Il semaforo verde sul Miami Open 2025 è già scattato con gli incontri della prima parte del programma maschile nel Day 2 all’Hard Rock Stadium. Andiamo adesso a dare invece uno sguardo a cosa è accaduto nei match conclusivi della sessione serale, in una giornata che ha presentato i primi turni della metà bassa del tabellone.
M. Kecmanovic b. A. Kovacevic 6-4 6-4
Abbiamo il nome dell’avversario che bagnerà l’esordio nel torneo di Casper Ruud, uscito di scena prematuramente in California per mano di Giron. Il tennista norvegese, quinta testa di serie, è stato sorteggiato nel quarto presieduto da Alcaraz ma il suo debutto nell’edizione 2025 del secondo atto del Sunshine Double, sarà tutt’altro che abbordabile. Dall’altra parte della rete, al secondo turno, si ritroverà contro Miomir Kecmanovic. L’ex allievo di Nalbandian ha avuto infatti la meglio su Aleksandar Kovacevic in quello che era a tutti gli effetti un derby serbo, considerate le chiare origini balcaniche dello statunitense – di padre serbo e madre bosniaca – staccando il pass per in trentaduesimi con un doppio 6-4 maturato in poco più di un’ora e mezzo di gioco.
Il match è stato deciso da due soli break, uno per set, tuttavia non sono mancate chances in risposta per colui che quest’anno ha vinto il suo primo titolo ATP a Montpellier. Difatti, è stato il giocatore meglio classificato ad offrire per primo possibilità di allungo: nel suo turno di servizio inaugurale, il n° 2 di Serbia ribalta l’iniziale situazione di svantaggio nel game (15-40) mostrando la propria superiorità dopo aver incassato 4 punti consecutivi per pareggiare subito lo score (1-1). Tale salvataggio rinvigorisce il serbo e allo stesso tempo sottrae certezze ad Aleksandar: viene così servito a 15 il primo strappo della sfida in favore di Kecmanovic. Successivamente, vanno in scena due giochi in fila ai vantaggi: l’unico a scoprire effettivamente il fianco è però Miomir, che nonostante ciò ancora una volta si salva salendo 4-2.
Lo schema di sviluppo della sfida rimane invariato. Nella seconda frazione, avanti 4-3 e servizio, Miomir ha difatti dovuto salvare la bellezza di cinque palle break, rimontando dal 15-40 prima di cancellare altri tre break point e portarsi a casa il game fiume solamente al termine di 20 punti giocati. Dopodiché, in battuta per sigillare il parziale il venticinquenne di Belgrado si è trovato costretto a fronteggiare anche una sesta opportunità di contro-break: come le precedenti, però, Kecmanovic l’ha abilmente sventata, vincendo tre quindici in fila per intascarsi la frazione finale e di conseguenza l’incontro. Nell’analisi della sfida vanno però inserite nel computo finale le energie, fisiche e mentali, spese dal ventiseienne di New York per alzare il trofeo challenger a Punta Cana la settimana precedente a Miami: sconfitti in serie Bellucci, Wong, Altmaier, Muller e Dzumhur. Mentre al BNP Paribas Open era stato subito mandato KO da Arnaldi.
17 aces complessivi nel match (7 per Miomir), paradossalmente 23 sono stati i vincenti americani così come 23 sono stati gli errori non procurati del serbo. 18 i winners di Kecmanovic, 21 gli unforced States a riprova dell’equilibrio di cui è stato caratterizzato lo scontro.
Proiettandoci al prossimo incrocio, è abbastanza intuitivo affermare che possa essere proprio il serbo a partire favorito nel confronto con il Top 10 Casper (cercherà la sua sesta affermazione contro un primi dieci, l’ultima proprio sul nativo di Oslo al Foro Italico nel 2024). Il cemento outdoor dei due Masters 1000 ‘americani’ in marzo è da sempre un terreno tennistico nel quale si trova perfettamente a suo agio, basti pensare al 2022 quando ottenne due quarti di finale. Sia lui che Ruud si sono un po’ spenti dopo essere volati alla volta di Acapulco, dove erano reduci rispettivamente dal trionfo a Delray Beach e dalla finale a Dallas. Post Messico, non hanno più brillato venendo sempre eliminati all’esordio. Il percorso di avvicinamento a Miami è stato opposto, l’ex n° 2 del mondo è rimasto ad allenarsi fino a venerdì scorso all’Indian Wells Tennis Garden – come confermato dai nostri inviati Gibertini e Baldissera – al contrario Miomir ha preferito disputare il nuovo Challenger 175 di Punta Cana, in cui ha passato un turno prima di essere superato da Dzumhur.
