Il torneo più interessante della settimana era senza dubbio il Challenger 75 ‘Zadar Open’ (terra battuta) che riuniva un bel manipolo di giocatori, con un Borna Coric, a nostro parere il grandefavorito, desideroso di inanellare un altro risultato di prestigio in questo inizio di stagione che l’ha visto risalire in classifica e mettere in bacheca già due trofei (Lugano e Thionville). C’erano anche parecchi italiani, tra i quali si è distinto un solidissimo Enrico Dalla Valle. L’alfiere della ‘Galimberti Tennis Academy’ ha raggiunto i quarti di finale superando in rimonta l’insidioso tedesco Max Rehberg (che a noi piace molto) e poi prevalendo in un crudelissimo derby su Francesco Maestrelli col punteggio di 7-5 6-2. Ora gli tocca lo slovacco Jozef Kovalik (n.127), uno che a 32 anni compiuti è ancora molto pericoloso perché non gli è certo passata la voglia di lottare su un campo da tennis.
Subito eliminato invece Federico Arnaboldi che si è arreso 7-5 6-4 al qualificato croato Luka Mikrut (n.360), confermando un avvio di stagione tutt’altro che brillante, come certifica un bilancio che gli attribuisce solo due vittorie a fronte di sette sconfitte. Molto male poi per i nostri atleti sono andate le qualificazioni che hanno visto l’eliminazione di Franco Agamenone, Jacopo Berrettini e Matteo Fondriest che, nonostante il cognome e la provenienza geografica, non è parente del Fondriest ciclista ex campione del mondo.
Stessa sorte per Marco Cecchinato che purtroppo merita un discorso a parte. Infatti il Ceck è stato protagonista di un episodio francamente sconcertante contro il non irresistibile Josip Simundza (n.887 ATP), un lungagnone mancino di quasi 2 metri originario di Spalato. L’azzurro vince facile il primo set, perde il secondo in volata e poi nel terzo, alla prima onda contraria, si lascia andare ad una sorta di sciopero bianco, senza che l’avversario avesse fatto alcunché per meritarlo. Tanti colpi giocati malvolentieri con l’unico scopo di concludere velocemente lo scambio e le ultime palline addirittura sbagliate volontariamente e/o scagliate in tribuna tra lo stupore del (poco) pubblico presente. Continua così lo sprofondo del tennista siciliano che precipita al n.346 ATP, a forte rischio di non riuscire nemmeno più ad entrare nei tabelloni Challenger.
Con chi ce l’aveva il Ceck? Non lo sappiamo, quel che possiamo dire è che i suoi problemi iniziarono paradossalmente proprio quel pomeriggio di 7 anni, il 5 giugno 2018, quando andò a rete per dare la mano a Novak Djokovic dopo averlo battuto nei quarti di finale del Roland Garros. L’allora 26enne tennista siciliano era sicuramente consapevole di aver compiuto un’impresa epica, scrivendo la prima pagina di quello che sarebbe stato un nuovo, entusiasmante capitolo del tennis italiano. Il problema fu che il Ceck pensava che quello fosse l’inizio di una cavalcata inarrestabile mentre in realtà sarebbe stato il punto più alto della sua parabola. Una parabola per cui molti suoi colleghi avrebbero sicuramente firmato, ma lui quella cosa lì non l’ha mai digerita. Sono così seguite una serie di decisioni sbagliate (vedi la separazione da coach Vagnozzi) e anni difficili, contraddistinti da una progressiva discesa in classifica e punteggiati da episodi spesso spiacevoli. Uno dei quali mi toccò personalmente quando al Challenger di San Marino (agosto 2022) mi avvicinai, approfittando di un momento di tranquillità, e gli chiesi se potessimo concordare un’intervista. “Può contattare il mio manager” fu la sua algida risposta, contravvenendo in questo modo ad una consolidata tradizione che a livello Challenger ha sempre visto rapporti informali, spesso amichevoli, tra giocatori, giornalisti e lo stesso pubblico. A questo punto, nonostante tutto, non possiamo che augurarci che Marco, che pure veleggia verso i 33 anni, possa invertire la tendenza e regalarsi ancora qualche bel risultato. Lo speriamo perché, a dispetto dei tanti errori, il tennis italiano gli deve molto.
L’altro torneo che offriva una bella entry list era il Challenger 75 di Murcia (terra battuta), dove purtroppo gli italiani non hanno fatto una grandissima figura. A partire da Andrea Pellegrino che è stato subito eliminato dall’olandese Jesper de Jong (n.105 e seconda testa di serie) con un doppio 6-3. Stessa sorte per Raul Brancaccio che contro il monegasco Valentin Vacherot (n.265) si è difeso a lungo prima di cedere 7-6(3) 6-7(6) 6-3. Per ultimo Gabriele Pennaforti che, ripescato come lucky loser, ha subito un secco 6-0 6-3 da Daniel Rincon (n.173).