Il purgatorio di Marco Cecchinato non ha fine. L’italiano era impegnato nel secondo turno di qualificazione dello Zadar Challenger (Croazia) quando è inciampato nell’ennesima sconfitta della stagione. La notizia non è tanto nel risultato in se – in tre set 4-6 7-5 6-1 per mano del numero 896 del mondo, Josip Simundza – quanto nella modalità con cui è avvenuto.
Dopo un avvio convincente, dove ha incassato il primo set 6-4 giocando in maniera decisa e ispirata, la sua prestazione ha subito un calo costante e inesorabile nei restanti due set. Il secondo parziale ha visto un cambio di inerzia, con Simundza che ha reagito iniziando a mettere alle strette Cecchinato. La sfida si è intensificata, i punti si sono allungati e i nervi sono affiorati. Dopo un secondo set combattuto, perso dal palermitano 7-5, Cecchinato ha mostrato i primi segni di cedimento.
Il 32enne ha cominciato a colpire svogliatamente la palla, affrettando il servizio come qualcuno che si è dimenticato di aver lasciato sul fuoco la pentola d’acqua. Gesti di stizza, qualche parola fuori posto e in un battito di ciglia Cecchinato è stato travolto nel terzo set. Al momento di servire sotto 1-5 l’ex numero 16 del ranking ne aveva abbastanza. Sullo 0-30 Cecchinato stecca un dritto volutamente, ma il pezzo forte lo riserva per lo 0-40. Su una seconda palla tirata con strafottenza il palermitano non aspetta nemmeno la risposta di Simundza – limitandosi a pararla – dirigendosi invece a rete per la stretta di mano. Una scena surreale.
Quello visto allo Zadar Challenger è un Marco Cecchinato smarrito. Lontano parente del giocatore che nel 2018 incantò il mondo battendo ai quarti del Roland Garros tale Novak Djokovic – prima di perdere in semifinale da Thiem. Attualmente l’italiano è arenato alla posizione numero 350 del ranking ATP, lontano dall’obiettivo prefissato ad inizio stagione. In una intervista rilasciata a “Palermo Today”, l’ex numero 16 al mondo disse: “Se non ritorno a fine anno nei top 200, posizione che mi garantirebbe le qualificazioni agli Australian Open del 2026, smetto col tennis“. Quest’anno Cecchinato ha racimolato solo una semifinale nel Challenger di Kigali, non esattamente la “revenge season” che si aspettava.
Sicuramente pesa il fatto di non essere riuscito a mantenersi sui livelli visti nel 2018, come ha detto lui stesso. “Ero arrivato nei primi posti del ranking mondiale e avevo tante, troppe pressioni. E quando sei a certi livelli, appena non sei al top succede che ai vertici non puoi restare e scendi giù“. Dopo la disfatta di Zadar le ombre su un possibile ritiro a fine anno si fanno sempre più minacciose per Cecchinato. La speranza è sempre quella di vederlo sorridere di nuovo giocando a tennis, ma per farlo dovrà prima fare pace con se stesso.