Nel grande teatro del tennis mondiale, c’è una sfida tra due giocatori appartenenti a generazioni diverse, che hanno storie e percorsi diversi, eppure quasi in sordina, e senza accorgercene, è diventato una grande Classica. Magari, utilizzando il parallelismo ciclistico non una classica Monumento, ma comunque una di quelle partite che, al di là del punteggio, hanno sempre raccontato qualcosa. Mai banali, come Lorenzo Musetti e Novak Djokovic, che sul cemento di Miami (martedì sera, ore 21 circa) incroceranno le racchette per la nona volta in carriera.
Non pochissime se consideriamo che tra i due ci sono 15 anni di differenza: quando uno dei due era all’apice, l’altro si stava timidamente affacciando al mondo del professionismo. Oggi si ritrovano quasi a parti invertite, con Musetti vicino al momento anagraficamente migliore della carriera, quello che consente il connubio perfetto tra apice fisico e esperienza, e Djokovic sul Sunset Boulevard di una carriera incredibile.
I due si sono affrontati finora otto volte, dando vita a incontri in cui la magia ha sfiorato l’impossibile, ma, quasi sempre, l’esperienza ha avuto la meglio sul sogno. Il bilancio recita 7-1 per Djokovic e ogni match ha una storia da raccontare.
Roland Garros 2021: un sogno interrotto (6-7 6-7 6-1 6-0 4-0 ritiro)
Parigi, giugno 2021. L’immagine dell’impossibile. Su uno Chatrier mezzo vuoto a causa delle fortissime restrizioni Covid imposte dal Governo francese, un diciannovenne Musetti sfida il numero uno del mondo negli ottavi di finale del torneo. E per Musetti è già tanta roba: un torneo fino a quel momento quasi perfetto, con il sogno di giocare con un dei più grandi della storia sul centrale di Parigi.
Nessuno si aspetta un vero match; poco più che una formalità per il serbo, pensano tutti. Non andrà così: il talento italiano, con la freschezza dell’incoscienza e la voglia di stupire, gioca due set da fenomeno. Il suo rovescio a una mano disegna parabole meravigliose, i suoi drop shot fanno impazzire Djokovic. Due tie-break perfetti e Musetti è avanti due set a zero. Nell’aria c’è profumo di impresa. È un caldo pomeriggio di tarda primavera, ma sembra l’alba di un nuovo mondo.
Non però quando giochi con Djokovic: il serbo non è tipo da sorprese. Cambia marcia, aggredisce la rete e lascia appena un game al giovane azzurro nei successivi due set, imbambolato e stordito dai colpi del più forte. Quando il punteggio segna 4-0 per Nole nel quinto, Lorenzo alza bandiera bianca, esausto mentalmente e fisicamente. L’incanto si spezza, l’allievo ha preso nota e imparato la lezione: per giocare con i più grandi, in uno Slam, devi restare punto su punto fino alla fine.
Dubai & Parigi 2022: due passaggi veloci
Primo turno del torneo di Dubai, torneo di rientro per Djokovic dopo lo stop forzato dagli Slam per le note questioni legate al vaccino non vaccino. Musetti non ha molte chance: il serbo gioca in modalità business as usual, senza fronzoli, con un doppio 6-3 che non lascia spazio a sogni di gloria. La storia si ripete qualche mese più tardi a Parigi, quarti di finale a Bercy: questa volta i game totali sono tre: 6-0 6-3 e si torna a casa. Lorenzo prende appunti, il momento di colpire non è ancora arrivato.
Monte-Carlo 2023: l’impresa di Musetti (4-6 7-5 6-4)
Monte-Carlo è sempre stata terra di ribaltamenti, di storie inattese che si esaltano nella lotta del primo torneo stagionale sulla terra rossa, superficie romantica per definizione. Nel 2023, lo diventa per Musetti. Djokovic, come al solito, parte forte, ma il match si incastra in uno di quei giorni in cui la sua palla non viaggia perfetta, in cui le gambe sembrano meno esplosive. Musetti lotta con classe, trova il ritmo giusto e nel secondo set piazza la zampata decisiva. Il terzo è un braccio di ferro, un duello giocato punto a punto fino a quando Lorenzo sfrutta l’occasione e chiude 6-4. Prima vittoria contro Djokovic, primo squillo di un talento che si prende il suo posto tra i grandi.
