Nessuna sorpresa, adesso c’è l’ufficialità. Gli Australian Open 2026 prenderanno il via il 12 gennaio con la tradizionale Opening Week e il tabellone principale scatterà domenica 18 gennaio, per concludersi con la finale maschile il 1° febbraio. Una leggera variazione rispetto agli ultimi anni, che rappresenta un piccolo scossone per il calendario, ma senza ribaltarlo del tutto.
Certo, la notizia era nell’aria da tempo, ma ora è nero su bianco: il primo Slam della stagione si muove in avanti di sette giorni. Una scelta che, stando agli organizzatori, mira a garantire un’esperienza migliore per atleti e pubblico, grazie anche al sempre maggiore successo della manifestazione. L’edizione 2025 ha accolto on site durate le quasi tre settimane di torneo, oltre 1,2 milioni di spettatori, difendendo quello status di torneo del Grande Slam che ogni tanto qualcuno prova a mettere in discussione. Invano.
Le ripercussioni sul calendario
Il piccolo slittamento incide sugli equilibri del tour, soprattutto considerando i due primi Masters 1000 combined di inizio stagione: Indian Wells e Miami, che anche nel 2026 manterranno il loro tradizionale posizionamento in calendario. Questo significa che l’Australian Open finirà appena una settimana prima del primo dei due WTA 1000 di febbraio, quello di Doha, il cui posizionamento è ora in attesa di conferme.
L’incastro degli eventi richiede un’attenta pianificazione, specialmente per le giocatrici del circuito femminile che dovranno gestire tempi di recupero ridotti qualora il Qatar Open non dovesse subire variazioni. Una situazione che potrebbe creare qualche malumore tra atleti e addetti ai lavori, soprattutto considerando l’inizio del 1000 di Dubai successivo a quello di Doha.
Un gennaio sempre più affollato
Lo spostamento di una settimana non stravolge il calendario, ma conferma una tendenza: i mesi di gennaio e febbraio diventano sempre più densi di appuntamenti, con tornei che cercano di mantenere la propria posizione nonostante le esigenze dei grandi eventi. Sarà interessante vedere come il circuito reagirà a questo assestamento e se il WTA 1000 di Doha troverà spazio per un adeguato riposizionamento.
Resta il fatto che la tendenza dell’Australian Open, in questo spicchio di calendario, sia quella di creare un evento sempre più imponente. Tre settimane di tennis e spettacolo, con una crescita che sembra non conoscere battute d’arresto. Ora l’attenzione si sposta sulle federazioni e sugli altri tornei: il 2026 è già in costruzione.