Quarta domanda: la rincorsa al numero 1: Zverev e Alcaraz dimostreranno di essere validi pretendenti?

Foto Giampiero Sposito
Se non giochi non… perdi. Anzi, guadagni. Assente Jannik Sinner, i due più diretti pretendenti al trono hanno visto aumentare il loro distacco. Se di Alcaraz (che invero non poteva ridurre le distanze) abbiamo già parlato e, al momento, continua a non avere la costanza necessaria per candidarsi in modo credibile alla vetta del ranking, veniamo al numero 2 del mondo, Alexander Zverev.
Male, Sascha, battuto all’esordio da Tallon Griekspoo e ora si ritrova con 190 punti in meno rispetto alla precedente classifica. “Non sono neanche lontanamente al punto in cui vorrei essere” ha detto dopo la sconfitta. Se la pressione della chance di salire al primo posto del ranking con l’azzurro fuori dai giochi fino a Roma potrebbe finora aver giocato un ruolo, ormai non potrà più considerarsi un fattore, essendo ormai (pressoché) perduta.
Nel frattempo, Jannik ha eguagliato Andy Murray con 41 settimane in vetta. Che sono anche consecutive e arrivare a 52 significherebbe entrare in un club parecchio esclusivo con i Big 3, Connors, Lendl, Sampras e pochi altri fenomeni. Ma siamo qui a parlare di pretendenti, quindi cambiamo punto di vista. È chiaro che il numero 1 non può scegliersi chi lo insegue. Tuttavia, se potesse e gli piacessero i record facili (che poi sono semplicemente record), sceglierebbe come numero 2 uno di coloro che cercavano di detronizzare i Connors, i Lendl, i Murray, eccetera, oppure Zverev?