di Beatrice Becattini
Il tennis azzurro sta riscrivendo la sua storia a suon di record. Gli incredibili successi di Jannik Sinner sono solo la punta dell’iceberg. Sono ben 11, infatti, i tennisti italiani presenti in top 100 (Sinner, Musetti, Berrettini, Arnaldi, Sonego, Cobolli, Darderi, Bellucci, Nardi, Passaro e Fognini), tre dei quali tra i primi 30, che ad oggi sarebbero teste di serie nei tornei dello Slam. Numeri che suffragano il grande momento dell’Italia della racchetta. Un movimento in continua evoluzione e crescita costante, sublimato da vittorie individuali e di squadra, come le due Coppe Davis consecutive.
Per comprendere al meglio la portata di ciò che il tennis italiano sta vivendo, è necessaria, tuttavia, un’analisi meno superficiale dei dati enumerati nelle righe precedenti. Perché la sola abbondanza potrebbe non essere un elemento indicativo per decretare lo stato di salute delle varie federazioni nazionali. A tal riguardo, l’Italia presenta dei numeri importanti a livello quantitativo, che possono essere trasformati in dati qualitativi altrettanto positivi. Il primo fattore è la media d’età degli italiani tra i migliori 100, che attualmente è di 25,8 anni (tenendo presente le età al millesimo di anno). Ciò restituisce un fatto che in ottica futura fa ben sperare: su 11, sette hanno meno di 25 anni e di questi quattro stazionano in top 50. L’auspicio è che, dunque, i risultati attuali non solo possano essere emulati anche nelle prossime stagioni, ma che si possa addirittura migliorare ulteriormente.
È da tenere presente, in ogni caso, come quella dei 100 sia una soglia quasi psicologica, di prestigio sì, ma dal valore relativo se il focus del ragionamento non fosse quello dei soli Slam.
Prendiamo l’esempio dell’Open di Miami, torneo della settimana. Il tabellone principale del secondo atto del Sunshine Double si compone di 96 giocatori e la spedizione azzurra conta otto italiani. Un numero certamente considerevole, che merita, però, un approfondimento. Degli 11 top 100, sette giocheranno in Florida. Oltre a Jannik Sinner, che sta scontando la squalifica patteggiata, saranno assenti Nardi, eliminato nelle qualificazioni, Passaro e Fognini. Gli otto partecipanti azzurri sono quindi entrati direttamente nel Main Draw di Miami, sette mediante il ranking, più la wild card Federico Cinà (e, a proposito di giovani, gli occhi sono tutti puntati sul diciassettenne reduce dalla sua prima finale Challenger che adesso sogna in grande). Ecco perché la barriera dei migliori 100 è un traguardo, ma, in ottica della partecipazione a tornei come i 1000 a 96 giocatori, è la top 80 ad essere significativa. Ulteriormente stringente è il discorso per i 1000 a 56 giocatori, quasi estinti a dire la verità, in cui è essenziale essere parte almeno dei primi 50.
Se si amplia l’analisi iniziale, comparando la situazione italiana a quella delle altre Nazioni, si ottengono altri chiarimenti. La geografia del tennis vede 26 Paesi annoverare giocatori in top 100. Alla guida di questa speciale classifica di rappresentanza vi sono Italia e Stati Uniti. I giocatori a stelle e strisce sono 11, tanti quanti gli italiani. Si può rilevare come gli USA vantino una media di piazzamento migliore rispetto a quella azzurra (51,9 contro 38,9). Anche l’età media è leggermente a favore degli americani (25 anni), i quali, oltre agli ormai veterani (che stazionano alle posizioni più alte), hanno messo in mostra giovani under 21 di grande prospettiva, come Learner Tien e Alex Michelsen (gli under 25 in top 50 sono quattro, come gli italiani). Sebbene negli ultimi anni abbiano faticato a trovare una stella polare che facesse da bussola per il movimento, gli USA sono da sempre un Paese di grande tradizione tennistica. Questi numeri, quindi, non devono sorprendere. Si pensi anche a quanti tornei importanti si giocano oltreoceano (uno Slam e tre ATP 1000) e a come lo sport sia parte integrante del sistema di istruzione statunitense, con programmi scolastici diffusi e capillari.
In Italia, invece, si sono percorse strade differenti per giungere a numeri analoghi a quelli di una Nazione di quasi 350 milioni di abitanti. Il modello italiano è stato poi, tra l’altro, seguito dalla Francia, che, forse non a caso, conta 10 tennisti in top 100. La chiave di volta la si può rintracciare nella recente proliferazione dei Challenger su suolo francese e italiano, un circuito che rappresenta un iniziale trampolino di lancio (talvolta di rilancio), un primo approccio al tennis che conta. A dire il vero, però, i numeri francesi raccontano di una situazione del tutto differente rispetto a quanto è in atto nel Belpaese. Se i giocatori d’Oltralpe in top 20 sono due, pari a quelli italiani, la vera differenza sta nei dati anagrafici.
La Francia presenta un’età media di 27,6, quasi due anni in più rispetto a quella dell’Italia. L’errore da non fare è pensare che questo calcolo sia influenzato dal solo Gael Monfils, che a quasi 39 anni è ancora 46 del mondo. Se, come ci insegna la statistica, si scartassero le età più estreme (la più alta e la più bassa) e si procedesse al ricalcolo della media, noteremmo come la differenza nel risultato sia minima. Sono solo due su dieci, infatti, i francesi con meno di 25 anni. Riccardo Piatti qualche settimana fa aveva commentato come la Francia sia in difetto di un trascinatore come Jannik Sinner e che questo offuschi il giudizio sul momento del tennis transalpino. Senza volersi cimentare in previsioni, i meri dati statistici ci consentono di poter risaltare un’incontrovertibile verità: la maggior parte dei francesi ai vertici pare aver già raggiunto la maturità tennistica.
Se la Spagna, Carlos Alcaraz a parte, fatica a ritrovare i fasti e la costanza di un tempo, un caso particolare è costituito dalla Russia, per cui attualmente non si può certo parlare di abbondanza. Sono solo quattro, d’altronde, i russi in top 100, ma ben due figurano tra i migliori 10 (Medvedev e Rublev). A catturare l’attenzione è la media d’età particolarmente alta, 28,5 anni, sintomo di una difficoltà nel ricambio generazionale, almeno a livello ATP, dato che nel circuito WTA Mirra Andreeva sembra inarrestabile.