Una prestazione con poche sbavature, quella messa in campo dal diciottenne brasiliano Joao Fonseca. Il nativo di Rio de Janeiro ha gestito senza problemi la sfida contro la testa di serie numero 19 Ugo Humbert, dominato 6-4 6-3. Una sfida che rispetto al programma iniziale si è giocata sul campo principale, lo Stadium. L’atmosfera non ha per nulla intimorito il tennista carioca che con il successo è divenuto il più giovane tennista a raggiugere il terzo turno in un Masters 1000 dal 2021, quando il diciottenne Alcaraz raggiunse il terzo turno a Parigi Bercy.
Vediamo, quindi, quanto dichiarato nella classica conferenza stampa post partita dal numero del ranking ATP.
D: Quella contro Humbert è stata la tua migliore prestazione in carriera per quanto riguarda i punti vinti sulla prima di servizio. Hai perso solo quattro punti sul tuo servizio in tutta la partita. Hai notato grandi miglioramenti? Come sta procedendo il lavoro sul servizio
JOAO FONSECA: “Sicuramente io e il mio team stiamo lavorando intensamente sul servizio, sulla combinazione tra servizio e colpo successivo e sulla percentuale di punti vinti con il servizio. Oggi penso sia andata molto bene. Se non è stata la mia migliore prestazione in assoluto, la considero comunque una delle migliori. Sono soddisfatto del modo in cui ho servito oggi.”
D: Hai affrontato Ugo in Coppa Davis due o tre mesi fa, su una superficie e in ambiente completamente diversi. Quali cambiamenti hai apportato alla tua strategia per riuscire a batterlo in due set?
JOAO FONSECA: “È stata una partita molto diversa. A Orléans, il campo era molto veloce, decisamente più veloce rispetto a quello di Miami. Inoltre, il pubblico era dalla sua parte, e a lui piace giocare sostenuto dal pubblico, proprio come piace a me. Oggi, però, il pubblico era numeroso e tutto dalla mia parte, e questa è stata una grande differenza. Per quanto riguarda la partita, credo di aver iniziato subito mettendolo sotto pressione con la risposta e con il primo colpo dopo il servizio, cercando di ottenere punti vincenti e portandolo sulla difensiva. Sono stato decisamente più aggressivo. In Francia, invece, era lui a comandare gli scambi, a cercare i colpi vincenti, mentre io mi ritrovavo spesso lontano dalla linea di fondo. Questa è stata la differenza chiave.”
D: Hai detto che quando avevi 10 o 11 anni hai deciso di dedicarti al tennis piuttosto che al calcio. Cosa ti ha portato a prendere questa decisione? E chi sono i tuoi calciatori preferiti?
JOAO FONSECA: “Quando avevo 11 o 12 anni, ho subito un piccolo infortunio. Giocavo contro ragazzi di 13 anni, quindi più grandi di me, e durante una partita sono caduto con i glutei, restando fuori per due mesi. Dopo quell’episodio, ho detto a mia madre che non volevo più giocare a calcio, ma che desideravo continuare con il tennis. Sei mesi, forse un anno dopo, ho trovato il mio allenatore e le cose sono diventate più serie. Alla fine, ho scelto il tennis e penso sia stata una decisione molto buona. Per quanto riguarda i miei idoli calcistici, all’epoca ero molto colpito dal talento di Neymar, mi piaceva guardarlo giocare. Adoro anche Ronaldinho. Non ho avuto molte occasioni di vederlo giocare dal vivo, ma mi piace guardare gli highlights delle sue giocate. In Brasile lo chiamiamo “il mago”. Sono entrambi giocatori straordinari.“
D: Eri al corrente del cambio di campo rispetto a quanto programmato? C’era moltissima gente fuori che cercava di seguire la vostra partita. È uno stimolo per un giocatore? Ne eri consapevole? Come hai gestito a livello mentale la scelta che ha portato al cambio di campo?
JOAO FONSECA: “Sapevo fin dal mattino che c’era la possibilità di un cambio di campo, nel caso in cui le partite fossero terminate più rapidamente del previsto. Gli organizzatori avrebbero colto l’occasione di spostare la sfida sullo Stadium, qualora fosse stato possibile. Stavo seguendo il match sul Grandstand tra Draper e Mensik e, al tempo stesso, osservavo Coco, cercando di capire quale dei due match procedesse più velocemente. Alla fine, presero la decisione di spostare il nostro incontro sullo Stadium. Mi è piaciuta molto questa scelta, perché avevo già giocato il mio primo turno lì, quindi conoscevo bene sia il campo che l’atmosfera. Sapevo che ci sarebbero stati molti brasiliani a fare il tifo per me, ed è davvero un grande onore vedere tanti connazionali sostenermi e sentire gridare il mio nome a ogni vittoria. È qualcosa di veramente speciale.” (sorride)
D: Molto probabilmente affronterai Alex de Minaur nel prossimo turno (al momento della conferenza il match era ancora in corso, ndr) Quanto sarà importante per te il pubblico se lo affronterai? Quale sarà il tuo piano di gioco?
JOAO FONSECA: “Mi sono allenato per la prima volta con Alex a Indian Wells, ed è stato fantastico. È un ragazzo straordinario. Tutti sappiamo quanto sia talentuoso, quanto sia bravo a giocare e a lottare sul campo. So che sarà una sfida difficile e che dovrò dare il meglio di me. Sono certo che il pubblico mi sosterrà nei momenti più complicati e nelle situazioni cruciali, saranno al mio fianco. Mi sento più motivato e carico quando ho il pubblico dalla mia parte. Quando sento di aver bisogno di energia o di una forza diversa, posso contare sul loro supporto, e so che me lo daranno. Detto questo, sono consapevole che non sarà il pubblico a farmi vincere. Devo restare concentrato sul mio tennis e sulla mia prestazione.”