In carriera si sono affrontati 6 volte, il bilancio è in perfetta parità con una sostanziale differenza. Le vittorie del due volte finalista al Roland Garros sono giunte sempre e soltanto sul rosso (nelle qualificazioni di Roma del 2019, il loro primo incrocio, nella finale dell’Estoril del 2023, al 2° turno di Madrid 2024), diversamente Kecmanovic ha sì vinto sulla terra agli Internazionali d’Italia dello scorso anno ma ha trionfato anche sul cemento di Zhuhai e alle Next Gen di Milano nel 2019. Chiaramente quest’ultimi due confronti sono piuttosto datati, oltre che consumatisi in condizioni di punteggio particolari come quelle meneghine, da poter essere valutati come test probanti.
A. Muller b. [Q] R. Sakamoto 6-4 6-4
Al secondo turno del Master 1000 della Florida, troveremo anche il francese Alexandre Muller che supera il giovane qualificato giapponese Rei Sakamoto: battuto 6-4 6-4 in 1h23‘. Il classe 2006 nipponico, diciannove anni il prossimo giugno, attualmente classificato alla piazza n° 330 del ranking ATP si fece conoscere al grande pubblico vincendo l’edizione junior dell’Australian Open 2024 – al tempo n° 7 juniores, “colui che sussurrava alla racchette”. Da allora gli step di crescita non hanno ancora spinto il ragazzo nato a Nagoya a compiere l’ultimo passo, marcando il territorio dei pro del circuito mondiale con un acuto di spessore – per intenderci, quello realizzato poche ore fa da Federico Cinà. Così si spiega il successo transalpino, che ha sfruttato la sua maggiore esperienza e tutto il proprio vissuto ‘tattico’ da terraiolo in grado però di adattarsi al meglio nel fare a pallate sulle superfici più rapide, non comodissimo ma comunque sempre in controllo del risultato finale. Fino al nono game del match, non si è minimamente palesata – neanche lontanamente – neppure una parvenza di palla break con appena tre giochi conclusi a trenta: arrivati, tuttavia, alle fasi caldi il ventottenne di Poissy ha usufruito del kilometraggio nel Tour e della superiore (al momento) consistenza di gioco nel gestire gli ultimi due games del set. Dapprima sventa una pericolosissima occasione di scippo della propria battuta, per poi far pagare dazio al giovanissimo Rei dinanzi al secondo set point nel successivo gioco: 6-4 in 37 minuti.
Com’è andata la seconda frazione? Un altro 6-4. È il festival dei 6-4, forse il punteggio più atroce del tennis: quello che ti fa dire ‘ma sì, alla fine ho giocato bene la prestazione c’è stata. Mica ha preso una stesa!’ ma che in cuor tuo ti rende consapevole di un fatto: ‘Non sono mai stato vicino a vincere neppure un set’. Andamento paritetico anche nella ripresa, tutto regolare sino a metà parziale dove si consuma una autentica maratona con Sakamoto in battuta, 26 punti disputati con tanto di palla break frantumata ma soprattutto ci sono volute ben 10 palle game al samurai del Sol Levante per agganciare il rivale sul 3-3.
Il giapponese ci prende gusto a rialzarsi da situazioni che appaiono irreversibili, nell’ottavo gioco addirittura risale la corrente dallo 0-40. Ma a furia di scherzare con il fuoco, la bruciatura diventa realtà per il giovane Rei: nuovamente il decimo game, nuovamente il turno di battuta per restare nella frazione gli sono fatali. Nonostante i 5 aces messi a referto, Sakamoto deve arrendersi complice l’84% di trasformazione dei punti da parte della prima francese (contro il proprio 66%) e il 58% di cinismo sulla seconda di Alexandre rispetto al comunque ottimo 50% (9/18) nipponico. Buonissimo risultato, dunque, per Muller: in particolare se si considera che è reduce dalla fatiche in Repubblica Dominicana, dove a fermarlo è stato solamente Kovacevic in semifinale (a Cop Cana ha giocato anche Rei, venendo eliminato agli ottavi da Mensik). Ora per lui ci sarà Francisco Cerundolo, ventitreesimo giocatore del seeding arrivato alla seconda settimana in California e arresosi solo a Carlos da Murcia.
J. Munar b. A. Rinderknech 6-3 7-6(5)
Non sorprende nell’esito finale ma certamente stupisce per le modalità attraverso cui si è giunti al confezionamento del risultato, il quinto ed ultimo match che ha concluso il programma odierno sul terzo campo dell’impianto di Miami: il Butch Buchholz. Jaume Munar sconfigge Arthur Rinderknech 6-3 7-6(5) in poco meno di due ore di gioco. Sin qui nulla di strano, tutto pienamente nella forma: il tennista spagnolo è nettamente superiore e la ha dimostrato, anche se il suo approccio alla gara è stato tutt’altro che sprint (fallo di piede nel primo quindici al servizio). Peraltro un Munar sempre più in crescita, presentatosi in questo 2025 con molti più muscoli, in grado di permettergli di sprigionare una potenza di fuoco che prima non possedeva. E se alle sue già acclamate qualità di costruttore tattico di gioco tipicamente da rosso, con tutta la completezza strategica che ne consegue, ci si abbina una pesantezza di palla salita di spessore, ciò lo rende un cliente ostile per tutti anche sul cemento dove ha sempre mostrato di poterci giocare con agio senza però riuscire mai a trovarsi completamente a suo agio: va bene i topponi, va bene l’arte del rematore, va bene conoscere le leggi del gioco ma se si è troppo leggeri si può far poco con tutto il resto. Chissà se questo nuovo Jaume non ci regali una seconda parte di carriera (classe ’97, 27 anni) depositando il proprio tennis sui lidi fin qui inespugnati?
