Gli ultimi mesi non stati semplici per la numero 1 al mondo Aryna Sabalenka. La bielorussa ha infatti fallito i più importanti tornei di questo avvio di stagione, perdendo in finale all’Australian Open e a Indian Wells. Ora la tigre ha puntato il Miami Open, vincendo i suoi primi tre match senza lasciare alcun set. Proprio ieri ha battuto con un convincente 2-0 la padrona di casa Danielle Collins. Di seguito le sue parole in conferenza stampa.
D. Deve essere una bella sensazione ottenere questa vittoria contro Danielle in due set.
ARYNA SABALENKA: “Sì, sono davvero felice di aver ottenuto questa vittoria in due set e soddisfatta del livello di gioco che ho espresso. Lei è un’avversaria tosta e in passato abbiamo avuto molte partite difficili e insidiose. Quindi sono molto contenta di essere riuscita a superare questo match”.
D. Sembrava che il tuo servizio funzionasse davvero bene. Sono curioso di sapere come ti sei sentita in campo e se è un colpo su cui hai lavorato particolarmente.
ARYNA SABALENKA: “Sì, direi che all’Australian Open non ho servito molto bene, quindi dopo quel torneo abbiamo lavorato molto sul mio servizio per ritrovare il colpo e tornare in carreggiata.
Sono molto felice del modo in cui sto servendo in questo momento e penso che contro Danielle abbia servito in modo davvero intelligente. A tratti ho cercato di spingere il più forte possibile e facevo anche delle smorfie, ma nel complesso credo di aver servito con molta intelligenza. Sono felice di aver ritrovato il mio servizio”.
D. Lo stadio era piuttosto silenzioso. So che è lunedì e tutto il resto, ma era un match tra una delle migliori giocatrici del mondo e la campionessa in carica sul campo centrale. Ti ha deluso questa cosa, o non te lo aspettavi?
ARYNA SABALENKA: “Va bene così. Penso che alla fine il pubblico ci abbia sostenuto e l’atmosfera si sia fatta più rumorosa. All’inizio magari c’erano meno persone, forse perché si stavano rilassando dopo la partita di Zverev, e poi sono tornati nello stadio verso la metà del primo set. Quindi credo che l’atmosfera sia stata comunque bella”.
D. So che vivi a Miami. Sono curioso di sapere come cambia la tua routine quotidiana quando sei in un torneo. Ci sono pro e contro nel dover organizzare la tua macchina, fare il bucato da sola e cose del genere?
ARYNA SABALENKA: “Adoro stare a casa. Come hai detto tu, è fantastico poter fare il bucato quando voglio, senza dover aspettare un giorno. Inoltre, guidare la mia macchina e tornare a casa, andare nei miei posti preferiti e stare in un ambiente che non è solo rilassante, ma anche accogliente e confortevole, è una bella sensazione.
È davvero bello e sono felice di avere una casa qui e di poter vivere questa atmosfera durante il torneo”.
Il reset dopo Indian Wells è stato diverso rispetto a quello post-Australian Open?
ARYNA SABALENKA: “Beh, l’Australian Open è stato molto doloroso, una sconfitta dura da accettare. Indian Wells, invece, è stata solo una giornata in cui credo che le cose non siano andate come volevo. Io e il mio team sappiamo cosa è successo lì e con cosa ho avuto difficoltà.
Non ho avuto molto tempo per rattristarmi o altro. Il giorno dopo ero già tornata ad allenarmi. Ora sono qui a Miami, quindi ho già dimenticato quello che è successo lì. Era il momento di Mirra e sono felice per lei. Spero solo che in futuro, in una finale, io possa essere una giocatrice migliore”.
D. È utile avere subito un altro torneo dopo una sconfitta del genere, in modo da non avere scelta se non andare avanti?
ARYNA SABALENKA: “Direi che dopo una finale Slam probabilmente non giocherei subito un altro torneo, ma dopo un evento 1000 è abbastanza utile. Devi avere una memoria breve e, se hai un altro torneo in programma subito dopo, dimentichi tutto più in fretta”.
D. Quanto ti piace essere la numero 1? Senti una pressione in più? È un peso essere numero 1 o è piacevole?
ARYNA SABALENKA: “Credo di essere dove dovrei essere e sono super felice di vedermi in questa posizione perché ho lavorato molto – anche se non lo dico spesso – per arrivare fino a qui.
Non lo vivo come una pressione, ma come qualcosa di molto gratificante La pressione è un privilegio. Essere un’atleta è già di per sé una grande responsabilità…”