[4] N. Djokovic b. [15] L. Musetti 6-2 6-2
I primi minuti del duello ci hanno illuso, dopodiché Novak Djokovic ci ha riportatati sulla terra: vince il serbo, per l’ottava volta in carriera supera Lorenzo Musetti con un periodico 6-2 in 1h22‘. Sarà dunque l’ex n° 1 mondiale ad affrontare Sebastian Korda, in quello che sarà il suo ottavo quarto di finale al Miami Open (l’ultimo nel 2016, anno del suo sesto ed ultimo trionfo in Florida) il 96° nei Masters 1000.
Due i momenti spartiacque della sfida: l’avvio dormiente del campione di Belgrado che si è trovato immediatamente sotto 2-0 (a cui ha fatto seguito un 12-2 di parziale) e poco dopo nel terzo turno di servizio di Nole, il warning comminatogli da Fergus Murphy che ha rappresentato la spinta emotiva per accendere in tutto e per tutto il fuoco agonistico di Djokovic. Si tratta della 63a vittoria della carriera contro un tennista italiano, 11 le sconfitte. Lorenzo dopo l’inizio folgorante, ha pagato una progressiva perdita di campo correlata alla mancanza di incisività del servizio oltre che del primo colpo dopo il servizio. Ma va riconosciuto che di fronte si è ritrovato una delle migliori versioni di Novak Djokovic (12 i gratuiti nella prima frazione, solo 5 nella seconda) da tanto tempo a questa parte, certamente la migliore prestazione del 2025 – anche superiore al quarto vinto con Alcaraz a Melbourne, dove furono molto più evidenti i demeriti spagnoli – giunta sotto gli occhi di Serena Williams e di Juan Martin Del Potro, quest’ultimo seduto con Murray nel box del serbo.
Primo Set: Djokovic inizia a rilento, ma quando si risveglia Musetti non riesce più a sorreggere il piano gara
Lorenzo tatticamente dovrà cercare di utilizzare sapientemente lo slice, al fine di ingabbiare Novak sulla diagonale sinistra che teoricamente dovrebbe essere il giardino di casa del serbo; il quale però – nella versione attuale di Djokovic – se costretto a dover sistematicamente mettere lui peso sulla palla senza potersi appoggiare sui colpi avversari potrebbe andare in grandissima difficoltà. Ciò che infatti emerge con la lente d’ingrandimento dal Djoker 2025, e volendo dai primi due incontri di Miami, è che non è più in grado come faceva brillantemente in passato di generare un ritmo asfissiante da fondocampo. Anzi, con l’andare dello scambio la percezione è che le soluzioni dell’ex n° 1 tendano a sgonfiarsi progressivamente.
L’avvio conferma le nostre previsioni, Musetti pronti via stampa subito una splendida risposta incrociata di dritto vincente, aggressiva tagliando molto bene il campo e prendendo la palla in fase ascendente. 8 punti a 2 di parziale confezionano il 2-0 azzurro, con il doppio fallo serbo sulla palla break. Lollo è partito come meglio non poteva, insiste sullo schema che prevede la ricerca dello slice per rallentare lo scambio per poi immediatamente accelerare lungolinea con la sbracciata monomane. Al contrario, l’ingresso in partita di Djokovic è stato completamente scarico, poco reattivo negli spostamenti e abbastanza arrugginito nella ricerca di palla.
L’intento di Muso continua ad essere chiarissimo, tenere lo scambio su ritmi blandi, variare costantemente ma allo stesso tempo non dare troppo margine a Nole di poter comandare lo scambio. Nel frattempo, il trentasettenne di Belgrado si risveglia dal torpore con cui era uscito dagli spogliatoi. Tiene il suo secondo turno di servizio a zero e successivamente, per un attimo, ritorna il Nole dei tempi d’oro in modalità muro di gomma che controbatte tutto e al momento opportuno ti colpisce. Sul 15-40, punteggio parziale anche causato dal primo doppio fallo toscano, però si capisce come il tempo trascorra inesorabilmente: scambio pauroso da 28 colpi, dove il primo a cedere è il 6 volte campione del torneo (come lui soltanto Agassi). Sulla seconda palla break, invece il merito è totalmente da ascrivere a Lorenzo che pesca la prima vincente: Muso vince quattro punti in fila e si procura anche la palla game. Ma Novak non molla, si costruisce pure una terza e una quarta palla break. Sul terzo tentativo di aggancio, ci mette ancora una pezza Musetti con l’ace – a riprova di una maturità ispessita – tuttavia la quarta è quella buona: secondo doppio fallo da Carrara e 2-2 vidimato.
L’approccio un po’ sonnacchiante di Djokovic è un lontano ricordo, tre prime corpose producono altrettanti punti. Anche Lorenzo però non molla niente, sul 40-15 del quinto gioco effettua un recupero clamoroso sulla smorzata di dritto di Nole dimostrando tutto il proprio talento manuale nel far adagiare la palla nell’altra metà campo. Sul 40-30, giunge anche il richiamo con tanto di warning di Murphy poiché Nole impiega oltre il tempo consentito tra la prima e la seconda. Alla fine il serbo sbaglia malamente in rete con il colpo dopo il servizio, il game va in lotta e si prolunga ai vantaggi. Seguono punti meravigliosi, dove Musetti innalza difese sontuose in cui ricama con binomi di pura classe dal lato sinistro: back più smorzata incrociata.