Ma torniamo alla nostra apertura e quindi al nostro stupore generato da alcuni passaggi dell’incontro. Ci riferiamo al secondo set ed in particolare al tie-break: Arthur, dopo aver salvato due palle break a freddo nel game inaugurale del parziale che successivamente non ha presentato ulteriori rilievi, è volato rapidamente sul 5-1 mettendo all’apparenza in cassaforte il set. Invece, tutto si è incredibilmente dissolto con il n° 56 del mondo che partendo dalla risposta ha vinto 6 punti consecutivi, recuperando i 2 mini break di svantaggio ed evitare così di dover ricorrere alla terza e decisiva frazione. Il gigante (1,96) di Gassin ha fatto registrare la solita – e sistematica – doppia cifra di aces (13) cercando di proporre un gioco il più aggressivo possibile, al fine di togliere l’iniziativa al rivale per impedirgli di allungare gli scambi e costringerlo ad una fase difensiva che avrebbe messo in luce tutti i suoi limiti di mobilità. Così si spiegano i 30 vincenti ma anche i 39 gratuiti del francese che gioco forza si è dovuto prendere molti rischi, tenendo sempre alta la soglia del coefficiente di errore. Jaume dal canto suo pur chiudendo con meno della metà dei non forzati transalpini, ha comunque scagliato quasi venti winners (19). Sa lancia perciò nel migliore dei modi verso l’ostacolo Medvedev, dotato di paracadute e di tutti gadget del caso. Basteranno per non scaraventarsi verso la montagna Daniil? Che non sarà più l’Everest ma un signor Monte Bianco non si scala da solo.
Gli altri risultati
Super battaglia tra Christopher O’Connell (n.°78 ATP) e Roberto Carballes Baena (n.°53 ATP): lo spagnolo avanza, grazie ad una grande performance che lo ha visto spuntarla per 6-3 3-6 7-6(5) in oltre due ore e mezzo di lotta. Curiosamente è stata la riedizione di un primo turno già disputatosi appena due settima fa ad Indian Wells. Questa volta – originario di Tenerife, nelle Isole Canarie – è stato l’iberico a gioire, prendendosi la rivincita con il medesimo svolgimento di gara: a Tennis Paradise lo score recitava 6-3 0-6 6-1 in favore del monomane australiano, che poi avrebbe osservato la sua corsa interrompersi di fronte a Matteo Berrettini. Adesso Roberto si sconterà con la testa di serie n.°31 – la penultima del lotto – Brandon Nakashima che aveva eliminato Arnaldi ai sedicesimi californiani. Nell’unico incontro maschile previsto per la sessione serale del campo centrale, Quentin Halys batte abbastanza nettamente per 6-3 6-4 Thiago Seyboth Wild.
Il tennista francese, n.°57 ATP, ora al secondo turno se la vedrà con Lorenzo Musetti: un solo precedente che addirittura risale a cinque anni fa, nel Challenger di Cherbourg (in Francia) vinse Quentin rimontando per (8)6-7 6-4 6-3, quando Lorenzo doveva ancora compiere 19 anni. In California, il ventottenne di Bondy si è fermato proprio ai trentaduesimi, dopo aver eliminato Carreno Busta nulla ha potuto contro Carlos Alcaraz. Quest’anno è salito all’attenzione mediatica conquistando da qualificato la semifinale al ‘500’ di Dubai, cammino in cui nei quarti ha estromesso il lucky loser Luca Nardi battendolo al tie-break del terzo dopo aver perso il primo set 6-2. Ancora invece una sconfitta – la terza consecutiva – per il brasiliano, sono 10 KO e appena 3 vittorie (due a Buenos Aires più quella al primo turno di Indian Wells su Muller) nel 2025 tra Slam, circuito ATP, Challenger e Coppa Davis.
Concludiamo il resoconto, dando notizia della vittoria della wild-card locale Eliot Spizzirri (ventitreenne n.°134 ATP, classe 2001) sul qualificato britannico Billy Harris (n,°107 ATP) – che in questa stagione abbiamo imparato a conoscere alla United Cup – con lo score di 7-6(2) 3-6 6-2 in 2h20‘. La sfida è andata in scena come quinta ed ultima partita sul Grandstand. Al prossimo turno, dunque, sarà derby statunitense tra Spizzirri e la testa di serie n.°24 Sebastian Korda.