Accade sempre più spesso. Questa volta è Pablo Carreno Busta il protagonista dell’ennesima brutta vicenda che coinvolge tennisti e giudici di sedia. Al Challenger di Girona l’ex top 10 spagnolo ha totalmente perso il controllo nel match di ottavi di finale contro il 19enne bulgaro, numero 537 ATP, Iliyan Radulov.
Arrivati al tie-break decisivo, l’arbitro esegue una chiamata che fa andare su tutte le furie il 33enne di Gijòn, che parte quindi subito sotto di un mini break. “Chiama il supervisor!”, esclama ripetutamente Carreno rivolgendosi ad Ali Katebi, il giudice di sedia iraniano, urlando a gran voce. In totale balia della propria rabbia, lo spagnolo spinge persino il suo interlocutore, che lo intima di non toccarlo e lo informa che gli darà una sanzione. “Perché proprio in questo momento!?”, continua l’iberico parlando sempre a voce alta. “Non urlarmi addosso”, gli risponde l’arbitro, che poi cerca di far ragionare il campione di entrambi i Challenger di Tenerife (vinti rispettivamente nella prima e nella seconda settimana di febbraio) chiedendogli: “Cosa gli vorresti dire al supervisor?”
“Non puoi fare questo”, replica Carreno indicandogli il segno della palla incriminato. A questo punto, Katebi spiega al tennista che non può chiamare il supervisor per un segno lasciato da una pallina. Ma lo spagnolo oramai non ci vede più dalla rabbia e continua a insistere arrivando a dire assurdità. “Allora chiamalo perché io non sono d’accordo che tu sia seduto qui a fare l’arbitro”, continua lo spagnolo mentre si siede in panchina. “Non posso farlo”, risponde in maniera sempre pacata il giudice di sedia. A questo punto Pablo inizia a parlare in spagnolo al proprio team e l’arbitro lo interrompe dicendogli: “Ora però dobbiamo continuare”. “No, non possiamo farlo, chiama il supervisor”, insiste l’iberico, che non vuole sentir ragione. “Ti devo dare un warning per avermi toccato”, spiega l’iraniano a Carreno, che infine si arrende dopo svariati minuti e torna a giocare.
Alla fine, il numero 109 ATP riesce a vincere il match, dopo più di tre ore e venti, con lo score di 6-2 5-7 7-6(4). Un comportamento del genere però fa riflettere, anche perché episodi come questo accadono sempre più in maniera frequente. Daniil Medvedev a Rotterdam, giusti pochi giorni fa Corentin Moutet a Miami e se si vuole rimanere a livello Challenger anche in quel panorama tennistico ce n’è per tutti i gusti. Se si vuole un assaggio, chiedere a Damir Dzumhur com’è stata la sua esperienza in tal senso al Challenger di Rosario. Certamente dopo questo accaduto Carreno Busta riceverà una multa, ma non sarà di certo quella a fermare questi tennisti dall’assumere determinati comportamenti in campo nei confronti dei giudici di sedia. Questa dinamica deve cambiare al più presto.