Sta diventando difficile trovare aggettivi per il talento di Mirra Andreeva. La 17enne ha conquistato due tornei 1000 di fila, un’impresa clamorosa considerando età e avversarie. Tra Dubai e Indian Wells, la russa ha sconfitto tra le altre Iga Swiatek e Elena Rybakina per due volte, Elina Svitolina e Aryna Sabalenka. Percorsi strepitosi che le hanno permesso di mettere in bacheca due prestigiosissimi titoli in pochissimo tempo.
D. Mirra, congratulazioni. Due WTA 1000 consecutivi! Riesci a descrivere cosa provi in questo momento?
Mirra Andreeva: “Grazie! Ovviamente provo ancora molta adrenalina, è una sensazione incredibile. Dopo il primo set è stato davvero difficile rimontare, ma ho dato il massimo. Sono super felice e molto orgogliosa di me stessa”.
D: Congratulazioni, ottimo lavoro. Sembrava che nel secondo e terzo set fossi molto più libera e rilassata rispetto al primo set, che invece è stato complicato. Come ci sei riuscita?
Mirra Andreeva: “Non mi sono mai sentita rilassata, per tutta la partita ero molto nervosa. Dopo il primo set ho capito che quello che stavo facendo non funzionava, quindi dovevo cambiare qualcosa. Nel secondo ho cercato di giocare in modo più aggressivo, ma senza esagerare, perché penso che nessuno possa sopraffare Aryna: è una giocatrice incredibilmente potente. Ho cercato di creare qualcosa per metterla a disagio e punto dopo punto, game dopo game, ci sono riuscita”.
D: Hai solo 17 anni, viaggi per il mondo, hai un grande team e ora vinci tornei straordinari. Qual è la parte migliore dell’essere Mirra Andreeva? Qual è l’aspetto più divertente?
Mirra Andreeva: “Credo che sia bello essere me, suppongo (sorride, ndr). Non saprei cosa rispondere, non ci ho mai davvero pensato. Per me è fantastico viaggiare per il mondo con le persone a cui tengo, con il mio team, giocare questi tornei incredibili e divertirmi in campo, godendomi la mia vita. Penso che sia questo che mi piace dell’essere me stessa. E cercherò di continuare così il più a lungo possibile“.
D: Ottimo lavoro. Ti sembra che tutto stia accadendo molto in fretta? Giochi a tennis praticamente da quando hai iniziato a camminare. Ti sembra un viaggio lungo o un percorso veloce?
Mirra Andreeva: “Non mi sembra di giocare da così tanto tempo. Forse sta accadendo velocemente, ma a me piace così. Non posso dire niente di negativo al riguardo. Se succede in fretta, lo accetto volentieri. Non è certo un problema vincere due tornei consecutivi! Non so se tutto questo stia accadendo velocemente, ma a me va bene così. Lo prendo e basta”.
D: Aryna ha detto ancora una volta che hai un grande team alle spalle e che è importante, alla tua età, essere protetta con tutte le offerte e opportunità che ti stanno arrivando. Chi sono le persone che ti aiutano a restare con i piedi per terra e a gestire questa improvvisa fama?
Mirra Andreeva: “Posso dire che tutto il mio team è molto protettivo. Penso che il fatto di avere un’allenatrice così esperta mi aiuti molto. Mi dà consigli su come giocare, ma anche su come non passare troppo tempo sul campo e su come non sprecare energie inutilmente. Credo che il mio team mi protegga e condivida la propria esperienza con me. Sono molto grata per questo. Penso che sia fondamentale avere un team esperto e affidabile intorno a sé”.
D: Dopo queste due grandi vittorie sul cemento, quale consideri la tua superficie migliore? Cemento o terra battuta? E quando non sei al 100% fisicamente, cerchi di essere al 100% mentalmente? Pensi di esserci riuscita oggi?
Mirra Andreeva: “Non saprei dire quale sia la mia superficie preferita. Mi piace giocare sulla terra battuta, sul cemento e sull’erba. Quindi posso dire che mi piacciono tutte allo stesso modo. Non direi che oggi non ero al 100% fisicamente. Forse non lo ero nel primo set, ma poi sono riuscita a restare positiva e questo mi ha aiutato a essere più attiva e aggressiva. Nel primo set non ho giocato benissimo, ma ovviamente anche lei ha giocato in modo incredibile, quindi c’era poco che potessi fare. Nel tempo ho cercato di combattere e superare le difficoltà e alla fine ci sono riuscita”.
D: Hai detto che Conchita ti ha consigliato di non passare troppo tempo sul campo. Quando non eri lì, come hai trascorso il tempo nel deserto
Mirra Andreeva: “Arriviamo almeno un’ora prima dell’allenamento per riscaldarci e fare tutte le routine. Poi mi alleno. Dopo mi piace pranzare con il mio team, parlare e discutere di varie cose. Poi faccio trattamenti e recupero, cerchiamo di tornare a casa subito, anche se a volte ci sono cose che devo fare. Cerchiamo di passare il minor tempo possibile sul campo, così posso conservare le energie per i match e per tornei lunghi come questo. Finora, penso che abbiamo fatto un ottimo lavoro sotto questo aspetto”.
D: Hai lasciato casa, ti sei trasferita in Francia e hai cambiato paese per allenarti. Alcuni potrebbero dire che hai sacrificato molto per il tennis. La vedi così?
MIRRA ANDREEVA: “Penso che i miei genitori abbiano fatto tanto, ma non direi di aver sacrificato molto. Ovviamente lavoro duramente ogni giorno, ma penso che tutti cerchiamo di migliorare. Certo, non è facile, ma nessuno ha mai detto che lo sarebbe stato. Non direi di aver fatto grandi sacrifici per essere qui. Credo di dover dire un enorme grazie ai miei genitori, perché hanno fatto tantissimo all’inizio della mia carriera. È fondamentale avere genitori che ti supportano e credono in te. Ripensandoci ora, non direi che abbiamo sacrificato molto”.