L’ultima volta che Daniil Medvedev, vincitore dello US Open 2020 ed ex numero 1 del mondo, uscì dalla top 10 correva il mese di febbraio e l’anno 2023. Il russo, al tempo, dopo una prematura uscita dall’Australian Open per mano di Sebastian Korda in tre set, era passato dall’ottava posizione del ranking all’undicesima. Per rientrare nel tennis che gli spetta, il russo procedette a vincere, l’uno di fila all’altro, ben 3 ATP 500, fece finale a Indian Wells e vinse a Miami contro Jannik Sinner. Nel 2023, sulla striscia di un tennis eccezionale, riuscì a imporsi perfino sulla terra, la sua superficie meno preferita, sconfiggendo Holger Rune in finale agli Internazionali d’Italia con un doppio 7-5. Dopo un inizio d’annata fenomenale, ecco il buio.
Da maggio 2023 a marzo 2025, gli unici picchi di performance del russo sono arrivati nel 2024, all’Australian Open – dove perse in finale rimontato da Jannik Sinner – e a Indian Wells – dove perse per il secondo anno consecutivo in finale contro Carlos Alcaraz. Le grandi batoste per Daniil arrivano però su più fronti. La prima è da ritrovarsi nel finire del 2023, quando Jannik Sinner ottenne la prima vittoria a Pechino in un head to head fino a quel momento a senso unico. La seconda è da collocare con l’arrivo nel circuito di un giocatore come Carlos Alcaraz, come archetipo opposto al russo.
Difficoltà tecniche, ma non solo
Ai problemi relativi all’arrivo di nuovi o rinati rivali, bisogna aggiungerci anche le scarse performance messe in atto da Daniil stesso. Le difficoltà incontrate da Medvedev nel corso del tempo sono molteplici, ma la colpa principale, in caso se ne voglia trovare una in particolare, è del suo servizio. I numeri in battuta del russo sono calati vertiginosamente dal 2021, e non sono nemmeno il dato più preoccupante. Nelle ultime 52 settimane, Medvedev su cemento ha una percentuale di vittorie del 57,5%, appena sufficiente.
2021 | 2022 | 2023 | 2024 | |
Punti vinti con la prima | 78,5% | 76,3% | 75,4% | 73,1% |
Punti vinti con la seconda | 52,5% | 51,0% | 49,1% | 49,2% |
Giochi tenuti al servizio | 87,0% | 86,4% | 84,7% | 80,1% |
Percentuale di ace | 12,6% | 11,8% | 9,2% | 8,0% |
Oltre a questi dati, è importante unire anche le difficoltà di Daniil sul piano mentale o su altri fattori esterni. Un esempio potrebbe essere la fallita collaborazione tra l’ex numero 1 del mondo e Gilles Simon, o le continue lamentele per le palline, giudicate qualitativamente inferiori di quelle dell’epoca pre covid. Come però si riesce a giocare con un forte vento, parimenti la qualità delle palline non dovrebbe dare così tanti problemi. Specialmente se, alla fine, al top rimangono gli stessi di quando la situazione era differente da quella attuale.
Al posto di Daniil Medvedev, ora, entrerà in top 10 Alex De Minaur. L’australiano ha tenuto un buon livello a partire dall’inizio di stagione, a partire dai quarti all’Australian Open fino alla conferma della finale dell’anno scorso a Rotterdam. Certamente Medvedev dovrà rifarsi, e ne ha sicuramente le possibilità. Stiamo comunque parlando di uno dei soli trenta giocatori della storia ad aver passato almeno 5 anni interi (equivalente di 260 settimane) in top ten. La speranza è che, a differenza di altri suoi colleghi appartenenti a questa lista, come Roddick, Davydenko o Tsonga, la soglia dei trenta non sia l’inizio della fine.