Continua a far discutere l’azione legale intentata dalla Professional Tennis Players Association (PTPA) contro l’establishment del tennis mondiale (ATP, WTA, ITF e ITIA), con l’obiettivo di riformare un sistema che la stessa PTPA definisce ormai distrutto, citando il direttore esecutivo Ahmed Nassar: “Tennis is broken”.
Secondo quanto riportato dal giornalista del Telegraph Simon Briggs, si arricchisce, infatti, di un nuovo capitolo la causa intentata dal sindacato che vede tra i suoi fondatori, il serbo Novak Djokovic. La PTPA ha, infatti, dato seguito alla clamorosa azione legale avviata martedì con una seconda mozione. In questo caso, la PTPA sostiene che l’ATP stia esercitando pressioni coercitive sui giocatori, invitandoli a non supportare la mozione presentata dalla PTPA.
Ricordiamo che l’azione legale originale accusava l’ATP e la WTA di agire come un cartello, termine che in economia si riferisce a un accordo per limitare la concorrenza sul mercato. Secondo la PTPA, tra le varie accuse rivolte all’establishment del tennis mondiale vi è quella di limitare le possibilità di guadagno attraverso promotori rivali. La causa è stata firmata da 12 giocatori, tra cui l’australiano Nick Kyrgios (qui le sue dichiarazioni). Ricordiamo che l’azione presentata dalla PTPA non è stata depositata solo negli Stati Uniti ma anche nel Regno Unito e nell’Unione Europea.
La mozione d’emergenza, depositata venerdì sera a New York, sostiene che l’ATP abbia avvicinato i giocatori durante il Masters 1000 di Miami, minacciandoli di “conseguenze negative” nel caso sostenessero l’azione della PTPA e chiedendo loro di firmare un documento precompilato per disconoscere le dichiarazioni del sindacato.
La nuova mozione afferma, inoltre, che “un membro del consiglio di amministrazione dell’ATP si è avvicinato a un giocatore in un’area riservata esclusivamente ai giocatori, chiedendogli di firmare una lettera precompilata per denunciare la causa della PTPA”. Le accuse non si fermano qui. Nella documentazione presentata al tribunale di New York, si legge che “alti funzionari dell’ATP sono entrati nelle aree riservate ai giocatori al Miami Open per chiedere loro di condannare l’azione della PTPA e avvertirli che l’ATP intende rispondere riducendo i prize money”. La mozione, tesa evidentemente a ottenere un ordine restrittivo, insiste sul fatto che i convenuti in giudizio nella causa originale (ATP, WTA, ITIA e ITF) debbano astenersi da “comunicazioni improprie, coercitive o minacciose”.
Di fronte a questa nuova azione legale, il Telegraph ha contattato l’ATP per conoscere il loro punto di vista di fronte alle accuse rivolte dalla PTPA. Un portavoce dell’ATP ha dichiarato di essere a conoscenza di quanto presentato in tribunale da parte della PTPA, respingendo in toto le affermazioni avanzate. Ha inoltre aggiunto che “al centro dell’attività dell’ATP c’è l’impegno verso i giocatori”, precisando che non ci saranno ulteriori commenti, dato che la vicenda ha ora risvolti legali.