Monte-Carlo 2024: l’anciene régime (7-5 6-3)
Sono passati 12 mesi da quella splendida vittoria agli ottavi. Musetti crede nell’impresa nuovamente, ma Djokovic non è d’accordo. Non si fa sorprendere il serbo, rispetto al match di 12 mesi prima, ritrova forza ed esplosività, puntualità chirurgica e la solita tenacia. Il primo set è comunque lottato e combattuto in oltre un’ora di grandi colpi e grande tennis. Come spesso accade, quando il tie-break sembra più che un’ipotesi, ecco il break decisivo del serbo, quello del 7-5.
Il secondo set è accademia del tennis applicato a Djokovic. Ci ha provato Musetti, ma nelle due situazioni in cui ha ottenuto il break, il contro break era la logica conseguenza. Vince Nole, ancora.
Roland Garros 2024: l’illusione e la realtà (7-5 6-7 2-6 6-3 6-0)
Parigi non è solo la città dell’amore, ma anche quella delle illusioni spezzate. Musetti lo sa bene visti i precedenti tra lui, Djokovic e Parigi (spoiler, non è ancora finita). Nel quarto di finale del Roland Garros 2024, il copione sembra poter raccontare una storia diversa, almeno per un po’. Il primo set è una battaglia feroce, con Djokovic che riesce a spuntarla sul filo del rasoio, 7-5. Ma Musetti non si arrende: nel secondo parziale trova angoli, giocate d’autore e un tie-break perfetto, riportando in equilibrio il match.
Quando nel terzo set Lorenzo si scatena, lasciando il numero uno del mondo a soli due game, il sogno sembra prendere forma. Il pubblico è in delirio, il vento soffia dalla parte dell’azzurro. Ma poi accade l’inevitabile: Djokovic si scrolla di dosso ogni incertezza e torna l’incubo perfetto, quelli di qualche anno prima. Il quarto set è una riconquista del regno, il quinto è una sentenza inappellabile. Musetti rimane a guardare il 6-0 finale, consapevole che la magia è durata finché Djokovic non ha deciso di riprendersi tutto.
Wimbledon 2024: il regno inviolabile (6-4 6-3 6-2)
Se la terra rossa di Parigi ha lasciato intravedere spiragli di ribellione, l’erba di Wimbledon è ancora un castello inespugnabile. Qui Djokovic è di casa (non come Federer of course) e lo fa capire sin dai primi scambi. Musetti, alla sua prima semifinale da queste parti, cerca varchi, prova a scalfire il muro con colpi d’autore, ma il verde di Church Road obbedisce solo a una legge: quella del campione serbo. Il match scivola via, rapido e implacabile, un 6-4 6-3 6-2 che racconta la distanza ancora da colmare. Lorenzo ancora una volta incassa, osserva, impara. Per conquistare Wimbledon servirà molto più di qualche lampo di talento.
Olimpiadi Parigi 2024: il sogno spezzato (6-4 6-2)
Dicevamo, ancora una volta Parigi. Sempre lo Chatrier a fare da cornice. Ma non è il Roland-Garros, almeno non formalmente sulla carta. È la semifinale olimpica contro Novak Djokovic che si gioca lì dove si scrive la storia dello sport. Il sogno di una finale a cinque cerchi aleggia nell’aria, ma il serbo è una macchina con un solo obiettivo: raggiungere l’unica cosa che gli manca nel tennis, l’oro olimpico con la Serbia. Musetti combatte, ma il tempo scorre inesorabile: Djokovic fa quello che sa fare meglio, controlla il ritmo, soffoca ogni velleità. Il 6-4 6-2 è una sentenza rapida, che lascia a Lorenzo solo la speranza di una medaglia di bronzo. Che poi arriverà.
E Miami Open 2025?
Musetti in tutti questi anni ha studiato, ha capito cosa serve per battere Djokovic. Lo ha fatto una volta sola, vuole rifarlo, questa volta lontano dalla Francia e territori limitrofi. Sarà il momento della rivincita? O il serbo metterà un’altra tacca nella sua impressionante serie di successi? Fuori i secondi.