[22] K. Khachanov b. [PR] N. Kyrgios 7-6(3) 6-0 (M.S.)
Resiste solo un set Nick Kyrgios che si arrende a Karen Khachanov in un’ora e un quarto. 7-6(3) 6-0 il punteggio per il ventottenne moscovita che sale 3-1 nei confronti diretti. Il primo set prometteva l’usuale battaglia tra i due, finora sempre arrivati alla partita finale – la quinta a Melbourne 2020 (vinse Nick) e a NY 2022 (Karen) –, con entrambi bravi a difendere i rispettivi servizi annullando tutte le palle break concesse.
Al sesto gioco Khachanov è risalito dal 15-40 al con il dritto vincente e un servizio che non è tornato, mentre la sua chance nel game successivo si è fermata in rete sul secondserve&volley australiano. Kyrgios si salva ancora con ace e rovescino in mezza volata su catenata centrale in risposta.
Nel tie-break sale 2-0, poi si distrae, perde il dritto, la concentrazione, se la prende con qualcuno (in precedenza c’era stato anche un episodio che poteva risparmiarsi con un raccattapalle) e vince un punto contro i sette di Karen che, dunque, si prende il set. Sette punti anche per Nick, però in tutto il secondo set, e Khachanov raggiunge al terzo turno Dimitrov, vincitore di Federico Cinà.
G. Monfils b. [26] J. Lehecka 6-1 3-6 7-6(8) (M.S.)
Vittoria pesantissima di Gael Monfils che raggiunge al terzo turno Jaume Munar, poco prima giustiziere di Medvedev – a proposito di vittorie pesanti. Il trentottenne parigino, n. 46 ATP, si impone sul classe 2001 Jiri Lehecka 6-1 3-6 7-6(8) in poco più di due ore, annullando un match point al tie-break con la prima piatta a uscire, non prima però di averne visti sfumare tre. La quarta occasione è stata quella buona, con il passante bimane a punire la seconda volée timida dopo un dritto d’attacco non certo irresistibile. Gran prestazione in battuta per Monfils con il 40% di servizi che non gli è tornato indietro, di cui 14 ace che pesando nel bilancio vincenti/non forzati, 32-22. Saldo negativo (meno 10) invece per il numero 26 dl mondo Lehecka, per il quale spiccano i 26 errori di dritto.
[LL] C. Ugo Crabelli b. [32] A. Michelsen 6-7(3) 7-5 6-3 (M.S)
Cade anche la testa di serie n. 32 Alex Michelsen per mano del lucky loser Camilo Ugo Carabelli: 6-7(3) 7-5 6-3 per l’argentino che, sotto di un set, salva due palle break all’undicesimo gioco e da lì piazza cinque game di fila che gli valgono il secondo parziale e un non mai rintuzzato 3-0 nel terzo. Al suo primo main draw in un Masters 1000, Ugo ottiene dunque la sua seconda vittoria guadagnandosi il prossimo round contro Novak Djokovic.
[5] C. Ruud b. M. Kecmanovic 3-6 6-4 6-4
Buona la prima. Condita da 45 vincenti in totale (28 con il dritto). Casper Ruud, numero 6 del mondo, batte in rimonta il tennista serbo (n. 48 ATP) Miomir Kecmanovic ed avanza al turno successivo del Masters 1000 di Miami. Un successo meritato per l’atleta norvegese, giunto al termine di un incontro – conclusosi con il punteggio finale di 3-6 6-4 6-4 – oltremodo combattuto. Tutto merito di un Kecmanovic che, pur provando a gettare il cuore oltre l’ostacolo, non è riuscito a sferrare il colpo decisivo nelle fasi salienti della gara.
Primo set: Ruud non incide, Kecmanovic ne approfitta
Primo game in discesa per il numero 6 del mondo. Il norvegese al servizio è una sorta di sentenza. Quello di Kecmanovic, invece, è un inizio gara piuttosto altalenante. Per Ruud l’ ottimo passante di rovescio esibito sul finale del secondo gioco non basta a frenare la replica immediata del venticinquenne serbo (1-1).
Nel terzo game, oltre alla solita efficacia in battuta, Ruud sciorina un paio di giocate col dritto che gli consentono di variare il campionario delle proprie giocate. Nel corso dei primi quattro game la gara si stanzia su dei binari di sostanziale equilibrio. Nel sesto gioco, Ruud spreca numerose occasioni per assicurarsi il primo break di giornata e viene punito da un Kecmanovic che si destreggia con ritrovata lucidità al servizio.
Nel settimo game, sul 40-15 a favore del tennista norvegese, giocata da “circoletto rosso” per Kecmanovic: il serbo, infatti, lascia partire un dritto da fondo che non lascia scampo all’atleta di Oslo. Per Kecmanovic, il colpo in questione rappresenta una grande iniezione di fiducia. Già, perché dopo aver sorpassato – per la prima volta durante l’intero arco del match – il proprio rivale, il numero 48 ATP riesce a portarsi in vantaggio di un break. Nel nono gioco, dopo aver sprecato un set-point, Kecmanovic non si lascia scappare la ghiotta, ghiottissima occasione di portare l’inerzia del primo set dalla propria parte. Il tennista originario di Belgrado fa calare il sipario sul primo parziale con un netto 6-3.
Secondo set: errori decisivi per Kecmanovic, Ruud ringrazia e ristabilisce la parità
Il secondo set comincia con lo stesso copione del primo. Ovvero, con Kecmanovic che mette subito le cose in chiaro sfruttando al meglio il proprio turno al servizio e portandosi in vantaggio di un game. Con entrambi i tennisti in campo piuttosto efficaci al servizio, va da sé che la prima parte del secondo set si svolga all’insegna dell’equilibrio.
Più compassate le azioni offensive di Ruud, più arrembanti le folate in risposta di Kecmanovic. Sesto game pressoché perfetto per il numero sei del mondo: il caro vecchio Casper, infatti, concede poco o nulla al proprio rivale. L’ottavo gioco è un thriller di Fincher: succede tutto e il contrario di tutto. A spuntarla, alla fine, è Ruud. Il norvegese – dopo aver rischiato di capitolare sotto i colpi di Kecmanovic e di alcune giocate da fondo effettuate dal tennista serbo – riesce a risalire la china dell’incontro e ad imporsi sull’avversario con il punteggio di 6-4. Tutto rimandato al terzo e ultimo set.
Terzo set: calo Kecmanovic, Ruud riacquista fiducia e solidità
Il set decisivo ci racconta di un tennis non proprio esaltante sia alla destra che alla sinistra della rete. In soldoni, nel corso dei primi cinque game, Ruud e Kecmanovic non si distinguono certo per le loro giocate. Anzi. Sono tanti gli errori commessi dai due protagonisti in campo.
Detto questo, è nel sesto game che il norvegese fa scattare il primo tentativo di fuga definitiva. (4-2). L’ottavo gioco, oltre ad essere il più lungo del set, è anche quello in cui la resilienza di entrambi i tennisti viene messa a dura prova, grazie alla lunga serie di errori che vede protagonisti entrambi i contendenti.
A spuntarla, alla fine, è il giocatore norvegese. Anche se, probabilmente, ai punti, Kecmanovic avrebbe meritato qualcosina in più, ma il tennis, si sa, oltre ad essere lo sport del diavolo è anche una gara di resistenza mentale e Ruud, in tal senso, si è dimostrato superiore al tennista serbo.