cambiata”. Ad affermarlo è stato Carlos Alcaraz, colui che percepisce quell’1,5% di peso in più sulla racchetta – perché glielo hanno… messo in testa, chiaro. Insomma, molto poco è cambiato con il passaggio a Laykold che, dunque, non ha creato problemi a un Carlos che si presentava come doppio campione in carica. È però mancata la parte del terzo successo ma, appunto, i motivi non vanno ricercati superficialmente. Al netto dell’arbitro Lahyani secondo il quale fare una chiamata durante lo scambio non disturba il giocare che sta per colpire, capita spesso che lo spagnolo (classe 2003, va ricordato) si prenda pause spesso fatali durante i match e in semifinale contro Draper non è pervenuto fino al secondo set.
Quando gioca bene, Carlos si diverte e vince divertendo, ma troppo spesso manca la capacità (forse addirittura la volontà?) di portare a casa il match quando non esprime il suo miglior tennis: la continuità è un aspetto indispensabile se si punta a ottenere grandi risultati. “Se” si punta a quello, non è che sia obbligatorio.