“Non mi interessa più il n. 1, ma sarebbe bello raggiungere i 109 titoli di Connors”
Novak Djokovic
Novak Djokovic, grazie al successo ai danni di Camilo Ugo Carabelli nel terzo turno del Miami Open, ha messo la firma sull’ennesimo record della sua strepitosa storia: il campione serbo ha infatti conquistato la 411esima vittoria in un Masters 1000, superando in quella speciale classifica il rivale di una vita, e ovviamente ci riferiamo a Rafa Nadal. Nel corso della conferenza stampa post-partita il 24 volte campione slam ha riflettuto sul momento della sua carriera, il momento di un (quasi) 38enne che, per continuare a competere, ha bisogno degli stimoli giusti, dei grandi palcoscenici e del punto di riferimento di numeri che non si pensava potessero essere mai battuti: “Il numero 1 non è più un obiettivo. Se arriva come conseguenza di grandi risultati e titoli che vinco in una stagione, allora è fantastico. Ma non rappresenta la mia ossessione. Il mio obiettivo è quello di essere in grado di giocare il mio miglior tennis nei Grand Slam e nei tornei a cui partecipo. Il mio programma è ridotto, quindi ovviamente non inseguo i punti in classifica“, ha dichiarato Nole, consapevole dei limiti del proprio corpo e della carta d’identità.
Una dichiarazione onesta, contrassegnata dalla concretezza del realismo: ma Djokovic si nutre della motivazione della competizione, della ricerca della sfida, del piacere dell’impossibile, e allora: “Sono fermo a 99 titoli vinti in carriera, mi piacerebbe provare a battere il record di un tennista che ammiro e rispetto come Connors. Probabilmente si tratta di un record un pochino più difficile da raggiungere oggi rispetto a qualche anno fa. Ma andrò passo dopo passo. Non so per quanto tempo continuerò a competere, ma mi diverto ancora quando gioco bene”.
Jimmy Connors è il tennista della storia che ha vinto il numero più alto di tornei di singolare, 109 (di cui 8 slam): da Jacksonville nel 1972 fino a Tel Aviv, nel 1989. Al secondo posto di questa speciale classifica si trova invece Roger Federer, con 103 successi (da Milano 2001 a Basilea 2019) mentre Djokovic occupa il terzo gradino del podio, con 99 successi (il primo sorriso sulla terra rossa di Amersfoort, nel 2006, l’ultimo, per il momento, ai Giochi Olimpici di Parigi del 2024). Al quarto posto troviamo i 94 di Lendl, seguito dai 92 di Rafa Nadal (da Sopot 2004 al Roland Garros del 2022), dai 77 di John McEnroe (che ne ha vinti addirittura 79 in doppio), dai 75 di Rod Laver, dai 64 di Nastase e Borg e dai 62 di Pete Sampras.
Nole avrebbe dunque bisogno di alzare 4 trofei per raggiungere Federer e addirittura 10 per eguagliare il record dei record, quello di Connors: diventa dunque complicato immaginare un aggancio nel brevissimo periodo, perchè l’attuale numero 6 del ranking mondiale, ormai da molti anni, gestisce con grande saggezza la sua programmazione, costruendola intorno ai quattro tornei dello Slam, gli unici che, evidentemente, gli regalano ancora le cosiddette farfalle nello stomaco. Mentre Connors, di fatto, ha scavato le basi del suo record nel sottobosco dei tornei minori.
Nel 2024, a dire la verità, il grande obiettivo di Nole era un obiettivo che aveva la forma di una medaglia d’oro: Djokovic si è subito operato, a Parigi, dopo un infortunio al ginocchio – regalando peraltro la gioia più bella a Jannik Sinner – proprio per non perdere tempo e, di conseguenza, per farsi trovare pronto all’appuntamento con l’inno, sacrificando completamente la seconda parte della stagione (ricordiamo la sconfitta con Popyrin allo US Open, con un Nole completamente svuotato, oppure, ancora, la rinuncia alle Finals di Torino).
Nel 2025, invece, nonostante il problema all’adduttore che l’ha costretto al ritiro nella semifinale dell’Australian Open, Djokovic ha già partecipato a cinque tornei (includiamo anche il Miami Open in corso di svolgimento), avvicinandosi a grandi passi e in meno di tre mesi ai 10 eventi totali del 2024 (con risultati piuttosto scadenti, per uno come lui: quarti a Brisbane, semi a Melbourne, primo turno a Doha, sconfitta all’esordio anche a Indian Wells).
La clessidra della carriera del campione sta iniziando scricchiolare ma Djokovic – a meno 10 da quel record – ha abituato i suoi tifosi ai colpi di scena e alle sorprese impossibili. Già da Miami?
LA CLASSIFICA DEI TENNISTI CON PIU’ TITOLI VINTI IN CARRIERA (SINGOLARE):
Jimmy Connors, 109 tornei vinti
Roger Federer, 103
Novak Djokovic, 99 (ancora in attività)
Ivan Lendl, 94
Rafael Nadal, 92
John McEnroe, 77
Rod Laver, 75
Bjorn Borg, Ilie Năstase e Pete Sampras, tutti e tre a quota 64
Guillermo Vilas, 62
Andre Agassi, 60
Boris Becker, 49
Nicola Pietrangeli, 48
Stan Smith e Andy Murray, entrambi con 46
John Newcombe, 43
Stefan Edberg, 42