Federico che favola (La Gazzetta dello Sport, Riccardo Crivelli)
Senza paura. Come già succedeva a un ragazzino coni capelli rossi che adesso guarda tutti dall`alto perché è semplicemente il più forte giocatore del mondo. La storia si ripete? Per adesso è solo una meravigliosa speranza, ma l`impresa di Federico Cinà a Miami, il successo al turno inaugurale a 17 anni e 11 mesi da n.441 del mondo e alla prima partita Atp in carriera contro l`argentino Comesana (numero 67) ricalca davvero le orme di Sinner: tra gli italiani, solo Jannik infatti è riuscito a imporsi in un match di un Masters 1000 a un`età inferiore, 17 anni e 8 mesi, agi Internazionali d`Italia del 2019 quando sconfisse l`americano Steve Johnson. E a ogni modo solo loro due, da noi, ci sono riusciti sotto i 18 anni.
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«Quest`anno ho fatto sette settimane di preparazione, quindi abbiamo lavorato molto sul punto di vista fisico e muscolare, lavoriamo tanto sul dritto, per renderlo più efficace, e sul servizio soprattutto. I colpi più importanti. Tutti i giorni, in allenamento, sempre stessa concentrazione, stessa testa, quella è la cosa anche più difficile, però bisogna farla. In futuro, il mio sogno è quello di diventare numero uno al mondo e vincere più Slam possibili». In famiglia Beata incoscienza? Macché, giustificata ambizione di chi respira tennis fin dalla culla. Pallino, infatti, è figlio di Francesco Cinà, il coach di tutti i grandi successi della Vinci e oggi suo allenatore a Palermo, e di Susanna Attili, già n.131 in doppio nel 1993.
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Federico è stato n.4 al mondo tra gli juniores. ha ottenuto il primo punto Atp a 15 anni, ma non ha mai forzato i tempi: «Mi seguiva in giro per il mondo – ha raccontato papà – e, sin da piccolo, mi chiedeva sempre di giocare, anche a casa. Poi ha vinto qualche partita e si è appassionato, sempre di più anche se lavorando con i figli ci si porta il lavoro a casa. In campo sono l`allenatore, poi ritorno ad essere il genitore e parlo d`altro». Cinà junior è un fan di Djokovic, a giugno si diplomerà alla scuola inglese di Palermo, è appassionato di calcio, di Cristiano Ronaldo e tifa i Rosanero della sua città.
Nel tempo libero gioca alla Playstation, adora la pizza, guarda tutti i film usciti sull`Uomo Ragno e si diletta con il padel. Nel frattempo, con il successo in Florida, è salito al n.369 virtuale, ottenendo il sorpasso familiare sul padre, che da giocatore si era fermato al n.427: «Era il minimo, Federico ha molta più testa di me. Ma l`importante è che sia felice e resti padrone della sua vita». Capitan Futuro.
Un debutto da fenomeno Era Pallino, è super Cinà (Tuttosport, Gianiuca Strocchi)
Fra dieci giorni esatti spegnerà le fatidiche 18 candeline, ma per il tennis Federico Cinà può considerarsi a tutti gli effetti già maggiorenne. E lo ha dimostrato firmando un`impresa a Miami, dove ha sfruttato al meglio la wild card per il tabellone principale (al momento è n.441 della classifica dopo la finale nel challenger greco di Hersonissos) concessagli dagli organizzatori del secondo Masters 1000 stagionale per bagnare con uno storico successo la sua prima partita nel circuito maggiore.
Un exploit riuscito in ambito tricolore in precedenza solo a Jannik Sinner, che al Foro Italico 2019 sconfisse lo statunitense Johnson a 17 anni e 269 giorni, mentre il talento siciliano (diventato anche il primo 2007 a vincere un match nel Tour Atp) ce l`ha fatta a 17 anni e 354 giorni. A cadere sotto i colpi del figlio di Francesco, storico coach di Roberta Vinci, è stato l`argentino Francisco Comesana (n.67), proveniente dalle qualificazioni, piegato in due tie-break, anche se il punteggio sarebbe potuto essere più netto.
