A pochi giorni dal comunicato dell’ITIA che ne annunciava la sospensione volontaria, il doppista australiano Thomas Fancutt, n. 123 del ranking, si è affidato ai propri canali social per spiegare l’accaduto. Le somiglianze del suo caso con quello di Max Purcell, il ventiseienne australiano ex top 10 in doppio e 40 in singolare, erano sembrate evidenti fin da subito e ora anche la parte che si poteva presumere ha avuto conferma.
Lo scorso dicembre, Purcell si era autodenunciato e aveva scelto di sospendersi volontariamente dopo aver scoperto che l’infusione endovenosa di vitamine che aveva ricevuto superava il limite di 100 ml nell’arco di 12 ore, integrando così una violazione delle norme antidoping – un “metodo proibito” di cui al punto M2.2 della Prohibited List della WADA, con l’eccezione di cure ospedaliere, procedure chirurgiche o investigazioni diagnostiche.
Tornando a Fancutt, ecco cosa scrive il trentenne di Brisbane su Instagram:
“Alla comunità tennistica internazionale, alla fine della mia stagione 2024, ho violato inconsapevolmente una norma antidoping ricevendo un’infusione endovenosa da 500 ml per combattere un grave affaticamento. Il contenuto dell’infusione era costituito esclusivamente da vitamina B, vitamina C e magnesio. La quantità di infusione endovenosa superava però i 100 ml, il che, indipendentemente dal suo contenuto, è proibito dalle norme antidoping, cosa di cui all’epoca non ero assolutamente a conoscenza. Sono sempre stato molto orgoglioso di essere un atleta pulito e questa situazione è devastante per me.
“Sebbene sia profondamente deluso dalla sospensione, rimango pienamente devoto allo sport e non vedo l’ora di tornare a competere non appena questa questione sarà risolta. In questo periodo, sto collaborando pienamente con l’ITIA e sono incredibilmente grato per il supporto del PTPA e di tutti coloro che mi stanno accanto. Apprezzo la vostra comprensione e il vostro supporto e non vedo l’ora di tornare nel circuito.”
Considerato che gli altri metodi proibiti riguardano emotrasfusioni, EPO, manomissione dei campioni raccolti durante di controlli, doping genetico e cellulare, non sorprende che anche il caso di Fancutt sia conseguenza di una flebo di vitamine. La differenza tra i due episodi, stando alle rispettive esposizioni dei fatti, è che Purcell sapeva che oltre il limite di 100 ml l’infusione diventa un metodo proibito (e aveva avvertito i medici in tal senso), mentre Fancutt non ne era a conoscenza.
Oltre a essere presenti nella Lista Vietata, tuttavia, i trattamenti endovenosi e rischi a essi collegati erano stati oggetto tre anni fa di un comunicato dell’agenzia governativa australiana preposta a integrità e antidoping: “Sport Integrity Australia è a conoscenza di numerose cliniche di benessere che offrono infusioni endovenose. Gli atleti sono avvisati che qualsiasi infusione endovenosa superiore a 100 ml di QUALSIASI sostanza può comportare una violazione del doping e la squalifica sportiva. Ci sono eccezioni per trattamenti medici o emergenze, ma in generale le infusioni di vitamine per migliorare la pelle o le infusioni saline per aiutare a riprendersi dai postumi di una ubriacatura non vanno assolutamente bene”.