In qualche modo, d’esperienza Novak si salva senza concedere vere chances (3-2). Al cambio di campo, si alimenta il battibecco con il giudice di sedia: dove Djokovic accusa l’arbitro di non comprendere i momenti della partita, ma correttamente Fergus risponde che egli deve applicare il regolamento e non interpretarlo a seconda delle situazioni. Ma oramai lo sappiamo a memoria come una cantilena, quando il serbo incomincia a buttare fuori rabbia, nervosismo con il suo angolo per come colpisce o con altri attori protagonisti è proprio in quei frangenti che diviene ancora più pericoloso.
Lo fa, capiamoci bene, anche perché dall’altra parte sa di avere un avversario che è tosto da superare e contro cui non basta il compitino dei turni precedenti. Purtroppo – dalla prospettiva di Muso – l’ulteriore carica adrenalinica per Nole porta i frutti sperati: nel sesto gioco, sul 15-30 due seconde consecutive espongono Muso al pericolo. L’attacco a sventaglio è corto e alla quinta palla break serba del match, il passante bimane di Novak va a segno.
Lorenzo non sta giocando per nulla male, anche se negli ultimi minuti ha sensibilmente perso campo, ma il match rischia di scivolargli via in maniera eccessivamente rapida. Djokovic mette il pilota automatico, viaggia spedito in battuta e vola 5-2. Lorenzo adesso è calato d’intensità tecnica e mentale, arriva anche il doppio break con tre errori a chiudere nel peggiore dei modi il primo set: 6-2 in 42 minuti a favore del 24 volte campione Slam.
Secondo Set: Djokovic domina, Musetti tenta con orgoglio di stare attaccato ma ogni tentativo viene rispedito al mittente da un Novak in palla
Musetti deve provare a resistere, a mettere sul campo maggiore spirito agonistico per allungare la partita, rimanerci dentro perché poi le situazioni possono sempre cambiare. Dal sesto gioco, game in cui Novak ha rotto l’equilibrio, il parziale è a senso unico per Djokovic: 16 punti a 3. Inoltre, dal quel 2-0 iniziale sono 7 games vinti consecutivamente dal nativo di Belgrado. Lorenzo non riesce più ad avere il pallino, a decidere lui cosa ne sarà del punto. Per ribaltare l’inerzia deve prendersi più rischi in battuta, avere più coraggio onde evitate di finire subito a fare il tergicristalli in una perenne agonia passiva. È giusto che ricerchi di tanto in tanto il contrattacco partendo dal difendersi, costruendo in seguito il riavvicinamento alla linea di fondocampo ma se invece finisci costantemente 7/8 metri oltre la linea di fondo a fare il rematore, alla lunga contro Novak ne esci sempre sventrato tennisticamente.
Sulla palla break che vale quasi il fiocco sulla vittoria, Novak torna a sbagliare dopo un bel po’ scomponendosi sul dritto e mandandolo in rete. Ma Musetti prosegue nel non riuscire ad essere incisivo ed efficacie con il primo colpo dopo il servizio, e così è fin troppo semplice per Djokovic giocare al gatto col topo. La scossa emotiva del dialogo accesso con l’arbitro lo ha sbloccato, da lì è stato un altro Djokovic che mediamente – dati alla mano – ha iniziato anche a spingere di più. Se poi si mette pure a smazzare e direzionare proficuamente la battuta (in particolare con il suo arcinoto alice), non offrendoti mai un appiglio a cui aggrapparti beh c’è poco altro da aggiungere. 3-0 leggero e vittoria in cassaforte, Lollo sul 30-15 inventandosi un bel passante da lontano ci prova a fargli venire qualche dubbio ma Novak non si scompone.
Lorenzo ci prova con orgoglio a restare attaccato, ma viene subito scoraggiato da Djokovic che di fatto sigilla l’incontro con un irreale rovescio in corsa dei suoi in totale spaccata. Quando però tutto sembrava finito, sul 3-0 e 15-40 Musetti reagisce anche grazie a qualche piccolo spiraglio serbo che pensava già di aver ucciso la partita, aiutato a dovere da Tartarini che gli infonde la giusta fiducia: “mettiamola in lotta, è solo un break“. L’allievo di Murray è ora però inarrestabile al servizio, praticamente inappuntabile negli ultimi quattro turni di battuta: dal 2-2 del primo set, dove pur tenendo il servizio era stato costretto ai vantaggi, appena 3 punti ceduti. Siamo 4-1 per Novak, Muso si tiene ancora in vita, pur sbagliando un comodo smash fintato e toccato morbido in rete, dandosi la possibilità per un ultimo sussulto: riporta Djokovic al servizio a dover fare i conti con i vantaggi, cosa che non accadeva dal quinto gioco della partita. Sulla parità Nole attacca con il dritto, la soluzione non è così profonda ma il passante del ventitreenne azzurro si ferma sul nastro e con esso le ultimissime flebili speranze del ragazzo di Carrara. Finisce ancora 6-2, con un altro doppio break, e con l’emblematico doppio fallo (il 3° azzurro) di Lorenzo a suggellare il KO.