Quando vengono assegnate le wild card a giocatori così giovani c’è sempre grande interesse attorno. Basti pensare a Federico Cinà, tennista nato a Palermo classe 2007 che ha debuttato nel circuito ATP in occasione del primo turno del torneo Masters 1000 di Miami, battendo con due tie-break Francisco Comesana.
Per quanto riguarda le wild card femminili, Tyra Caterina Grant (numero 419 al mondo) è nata a Roma anche lei nel 2007 ed è cresciuta a Vigevano con un passato a Bordighera insieme a Riccardo Piatti e Jannik Sinner. È la figlia di Tyrone Grant, ex giocatore di pallacanestro che ha militato tra le file di Olimpia Milano e Virtus Bologna per quanto riguarda la Serie A italiana. Tyra Grant è una grandissima promessa del tennis, avendo vinto in doppio i titoli juniores degli Open di Francia nel 2023 e degli Australian Open. Nonostante sia nata e cresciuta in Italia gareggia per gli Stati Uniti d’America e proprio a riguardo sono state fatte alcune domande nell’intervista in esclusiva del podcast Doppio Misto.
Come detto, a Bordighera ha avuto modo di allenarsi con Riccardo Piatti e Jannik Sinner, con cui è amica: “Quando avevo 7 anni Jannik ne aveva 13/14, lo conosco da dieci anni più o meno. Si sapeva che sopratutto all’inizio che avesse qualcosa in più anche quando non vinceva, crescendo insieme mi fa tanto piacere vedere quanto è riuscito a fare. Ci vediamo sempre prima degli Slam e ci fermiamo a parlare”
Discorso simile anche con Mirra Andreeva, reduce da due 1000 vinti a Dubai e Indian Wells, con cui è stato azzardato un paragone: “Ha raggiunto obiettivi incredibili. Anche se siamo due tenniste che scambiano parecchio abbiamo una tipologia di gioco diversa. Io sono più aggressiva rispetto a lei che preferisce rimanere nello scambio, ma ci siamo allenate insieme ed è un ottima giocatrice. Il mio idolo? Sicuramente Djokovic, però a livello di gioco non saprei, non ci sono tante giocatrici femminile che interpretano il gioco come faccio io, spesso all’attacco“.
Naturalmente la grande domanda riguarda la possibilità di rappresentare l’Italia in futuro: “Rappresento gli Stati Uniti quasi per caso: dovevo disputare un torneo internazionale da Patrick Mouratoglou e bisognava mettere una bandiera. Mio papà ha scelto quella americana, ma prima dei 18 anni posso cambiare e l’Italia è una possibilità: sono in contatto con la Federazione, li conosco bene“