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Dopo una palla break salvata nel game d`apertura, la seconda frazione si mette in discesa per il palermitano, che gioca in maniera propositiva e vola sul 5-2. Sul più bello, però, ecco l`imprevisto: i crampi alla gamba sinistra. Federico manca un match point in risposta, viene riagganciato sul 5-5, ma nonostante i problemi «Sono stremato e felice. Ho fatto tutto ciò che mi ero ripromesso» fisici riesce a trascinare il set al tie-break, chiedendo l`intervento in campo del fisioterapista. E dal 2-2 è monologo italiano, con cinque punti di fila, grazie a personalità, coraggio e classe, così da liberare tutta la sua gioia Il siciliano (già 72 posiziní guadagnate) ha chiuso con il 76% di prime in campo, con un rendimento del 72%, piazzando 24 vincenti a fronte di 28 errori gratuiti.
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Se sia nata una nuova stella nel firmamento del tennis tricolore sarà il futuro a dirlo. Ma certo il ragazzo impressiona Di anni ne ha qualcuno in più Mattia Bellucci (ne compirà 24 il 1° giugno), pure lui però al debutto su palcoscenici così prestigiosi. Il mancino lombardo ha incassato la quinta sconfitta consecutiva, cedendo al taiwanese Tseng Chun-Hsin, passato attraverso le qualificazioni. Fatale l`epilogo del primo set, perso al tie-break con due diritti sbagliati da Bellucci, che poi ha perso fiducia, incappando in 44 errori gratuiti.
“Essere tennista non è facile Sinner unico” (Il Corriere dello Sport, Lorenzo Ercoli)
“Credo che, tante volte, i giocatori si lamentino troppo in fretta.
Se per alcuni, in un torneo, nove cose su dieci non vanno bene, forse sono le analisi a dover essere più equilibrate. Per esempio, a Madrid c`è un problema con il numero di campi di allenamento: è giusto farlo notare, ma è rosi per tutti e non deve creare un turbamento che ti condizioni. Il campo alla fine è anche un`espressione di come si vive la vita“. Chi conosce Vincenzo Santopadre sa che é davvero cosi: è questa l`attitudine con cui vive e fa vivere il tennis. Ex numero 100 del mondo da giocatore, poi coach di lunga data di Matteo Berrettini, oggi prosegue la sua avventura accanto a Luca Van Assche, talento francese classe 2004 in cerca di una dimensione stabile nel tour.
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Ha l`impressione che a volte si crei un ambiente troppo accomodante intorno ai giocatoti? «Bisognerebbe conoscere i singoli atleti per dirlo. Però, vuoi anche per un contorno particolarmente fuorviante, tante volte questi giovani sono in balia delle onde. Sotto certi aspetti quello del tennista è un mestiere molto complicato e questi ragazzi si trovano a farlo senza la struttura per gestire alcune situazioni. Per di più lo fanno in un ambiente dove denaro e popolarità possono farti perdere equilibrio.
Questa fatica a trovare stabilità poi si ripercuote anche su risultati e relazioni Trovare l`equilibrio di un Sinner é qualcosa per pochi». A proposito, gli spazi privati proposti per Sinner a Roma sono davvero una necessità? «Non credo sia un`esigenza, anche perché il giocatore deve andare sul posto di lavoro e lavorare. Poi questa sarebbe ovviamente un`accortezza del torneo e sarebbe una comodità in più. Ma in generale nei tornei già ci sono situazioni per la privacy, anche quella dei super big».
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Alcaraz invece che strada deve seguire per trovare continuità? «Dopo la sconfitta di Indian Wells ha ammesso di aver gestito male l’avvicinamento al match. La gestione delle aspettative é fondamentale per trovare solidità. Rallentare in campo non é automatico, anche perché rischierebbe di sacrificare alcuni dei suoi punti di forza, come le accelerazioni e l`aggressività. Ciò su cui dovrebbe concentrarsi è trovare un maggiore ordine tattico per incanalare meglio il suo estro».
Capitolo coach: Vagnozzi avrà davvero bisogno di qualcuno per il post Cahill? E si aspettava che Berrettini si affidasse unicamente a Bega? “Jannik è molto giovane, ma già estremamente consapevole, e lo stesso si può dire di Matteo. Parto da Berrettini, un ragazzo aggiunge una figura nuova solo se pensa possa dargli un beneficio importante, non prende qualcuno per fare numero. Vagnozzi credo che abbia tutte le qualità per gestire Sinner da solo, ma a lungo potrebbe diventare pesante. Trovare una figura con cui dividere il peso e le responsabilità potrebbe essere una scelta utile”
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